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Qualità dell’aria, il piano regionale è solo sulla carta. Nola (M5S): “Toma spieghi cosa sta facendo”

Si torna a parlare del Piano regionale integrato per la qualità dell’aria in Molise. A rispolverare l’argomento è il consigliere regionale Vittorio Nola che denuncia come “a due anni dalla sua approvazione non è cambiato nulla”.

Il dito è puntato contro l’attuale governo regionale che, come molti ricorderanno, è una eredità del governo di centrosinistra sulla quale Toma ha messo solamente il cappello approvandolo senza modifiche o integrazioni.

Un piano già vecchio, insomma, “che già nel gennaio 2019- scrive Nola – che presenta una serie di lacune ancora oggi esistenti”.

Prima tra tutte l’assenza di riferimenti al cosiddetto ‘effetto cumulo’.

“In pratica non è presa in giusta considerazione l’azione congiunta di più fonti inquinanti nella stessa zona. Un problema non di poco conto, soprattutto in zone come la Piana di Venafro e le aree industriali di Campochiaro–Bojano e Termoli. Il cumulo delle emissioni, infatti, può nuocere alla salute pubblica: basta guardare la cronaca dei giorni scorsi, quando diversi cittadini hanno accusato malori proprio nei pressi di inceneritori e aree industriali.
Il Priamo, inoltre, non può prescindere da una stretta correlazione con un serio studio epidemiologico che in Molise non solo è stato approvato con anni di ritardo, ma ora è scomparso dall’agenda politica: non se ne ha più notizia dalla convenzione firmata a settembre 2019″.

E c’è dell’altro: “Non si può studiare seriamente l’impatto dell’inquinamento atmosferico se non si mette a sistema con gli studi sul controllo del suolo e delle acque. Basti pensare alle cicliche segnalazioni di schiume dense e maleodoranti nel torrente Rava a Venafro. Allo stesso modo non si può pensare di tutelare davvero l’ambiente e l’ecosistema senza un Piano regionale per la gestione dei rifiuti, che dovrebbe viaggiare di pari passo col Priamo. C’è poi un’evidente carenza nei monitoraggi. Non ci risulta che l’Arpa Molise sia dotata della necessaria strumentazione e gli stessi monitoraggi previsti dall’ormai vecchio Priamo sono insufficienti. Lo abbiamo già segnalato due anni fa: sostituire le centraline fisse con quelle mobili non può portare risultati attendibili. Ed è inoltre necessario che quelle stesse centraline di rilevamento siano in grado di individuare anche il particolato ultrafine. Negli anni ’90 si indagava sull’inquinamento da Pm10, ma oggi non è più sufficiente, servono centraline in grado di monitorare anche le Pm 2,5″.

Insomma quello descritto è un quadro a tinte fosche dal quale emerge l’assenza di vere politiche di contrasto, di dati aggiornati a cui si aggiunge un monitoraggio scadente

“Davanti a queste carenze e alle preoccupazioni dei cittadini, abbiamo deciso di depositare un’interrogazione urgente in Consiglio regionale, inviata al presidente della Giunta che detiene anche la delega all’Ambiente. Ora Toma deve chiarire una volta per tutte se sono state avviate le attività di revisione del Priamo e quelle del Piano regionale dei rifiuti; se è stato predisposto un Piano per il monitoraggio della qualità del suolo e se intende sollecitare l’Arpa Molise a pubblicare il rapporto 2020. Ma vogliamo anche sapere qual è lo stato di attuazione dello studio epidemiologico che riguarda la Piana di Venafro. Sono risposte importanti. Non dimentichiamo che di inquinamento si muore due volte: muore l’ambiente, in un territorio con un enorme potenziale paesaggistico e turistico; e purtroppo muoiono i nostri corregionali, per malattie che potrebbero ricondursi alla qualità delle acque, del suolo o dell’aria. Basta tergiversare, è ora di affrontare seriamente questo tema”.

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