In aula questa mattina, 23 giugno, davanti al collegio formato dai giudici Scarlato, Casiello e Desanti c’era anche il capo della Procura, Nicola D’Angelo. Coordinatore – assieme al sostituto Vittorio Gallucci – di una delle maxi inchieste antidroga più importanti degli ultimi quindici anni.
E’ iniziato oggi a Campobasso il maxiprocesso che ha scoperchiato le infiltrazioni della camorra in Molise legate al traffico di cocaina. Sono trenta le persone imputate che dovranno sostenere il rito ordinario e certamente si tratta di un processo che scuoterà ulteriormente le coscienze di chi “continua a sottovalutare il problema del consumo di sostanze stupefacenti in regione” come da sempre ripete il capo della Procura.
Piazza Pulita, la Cassazione dà ragione alla Procura: il camorrista va ai domiciliari
Un processo che dovrà ammettere la presenza delle infiltrazioni della camorra in Molise e che questa è parte della forma mentis di certe dinamiche negli ambienti dello spaccio molisano.
A Campobasso, in aula questa mattina c’erano decine di avvocati, molti anche della vicina Campania, per adempiere alle formalità previste in apertura di dibattimento.
Sono 30 gli imputati. L’inchiesta è “Piazza Pulita” condotta dai carabinieri e dalla guardia di finanza. Un’indagine con la quale la Distrettuale antimafia ha reciso i tentacoli – per ora – di un’organizzazione a stampo camorristico. Gli inqiurenti hanno smantellato un’organizzazione criminale dedita non soltanto al traffico di droga ma anche alle estorsioni con dinamiche mafiose, fino alle minacce a mano armata. Trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio con il reimpiego di denaro frutto delle attività di spaccio attraverso l’attività commerciale “Adriatica Pellet” di Bojano.
Un’organizzazione che coordinava le attività di altre due associazioni a capo delle quali c’erano pregiudicati molisani. Quella “di vertice” era guidata da un campano affiliato al clan Rega di Pomigliano d’Arco, arrivato a Bojano nel maggio del 2017 per scontare un provvedimento restrittivo e stabilitosi nella cittadina matesina insieme alla sua famiglia. A lui rispondevano 10 persone.
Questa mattina, al di là di altre posizioni precedentemente vagliate, si aperto il processo per 30 delle persone raggiunte dalle misure disposte dalla Procura.
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