Il nuovo piano

Vaccini, Asrem ora punta su under 40 e giovanissimi. Ma le scorte di Pfizer sono a secco, si va a ‘singhiozzo’

Aumentano le somministrazioni di monodose Johnson & Johnson direttamente dai medici di base, anche se pochi hanno aderito: ieri 103, riservate agli over 60.

La campagna vaccinale impone continue riprogrammazioni anche perché gli ostacoli non mancano mai. Quello che tutte le regioni italiane, Molise compreso, da qualche giorno stanno affrontando ha a che fare con le scarse forniture del vaccino Pfizer. Un calo delle consegne a luglio rispetto al quale già settimane fa le Regioni avevano lanciato l’Sos, indirizzandolo al Commissario all’Emergenza Figliuolo che aveva provato a gettare acqua sul fuoco.

I vertici sanitari del Molise si sono riuniti lunedì per fare il punto sulla situazione e decidere il da farsi nell’immediato ‘domani’. E, preso atto anche delle tante richieste dei cittadini in tal senso (molti hanno abbandonato le posizioni boh-vax probabilmente a motivo dell’imminente obbligatorietà del Green pass per accedere a tanti luoghi della vita sociale) e delle direttive del Commissario Figliuolo, ha ‘deliberato’ di procedere d’ora in avanti con i più giovani, precisamente gli under 40 fino a comprendere gli adolescenti. Sulla decisione riguardo ai giovani incide naturalmente anche la circostanza che a settembre comincerà l’anno scolastico e si vuole scongiurare quanto più un impiego (anche stavolta) della didattica a distanza.

“Per porre in sicurezza le classi di età più esposte al rischio di ospedalizzazione a fronte della eventuale diffusione della variante Delta, nelle scorse settimane si è data priorità nella effettuazione della somministrazione della II dose per la categoria di cittadini over 50”, la precisazione. Ora però – scrive l’Asrem – “si procederà ad un incremento delle vaccinazioni di prima dose per i soggetti tra i 16 ed i 40 anni di età con utilizzo prioritario del vaccino Moderna”. Moderna, appunto, anche perché – tolti Astrazeneca e Janssen raccomandati per gli ultrasessantenni – delle dosi Pfizer al momento nei frigoriferi non c’è nulla o quasi.

Questa per intero la nota informativa dell’Azienda sanitaria molisana: “Si comunica che stamani (lunedì, ndr) si è tenuta una riunione della Cabina di regia, composta dalla Struttura Commissariale, dalla Direzione Generale della Salute dalla Regione Molise e dai vertici Asrem. Per porre in sicurezza le classi di età più esposte al rischio di ospedalizzazione a fronte della eventuale diffusione della variante Delta, nelle scorse settimane si è data priorità nella effettuazione della somministrazione della II dose per la categoria di cittadini over 50.

In tale ottica a partire da domani (martedì, ndr) e per i giorni seguenti verranno vaccinati con Janssen (Johnson&Johnson) l’ulteriore quota di persone over 60 non ancora vaccinate. Nel contempo già dalla data odierna (ovvero lunedì, ndr) si procederà ad un incremento delle vaccinazioni di I dose per i soggetti tra i 16 ed i 40 anni di età con utilizzo prioritario del vaccino Moderna.

Non appena saranno disponibili ulteriori dosi di vaccino Pfizer si procederà ad implementare le vaccinazioni per la categoria di età compresa tra i 12 ed i 15 anni”.

Non appena saranno disponibili, giustappunto. Perché il calo di forniture si sta facendo sentire e alcuni centri vaccinali si vedono costretti a interrompere – o a procedere a singhiozzo – con le attività. Nei giorni scorsi, e per circa una settimana, tanto per fare un esempio, il centro vaccinale di Larino ha dovuto chiudere i battenti proprio per la mancanza di ‘materia prima’ per le somministrazioni. Da questa settimana le attività sono riprese a pieno regime ma è chiaro che – ed è un discorso che può essere ampliato a tutti i centri vaccinali – non è economicamente e logisticamente sostenibile mantenere in attività una struttura – che vede impiegate varie professionalità sanitarie – per un numero esiguo di vaccinazioni giornaliere.

