Termoli

Storia di una ecografia rinviata per 2 volte perché manca il medico: l’eredità del Covid pesa sull’assistenza

Lui è un cittadino bassomolisano che soffre di una patologia cronica e rientra tra i soggetti vulnerabili. Oggi avrebbe dovuto fare un eco-addome completa, al quale si era adeguatamente preparato come da protocollo sanitario, ma è stato rinviato a luglio. “E’ la seconda volta che accade – racconta – sempre perché nel Poliambulatorio di via del Molinello manca il medico”. Un caso che porta in luce i ritardi nella cura sul territorio peggiorati dall’emergenza pandemica

Lui è un cittadino bassomolisano che soffre di una patologia cronica e rientra tra i soggetti vulnerabili. Oggi avrebbe dovuto fare un eco-addome completa, al quale si era adeguatamente preparato come da protocollo sanitario, ma è stato rinviato a luglio. “E’ la seconda volta che accade – racconta – sempre perché nel Poliambulatorio di via del Molinello manca il medico”. Un caso che porta in luce i ritardi nella cura sul territorio peggiorati dall’emergenza pandemica

All’inizio era il 26 maggio. Poi era oggi 9 giugno. E oggi sarà il 7 luglio. Forse. Il dubbio è oltremodo fondato, dal momento che l’esame diagnostico è già stato rinviato due volte. “Speriamo non si avveri il proverbio che recita non c’è due senza tre, ma a questo punto tutto è possibile”.

A questo punto il disagio è già consolidato, e il diritto alla cura già compromesso. Succede a Termoli, ma potrebbe succedere (e succede, difatti) ovunque in regione. Un trentenne residente in città deve sottoporsi a una ecografia necessaria per controllare l’evoluzione di una patologia cronica della quale soffre e per la quale, come soggetto fragile, ha già ricevuto il ciclo vaccinale completo. Ma se per il vaccino anticovid le autorità sanitarie sono state veloci, per la malattia si tarda.

“Il medico non c’è” si è sentito rispondere questa mattina dall’addetto agli uffici di via del Molinello che ha chiamato per disdire l’appuntamento con il radiologo. “Era la stessa spiegazione che mi è stata riservata la volta scorsa” racconta Enrico (nome di fantasia per proteggere la privacy).

Non esattamente un disguido da poco conto, sia perché l’uomo ha bisogno di fare questo tipo di accertamento ai fini delle terapie con le quali è trattato sia perché l’eco-addome prevede una serie di preparativi abbastanza impegnativi. Due giorni prima dell’esame bisogna iniziare ad assumere carbone vegetale, nella settimana precedente all’esame bisogna cambiare il regime alimentare e ridurre il più possibile il consumo di latticini, verdura, carboidrati e frutta. E ancora: occorre presentarsi all’esame a digiuno da almeno 6 ore e con una quantità di acqua in corpo che si deve cominciare a bere almeno un’ora prima dell’appuntamento. Insomma, per sintetizzare: una ecografia di questo tipo è un esame che una qualunque persona non vede l’ora di mettere in archivio, se non altro per tornare a vivere più normalmente.

Immaginate quindi che scocciatura essere avvisati, solo un paio d’ore prima dell’appuntamento e per la seconda volta consecutiva, che “ci spiace, ma dobbiamo rinviare al 7 luglio”.

Che poi, come ci racconta Enrico, in questo caso “ci spiace” non è stato nemmeno pronunciato. “Non una scusa, non un tentativo di gentilezza. Quando ho chiesto a che ora dovessi presentarmi il prossimo 7 luglio, cioè al terzo appuntamento e sperando che quel giorno il medico ci sarà, mi hanno poco cortesemente chiuso il telefono”.

E dire che se un cittadino non si presenta all’esame, come da ultime disposizioni, deve presentare una documentazione infinita e in largo anticipo, altrimenti paga la multa. “La Asrem, invece, può fare come vuole e senza nemmeno un minimo di cortesia e un chiarimento sull’orario, orario che io continuo a non conoscere. A che ora dovrà andare il 7 luglio, considerando che un’ora prima devo iniziare a bere acqua a volontà?”

Che la penuria di camici bianchi sia un segno distintivo della sanità locale è un fatto acclarato. I medici vengono sballottati a destra e manca nei poliambulatori del Basso Molise, e capita che manchino all’appello. E questo accade perché sono pochi, perché i servizi devono fare i conti sistematicamente con tagli e risparmi. Con l’emergenza covid, che ha monopolizzato le autorità sanitarie per un anno e mezzo, basta niente a far saltare in aria liste d’attesa e la radiodiagnostica, fondamentale nella prevenzione.

Dopo il prolungato blocco della sanità ordinaria, si fatica a riallacciare il filo dell’assistenza interrotta. Questi episodi, che sfociano in molteplici problemi organizzativi nella vita dei pazienti e suscitano una comprensibile rabbia per il modo in cui ci si sente trattati, sembrano l’annunciata risoluzione del problema della sanità ordinaria con il piano di recupero degli interventi sospesi e rimandati.

Solo questa mattina, d’altronde, avevamo raccontato la mancata soluzione delle criticità al Cup di Termoli.

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