Il declino

Spopolamento, l’altra “pandemia” del Molise: la “logica del dono” contro la desertificazione sociale

L’ultimo documento Istat sulla popolazione residente certifica ancora una volta la progressione del declino: solamente nei primi due mesi del 2021 la nostra regione ha perso 687 unità. Per molti borghi locali il rischio di una demografia spettrale sembra dunque dietro l’angolo. Ma finché la bandiera dell’appartenenza non sarà ammainata, l’amore partorirà speranza.

La notte è un luogo interiore. L’ultimo angolo di uno specchio nero: riflette, tra contorni di buio. E in questa cattedrale del silenzio, persino l’eroe può trovarsi solo. Ferito, abbandonato, in lacrime. Tra macerie e mostri.

Duemilaventuno. Il Molise la tenebra l’ha conosciuta. Covid e dintorni: pandemia luttuosa e desideri annegati tra i pianti. Anime: 491 di meno; esistenze piegate da un nemico invisibile, famiglie sconvolte dall’assenza, dal peso di un improvviso, paralizzante torpore. Il dramma nel dramma. Restrizioni, chiusure, farraginosità di sistema talvolta intessute di sapori polemici, economie sociali e domestiche in caduta libera. Il baratro emotivo a un passo.

Poi, però, la risalita: lenta, sofferta, graduale. Ma soprattutto ardentemente voluta; roba che a usare la stessa intensità e la medesima enfasi nel desiderio di un avvenire radioso si rischierebbe di centrar l’obiettivo davvero.

Si respira, ancora, vita nelle città. Le voci notturne esalano finalmente, levandosi sopra il pozzo di desertici coprifuoco e i balconi aperti sembrano come accoglierle, forse per una volta non rimproverandone il baccano. Lo spauracchio di una distopia a tinte orwelliane é più lontano, dunque, trafitto dalla luce dei guerrieri. Che un orizzonte libero del tutto, però, non ancora scrutano. Per una lieve, ma non per questo ignorabile, risalita dei contagi. E non solo. Vedere alla voce: “piaghe ricorrenti”. Lo spopolamento, ad esempio. Vero nemico di questa terra. Un’erosione endemica, che divora da dentro il rilancio di un futuro possibile. Una discesa che pare purtroppo costante: quasi settecento abitanti persi soltanto nei primi mesi del 2021. L’ultima fotografia dell’Istat sulla popolazione residente, infatti, non lascia spazio a interpretazioni: 296.547 al primo gennaio 2021, 295.860 a fine febbraio. In meno di due mesi, 687 unità in meno; non esattamente un dettaglio.

Si sentono spesso – sulla scia di queste e di altre problematiche che interessano il

Molise, come pure gran parte del Mezzogiorno – sirene nefaste sulle sorti dei piccoli centri, dei borghi, di territori come il nostro. Presagi che suonano a metà tra l’ammonimento e l’inesorabile. Prospettive che molto spesso sono incollate ai numeri soltanto, inchiodate a percentuali che ignorano una variabile potenzialmente decisiva: la volontà di amare. Questa nostra terra, le città ed i paesi che hanno cullato la nostra infanzia, i nostri sogni, a lungo dissetando speranze, spesso proteggendoci da incubi e dilemmi dolorosi.

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No, i numeri non riescono ad esprimere ogni cosa: i sentimenti non sono riducibili in cifre. I numeri, soprattutto, tendono a soffocare un concetto che resiste invece, ostinato più di ogni difficoltà: l’eroe non è morto, l’amore non ancora vinto.

Quell’eroe siamo tutti, quell’amore un’arma. È anche per questo che il Molise non cede. Nelle vetrine di nuovo accese, nei negozi ancora aperti, nei quartieri non più spenti al calar del sole, nelle scuole e nelle università in presenza, nei teatri, sui campi sportivi. Nei sorrisi di chi ancora crede.

Dunque, crediamo. Nelle potenzialità di questa terra, nelle sue istanze, nella sua preziosità; in quello che noi possiamo offrirle, più che in quanto può restituirci. Perché amare è questo: donarsi, nonostante tutto restare, avere meno per “essere più”. È sacrificare le seducenti nenie di sedimentati egoismi, l’ottica dell’uno, per incontrare e servire una indivisibile alterità. Così potremo finalmente invecchiare: forti nello spirito, più saggi del dolore, più scaltri del desiderio che talvolta ci inghiotte. Capaci finalmente di piantare la nostra bandiera su una sola terra, su una sola vocazione, su una volontà mai distratta. Su un solo amore.

 

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