A proposito di punti vaccinali, da Santa Croce di Magliano il primo cittadino smentisce categoricamente la presunta – e prossima a detta di taluni – chiusura. “Non so quale sia la fonte di questa notizia. Il centro sta funzionando, di regola qui vengono somministrati circa 150-200 vaccini al giorno e viene servito un ampio bacino di utenza”. Certo, ammette il sindaco Alberto Florio, ci sono stati dei giorni in cui si è valutato di restare chiusi, causa appunto inferiore dotazione di vaccini.

A Larino, alla Casa della Salute del Vietri, sono rimasti chiusi sul serio per oltre una settimana. Poco personale e, soprattutto, pochi vaccini. Uno stop che oltre ad aver rallentato la campagna ha causato anche malumori dei cittadini della zona, alcuni in attesa di richiamo. Ieri però il centro vaccinale di Larino ha riaperto, con l’auspicio di ripartire a funzionare a pieno regime. Ma l’incognita è data proprio dalle forniture.

In Molise la chiusura più eclatante è stata quella, dal 1 luglio, del Palaunimol, struttura universitaria che ha dato una straordinaria ‘mano’ nell’immunizzazione della popolazione di Campobasso e non solo.

Nell’ordine delle cose – e da sempre nel piano del Generale – c’è ad ogni modo la progressiva chiusura dei vari hub vaccinali. Il loro apporto, fondamentale ancora in questa fase, verrà a mano a mano ‘scalzato’ da quello degli studi medici e delle farmacie, capillarmente presenti sul territorio. Anche perché si ridurrà sempre più la quota di vaccini giornaliera da somministrare e pertanto diverranno anti-economici i grandi centri. Medici di base e farmacisti invero si stanno già dando da fare in molte regioni d’Italia ma il Molise in questo sembra essere la Cenerentola d’Italia.

 

Settembre è vicino e bisogna ‘correre’ quello che Figliuolo ha definito l’ultimo miglio. Da ieri ha preso sempre più corpo l’ipotesi di estendere in qualche modo l’obbligo vaccinale non solo al personale degli istituti scolastici – docente e non – ma altresì agli studenti stessi. La decisione potrebbe concretizzarsi nelle prossime ore ma, se l’idea del green pass scolastico divenisse realtà, è del tutto evidente che da qui a metà settembre bisognerà improntare un’organizzazione davvero capillare ed efficiente.

Tornando al Molise, negli ultimi giorni si è assistito a un calo – seppur non così massiccio – delle somministrazioni quotidiane. E qui ritorna in ballo il discorso delle minori forniture Pfizer, il vaccino che è stato largamente utilizzato – molto più degli altri – per immunizzare la popolazione sin qui. Ma di strada da fare ce n’è ancora tanta e, frattanto che le consegne del vaccino tedesco non riprenderanno con la loro sistematicità, si riprogrammano i piani e si decide come utilizzare gli altri farmaci.

E allora il monodose Janssen, si legge nella nota Asrem, verrà utilizzato per immunizzare gli over 60 non ancora vaccinati. Che poi non è una novità, perché ad eccezione del vaccine-day aperto a tutti dello scorso 8 giugno, le (poche) dosi del preparato di Johnson&Johnson sono state appunto riservate all’utilizzo per i soggetti in età sopra i 60 anni da effettuare negli studi dei medici di base (pochi anche loro) che hanno detto sì a questa incombenza. Ma – come abbiamo notato analizzando i report giornalieri delle vaccinazioni – di dosi Janssen ne è stato somministrato davvero un numero quotidiano irrisorio. Ieri invece il cambio di passo si è già visto (103 dosi somministrate, mentre prima spesso queste non superavano la decina).

Quanto alle classi di età sotto i 40 e sopra i 16, il vaccino che si utilizzerà in questa fase sarà il Moderna. Sono in tanti – trentenni, ventenni e giù a scendere d’età – ad aspettare la loro dose di immunità. Anche perché, ormai lo sappiamo, dal 6 agosto aver fatto almeno una iniezione di anti-Covid sarà dirimente per fare molte cose (leggasi Green Pass). A maggior ragione lo sarà se passerà la linea di utilizzare questo ‘passaporto’ anche per la ripresa della routine scolastica. Questa dimenticata… (rm)

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