Si sono concluse attorno alle 10,30 di oggi 9 luglio le operazioni dei palombari della Marina Militare arrivati da Taranto che hanno fatto brillare gli ordini ritrovati sul mezzo anfibio della Seconda Guerra Mondiale, avvistato poche settimane fa da alcuni bagnanti a circa 5 metri di profondità dalla riva del lungomare nord all’altezza degli stabilimenti La Perla e Mistral.
Il Gruppo Subacquei ha iniziato di buon mattino, poco dopo le 6, lavorando nell’area circoscritta per effetto di una ordinanza del comandante della Capitaneria di porto di Termoli Amedeo Nacarlo. Il gruppo composto da sette palombari, dei quali un infermiere a supporto medico, si è immerso nelle acque del mare di Termoli coadiuvato da tre motovedette della Capitaneria di porto.
Gli ordigni visibili all’interno del Dukw degli Alleati sono stati prelevati e trasportati al largo, oltre un miglio dalla costa. Lì 10 proiettili d’artiglieria e i relativi bossoli sono stati fatti brillare in sicurezza.
Un’operazione rara dalle nostre parti, ma svolta con una certa frequenza dagli esperti sub della Marina Militare che più o meno ogni settimana vengono chiamati per far brillare materiale esplodente dei quali i mari sono evidentemente ancora pieni.
“Le operazioni di oggi sono concluse. Sono stati rimossi tutti gli ordigni visibili e di facile asportazione” hanno fatto sapere in Palombari della Marina Militare, “ma a breve torneremo con una nuova immersione perché non escludiamo che ci siano ulteriori ordigni all’interno del mezzo anfibio, che non sono visibili e potrebbero non essere facili da estrarre”.
Ordigni che al momento non sono visibili ma che potrebbero rappresentare un ulteriore pericolo per l’incolumità pubblica. Successivamente si penserà all’eventuale rimozione del veicolo dal mare di Termoli.
Si tratta, come anticipato, di un anfibio Dukw (chiamato Anatra perché richiama la forma del volatile) che era usato ai tempi della guerra per il trasporto di merci e persone in luoghi ostili o in aree dove i porti non erano accessibili o disponibili.
Trasportava oltre a beni di prima necessità, barelle e infermerie mobili, anche munizioni e bombe per la contraerea. La società americana Sparkman & Stephens aveva collaborato con la General Motors per produrre quel camion anfibio così particolare, in grado di trasportare sia truppe che merci dentro e fuori dall’acqua.
Il mezzo anfibio Dukw è rimasto nelle acque di Termoli per ben 78 anni ad appena 300 metri dalla riva ma nonostante questo è intatto: non avrebbe nemmeno segni di ruggine, si presenta in ottimo stato di conservazione. Ed è anche per questo che la scoperta è sensazionale.
Il veicolo è un reperto militare di straordinaria rilevanza, e già alcuni giornali nazionali (come La Stampa) si sono interessati all’argomento, dandone notizia nei dettagli. Inspiegabilmente invece i media molisani ne stanno parlando poco o per nulla.
La cosa che sorprende maggiormente poi è il silenzio dell’Amministrazione comunale di Termoli, che non è intervenuta nemmeno con un comunicato stampa o una parola di interesse nei confronti di un pezzo di storia che potrebbe essere conteso da musei di prestigio. Come conferma l’interesse manifestato già da diverse strutture e da alcuni ricercatori verso gli autori del ritrovamento.
L’unico che finora si è mostrato sensibile alla scoperta è il consigliere Francesco Rinaldi, impegnato in una sua personale ricostruzione di quello sbarco che risale al 3 ottobre 1943 attraverso anche la selezione di documenti storici negli archivi inglesi. Rinaldi sta svolgendo delle ricerche e si sta muovendo per celebrare l’anniversario dello sbarco alleato a Termoli il prossimo 3 ottobre.
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