Richiami: sì, no, come

Vaccini in vacanza, primi stop dalle Regioni. Toma: “Siamo disponibili a patto che ci siano le dosi”

In una lettera inviata ai presidenti delle Regioni, il commissario straordinario all'emergenza covid Figliuolo ha chiesto "maggiore flessibilità nella prenotazione delle vaccinazioni". Un invito che costringerà le autorità sanitarie locali a riorganizzare la 'macchina', a reperire dosi in più e il personale sanitario per potenziare i punti vaccinali. Le Regioni hanno espresso la contrarietà a fare le iniezioni ai turisti che soggiornano per brevi periodi

Se sono un turista in vacanza a Termoli potrò fare il richiamo? Oppure se sono un molisano e mi trovo fuori regione per la villeggiatura posso sottopormi alla seconda dose nel luogo in cui sono in ferie? Se lo chiedono in tanti, sicuramente tutti coloro che hanno iniziato a programmare l’estate, il relax e il divertimento sapendo al tempo stesso che tra luglio e agosto saranno ricontattati per la vaccinazione anti-covid.

Il commissario nazionale all’emergenza covid Francesco Paolo Figliuolo ha chiesto alle Regioni più “flessibilità nelle prenotazioni”. E poi ha esplicitato in una lettera inviata ai presidenti cosa si aspetta nelle prossime settimane, quando sarà necessario contemperare le esigenze delle persone di andare in vacanza senza per questo rallentare la campagna di immunizzazione che sta per andare incontro ad una fase clou dopo l’apertura delle adesioni alle fasce più giovani.

“Con l’approssimarsi della stagione estiva e della chiusura delle scuole – scrive il commissario, bisogna “attuare procedure flessibili di prenotazione della vaccinazione che consentano ai cittadini la definizione della tempistica vaccinale già dalla scelta della data della prima dose”. Quindi, “già in fase di prenotazione dovrà essere possibile trovare la data migliore per il richiamo e far sì che già in quella fase si possa spostarlo eventualmente in un altro giorno nel range dei 42 giorni o delle 4-12 settimane“, scrive Figliuolo. “Dare flessibilità significa che con un numero verde, oppure andando online è possibile spostare la data in un altro giorno. Ritengo sia fattibile, nei tempi tecnici di adeguamento dei sistemi informatici”.

Più facile a dirsi che a farlo in realtà.

Tanto è vero che nelle scorse ore i governatori hanno posto i primi veti, alcuni dei quali messi nero su bianco ed esplicitati nel documento che era stato licenziato dalla Commissione Salute in seno alla Conferenza delle Regioni.

Per ora queste ultime si sono espresse sulla “fattibilità” di somministrare la seconda dose ai lavoratori stagionali (camerieri, bagnini, animatori per fare qualche esempio), al personale scolastico e universitario, agli esponenti delle forze dell’ordine e ai miliari. Ovviamente previa ricezione di un numero adeguato di fiale dei farmaci anti-covid.

Per i turisti invece “la necessità di vaccinazione presso la regione in cui si trascorrono le ferie dovrebbe rappresentare un’assoluta eccezione”. E quindi “le persone che soggiornano per una breve durata dovrebbero essere automaticamente escluse dalla vaccinazione dei luoghi di soggiorno turistico”. Nello stesso documento le Regioni chiedono alla struttura commissariale nazionale di “garantire un equilibrio delle dosi consegnate e una corretta tenuta dei flussi informativi”. In pratica, sarà necessario ridefinire e bilanciare le consegne dei vaccini alla luce del maggior afflusso di persone nelle località turistiche.

Per iniziare a programmare questa fase della campagna vaccinale si è svolta una prima riunione operativa alla presenza della struttura commissariale regionale e dei rappresentanti di Regione Molise e Asrem. Qualche ipotesi sul tavolo già c’è. C’era anche il governatore Donato Toma che a Primonumero dice brevemente: “Stiamo cercando di capire come fare. Se ci mandano le dosi che servono, possiamo fare anche noi i vaccini”.

L’operazione ‘vaccini in vacanza’ non sembra però proprio agevole: bisogna riorganizzare la ‘macchina’, potenziare i punti vaccinali delle principali località turistiche con il personale sanitario necessario, occorrerà avere a disposizione le dosi necessarie per vaccinare anche i turisti. E tutto dovrà essere nel giro di un paio di settimane per evitare che il sistema vada in tilt o che una persona non si presenti all’appuntamento per il richiamo. Il che ne vanificherebbe anche l’immunizzazione. (SP)

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