In Box

In box

Oltre l’emozione. L’esempio di Guglielmo Epifani

Sono trascorse poche ore dalla scomparsa di Guglielmo Epifani e già lo scorrere frenetico di nuove notizie archiviano quella vita nello scaffale immaginario di una società senza tempo dove il presente inghiotte il passato e divora il futuro. Ho apprezzato le tante voci che ne hanno tracciato il profilo garbato, il tratto gentile, l’eleganza innata, la tenace propensione all’ascolto e all’unità, e una straordinaria competenza posta a servizio dell’ideale del lavoro e del socialismo.

Fervente antifascista, Guglielmo Epifani si è adoperato nel sindacato, in politica e nelle istituzioni, a tener vivi i valori costituzionali della lealtà del confronto, della difesa della democrazia e della ricerca di una sintesi più avanzata capace di garantire, a tutti e a ciascuno, dignità, diritti, opportunità e tutele. In un epoca di atomizzazione sociale in cui si affermano largamente forze politiche che non esitano a ispirarsi a ideologie eversive, ci mancherà la sua tenacia, la sua radicalità riformista ed il suo impegno teso a ricostruire una cultura progressista capace di dare al lavoro una rappresentanza politica unitaria, forte, aperta ed inclusiva.

A chi ha avuto l’opportunità di camminare insieme a lui mancherà soprattutto la sua umanità, l’attenzione, il rispetto e l’esempio. Non potrò mai dimenticare la sua disponibilità in quel triste 31 ottobre 2002 quando seguì passo passo da Roma le operazioni di soccorso per estrarre dalle macerie i bimbi del 1996 della scuola di San Giuliano di Puglia. A distanza di 45 giorni visitò l’area del terremoto, si fermò nella tenda di Bonefro, testimoniò il cordoglio della CGIL alla comunità locale e intervenne  in un evento promosso in quel Palazzetto dello Sport trasformato in obitorio con parole di straordinaria umanità, sensibilità e fermezza. Spronò l’Italia solidale a soccorrere le popolazioni colpite e l’anno successivo tornò ad inaugurare una scuola costruita in sicurezza a JELSI coi contributi di CGIL-CISL-UIL e associazioni imprenditoriali del Piemonte attivate da Renzo Caddeo e Vincenzo Scudiere. Volle essere presente al gemellaggio che ne scaturì quando il Molise arrivò ad Avigliana e si strinse una relazione solidale Nord-Sud in nome del pane, del grano e del lavoro. L’ho visto intervenire con la stessa naturalezza sotto la tenda del presidio degli operai della RER nell’area industriale di Venafro e al Quirinale quando nel 2006 intervenne per le celebrazioni del 100° della CGIL.  Oltre  l’emozione e lo sgomento delle prime ore, ho voluto ricostruire tramite questi frammenti la straordinaria normalità di Guglielmo Epifani. Quotidianamente tutti sosteniamo il principio che tutti i territori sono uguali e hanno gli stessi diritti. In astratto è così, ma averlo visto al CEP di Campobasso incoraggiare gli operai del Pastificio La Molisana nel momento più buio di quella lotta, o averne constatato la concretezza anche in altro ruolo in occasione del riconoscimento dell’area di crisi complessa a tutela di altri lavoratori molisani, mi ha restituito il valore e lo spessore di una vita spesa per il lavoro e per il socialismo.

 

                                                                                  Michele Petraroia

commenta