Riccia

Appiccato il fuoco contro un bar: aveva riaperto dopo il lungo lockdown. Presentata la denuncia, si indaga sui responsabili

Il Sine Qua Non di Davide e Gianni, in una zona centrale di Riccia, nel mirino dei piromani. Intorno alle 3 e mezza della notte scorsa un vicino ha lanciato l’allarme. Danni limitati alle porte per l’intervento dei vigili del Fuoco. Si sospetta una bravata o un dispetto. E’ la prima volta che accade una cosa simile: il locale ha aperto dieci anni fa, sempre con la stessa gestione.

Le fiamme sono state poco appiccate poco prima delle 3 e mezza della notte, quando un residente di via Benevento, a Riccia, ha visto le lingue di fuoco che si arrampicavano sul muro. Ha dato subito l’allarme, chiamando il proprietario dello stabile che stava dormendo al piano superiore dell’edificio. Ma il bersaglio del rogo doloso – non c’è alcun dubbio infatti che si tratti di un atto intenzionale – era un altro, e cioè il bar ristorante al piano terra della palazzina, a pochissima distanza da piazza Umberto I che costituisce il cuore urbano di Riccia nonché il posto più frequentato.

A quell’ora però la partita era finita da un pezzo, la sfilata coi caroselli della festa azzurra si era conclusa e non c’era nessuno in giro. Il Sine Qua Non, inoltre, aveva chiuso battenti alle ore 19, perché i gestori avevano spostato il punto di somministrazione cibo e bevande altrove, dove è stato allestito un maxischermo per permettere alla popolazione di guardare la semifinale all’aperto.

Non ci sono testimoni capaci di individuare elementi utili a ricostruire l’accaduto e l’unica speranza è affidata alle telecamere del servizio cittadino di sorveglianza del quale la cittadina fortorina è dotata. I carabinieri stanno vagliando i filmati reperiti, con l’obiettivo di risalire ai responsabili che si sospettano essere del posto.

Se si sia trattata di una bravata, di un dispetto motivato da invidie o da altro ancora saranno gli inquirenti a doverlo stabilire. Sicuramente risulta difficile ipotizzare rogo a scopo di estorsione in un contesto che finora è rimasto immune completamente da questi fenomeni.

I titolari del Sine Qua Non, birreria e ristorante conosciuto e apprezzato a Riccia, sono Davide Morrone e Gianni D’Onofrio, entrambi con meno di 40 anni, soci dal 2011 quando hanno deciso di avviare l’attività nel luogo in cui sono nati, cresciuti e dove hanno famiglia. E dove nella scorsa notte è accaduto qualcosa di singolare e inquietante sul quale si dovrà far luce. I danni, riferiscono gli stessi proprietari, sono limitati fortunatamente alle due porte di ingresso, che devono essere sostituite. Il fuoco non ha fatto in tempo a penetrare, ed è stato evitato di creare problemi di inagibilità al locale o rotture del quadro elettrico che avrebbero richiesto tempi lunghi di riparazione e bonifica.

La scientifica del 115, che stanotte è stata sul posto insieme con i carabinieri di Riccia, non ha trovato punti di innesco particolare. Il fuoco è stato alimentato dal diesel e non dalla benzina. Non ci sono tracce di materiale esplosivo. Probabilmente l’opera di una o più persone inesperte, non certo –a almeno in apparenza – un “lavoro” da professionisti.

Davide, dopo la mattinata in cui ha presentato denuncia presso i militari dell’Arma, racconta che in un decennio di lavoro mai è stato registrato un episodio simile, che la popolazione definisce “atto ignobile” e “vigliaccata” sui social, dove si sta discutendo della vicenda e dove anche l’ex sindaco Micaela Fanelli in un post commenta: “Un gesto di una gravità unica. Qualcosa che non è mai accaduto prima d’ora a Riccia. Esprimo sconcerto e la ferma condanna verso chi ha messo in atto questa azione spregevole. Massima solidarietà a Davide, Gianni e a tutti gli amici di via Benevento”.

Solidarietà è espressa da moltissimi, insieme all’incitamento ad andare avanti, a essere “energia positiva e legante di questa comunità”, come scrive una ragazza. Davide e Gianni avevano riaperto il loro locale dopo un anno e mezzo di alti e bassi imposti dalla crisi pandemica con conseguenti chiusure e limitazioni rigide per i locali dello svago e della socialità, dei quali i bar nei nostri paesi rappresentano il punto massimo.

“Non è stato facile – dice Davide – ma siamo riusciti a riprenderci, a ricominciare. E continueremo: questo è il nostro lavoro e la nostra vita”. Il Sine Qua Non riaprirà domani pomeriggio, mentre l’attività di indagine va avanti.

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