Sanità in affanno

Pochi medici negli ospedali, i parlamentari Testamento e Ortis rilanciano intervento di Emergency

Presto sarà inviata una lettera al premier Mario Draghi per chiedere "una soluzione simile a quella adottata in Calabria". Appello anche agli altri parlamentari molisani

L’sos lanciato dal pronto soccorso dell’ospedale di Isernia ha riacceso la spia rossa sulla carenza di medici nella nostra regione. C’è solo una soluzione: l’intervento dei medici di Emergency nelle strutture sanitarie pubbliche della nostra regione, come è avvenuto in Calabria. E’ la richiesta che faranno al presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi i parlamentari Rosa Alba Testamento e Fabrizio Ortis. 

A dire della deputata e del senatore ex M5S, l’organizzazione no profit di Gino Strada può essere coinvolta, come già avvenuto in Calabria, per rispondere alla urgente domanda di salute della popolazione: per questo Testamento e Ortis hanno fatto appello a tutti i parlamentari del Molise a sottoscrivere la lettera rivolgendosi in pratica all’onorevole Federico e all’ex senatore grillino Di Marzio, alle parlamentari Tartaglione (Forza Italia) e Occhionero (Italia Viva).

Insomma, “una battaglia comune per il bene dei molisani e a sostegno del diritto alla salute previsto dalla Costituzione”.

La missiva sarà trasmessa anche al fondatore di Emergency, Gino Strada, e per conoscenza al ministro della Salute Roberto Speranza, al capo Dipartimento della Protezione Civile nazionale Fabrizio Curcio e al commissario ad acta della Sanità molisana, Flori Degrassi.

All’interno, viene evidenziata, per l’ennesima volta, la gravissima situazione di carenza di personale negli ospedali molisani, tale da mettere a rischio il diritto alle cure della popolazione.

In 12 anni di commissariamento regionale, la sanità molisana ha subito tagli di personale e chiusure di ospedali e reparti pubblici, oltre allo smantellamento della rete di emergenza-urgenza e al ridimensionamento dei presidi sanitari di comunità. Il tutto, si legge nella missiva, “mentre le strutture private accreditate hanno continuato a ingrandirsi in maniera sproporzionata, potendo contare su un occhio di riguardo da parte della politica locale e nazionale, oltre che sul riconoscimento di budget ed extra-budget elevatissimi, che contribuiscono in maniera decisiva al cronico disavanzo finanziario del sistema sanitario regionale”.

Solo pochi giorni fa il Molise, insieme alla Calabria, è risultato essere ancora una volta la peggiore Regione italiana nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA), stando al Report di Coordinamento della Finanza pubblica della Corte dei Conti 2019, riferito dunque a dati precedenti alla pandemia. Dopo l’emergenza mondiale da Covid-19, alla crisi strutturale si è poi affiancata appunto quella pandemica, che ha ulteriormente peggiorato la situazione: per effetto di alcune “discutibili scelte politiche – continuano i parlamentari – il Molise è infatti l’unica Regione a non avere mai avuto un centro Covid; ciò ha creato una persistente promiscuità tra malati Covid e non Covid, bloccando i ricoveri e le prestazioni sanitarie ordinarie, comprese quelle relative alle patologie tempo dipendenti”.

La più grande emergenza continua però a essere la carenza di personale. Anche perchè “i bandi di concorso che sistematicamente non vengono attuati”, sottolineano la deputata Rosa Alba Testamento e il senatore Fabrizio Ortis. “In tutti gli ospedali, Pronto soccorso e presidi sanitari pubblici del territorio mancano medici specialisti e infermieri e questo, inevitabilmente, si ripercuote sulla capacità di tali strutture di rispondere efficacemente alla domanda di salute dei cittadini. Moltissime sono, infatti, le prestazioni ospedaliere e specialistico-ambulatoriali che rimangono inevase, e questo obbliga molti cittadini a ricorrere ai soliti privati accreditati.
Le criticità in questione sono state, nel tempo, ampiamente evidenziate al Ministero della Salute, “utilizzando tutti gli strumenti parlamentari a nostra disposizione e, perfino, con azioni eclatanti davanti alla sede del dicastero per chiedere un incontro col Ministro Roberto Speranza. L’interlocuzione col Ministro è poi avvenuta: ma nulla, successivamente, è cambiato”.
In Molise, ricordano infatti Testamento e Ortis, “durante questa pandemia sono mancati specialisti in Rianimazione, Anestesia, Malattie infettive; e nessuno ha fatto nulla. Il risultato di questa assurda condotta è sotto gli occhi di tutti: più di cinquecento morti per Covid, vite spezzate e famiglie che non saranno mai più come prima”.

Di fronte a questo stato di cose, nei giorni scorsi si è registrato l’intervento pubblico del primario del Pronto soccorso dell’ospedale di Isernia, Lucio Pastore, da anni impegnati in difesa della sanità pubblica, che ha detto senza mezzi termini che “se la sanità molisana si deve privatizzare, il pubblico non deve essere messo nelle condizioni di funzionare”.

Di qui l’appello di Testamento e Ortis a Draghi: coinvolgere direttamente Emergency in Molise, “sul modello di quanto già avvenuto in Calabria e nelle modalità più opportune, al fine di rispondere alla urgente domanda di salute della popolazione, nella piena convinzione che da una eventuale collaborazione e un impiego, seppur transitorio, di personale di Emergency possano derivare riflessi finalmente positivi per il sistema sanitario pubblico regionale”.

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