Verso la conferma

Molise unica regione “a rischio moderato”. Arriva anche da noi la variante Delta, ma il vaccino funziona

Sequenziamenti in corso su un nucleo familiare già in isolamento, lunedì la conferma definitiva ma il pre-screening con l’attrezzatura specifica del laboratorio di Massimiliano Scutellà sembra aver già individuato il ceppo. Invito a non allarmarsi e intensificare la campagna vaccinale: l’immunità dei preparati anti-covid copre anche questa mutazione, sebbene a ciclo completato. Sul fronte monitoraggio, il Molise è l’unica regione classificata a rischio ‘moderato’ mentre tutte le altre sono a rischio basso ma si tratta di una progressione che coinvolge solo i numeri del contagio e non quelli delle ospedalizzazioni.

In Italia la variante Delta è in aumento con una percentuale del 16,8%, mentre la più diffusa rimane ancora la variante Alfa al 74,92%. Il dato è di poche ore fa (oggi venerdì 25 giugno) e arriva dall’Istituto Superiore di Sanità che precisa anche che, dalle prime segnalazioni di sequenziamenti, si segnala un aumento, in percentuale, dei casi di variante Kappa e Delta, la cosiddetta indiana e di un suo sottotipo. È evidente – ed era già accaduto con la variante Alfa ovvero inglese – che la Delta stia diventando prevalente.

E potrebbe accadere in tempi ragionevolmente rapidi anche in Molise, dove si attende l’esito finale del sequenziamento su campioni appartenenti a uno stesso nucleo familiare. I sospetti sono fondati sul pre-screening già effettuato nel laboratorio di biologia molecolare del dottor Massimiliano Scutellà, al Cardarelli. “Il sospetto – spiega lo scienziato – è basato sulla valutazione dello screening e sull’analisi delle curve di amplificazione”. La conferma definitiva arriverà solo lunedì prossimo, a sequenziamento concluso, ma sembra evidente che la variante sia stata individuata anche in Molise, dopo i casi accertati in Puglia e poi in Abruzzo, peraltro in località costiere e limitrofe alla costa molisana.

Nessuna sorpresa, dunque, e nemmeno eccessi di allarmismo. Allo stato attuale la situazione è favorevole più all’uomo che al virus, complici sia le temperature estive e la permanenza all’aperto il più possibile dove, ormai lo sappiamo, il pericolo di contagiarsi è davvero minimo, sia lo stato della campagna vaccinale. Circa il 60% dei molisani ha già avuto la prima dose di vaccini, e le categorie fragili, a maggior rischio di ospedalizzazione, hanno concluso il ciclo di immunizzazione, garantendosi una alta copertura dal rischio di infettarsi anche con la variante Delta, considerata ancora più trasmissibile della variante Alfa. I vaccini funzionano contro le mutazioni del Sars-Cov-2 finora note e isolate, compresa la Delta.

Sia la Asrem che il Dipartimento di prevenzione sono stati informati, e la famiglia sospettata di infezione da Delta si trova in isolamento.

Intanto ci sono ancora risultati che presentano qualche tinta fosca per quanto riguarda la nostra regione sul fronte del monitoraggio settimanale di Ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità. Il Molise è infatti l’unica regione classificata a rischio ‘moderato’ mentre tutte le altre sono a rischio basso.

Nulla di preoccupante però dal fronte ospedaliero: il tasso di occupazione della Terapia Intensiva è allo 0% da giorni (al 4% in media in Italia) e quello relativo alle aree mediche è al 4% (in linea con la media italiana).

Altro piccolo campanello dall’allarme – non meglio precisato – per il Molise: solo tre regioni, tra cui appunto la nostra oltre a Puglia e Veneto, riportano una allerta di resilienza, le altre nessuna.

Da lunedì 28 giugno insomma tutta Italia (era rimasta in giallo la sola Valle D’Aosta) sarà in zona bianca ma Iss e Ministero avvertono: “Vengono segnalati anche in Italia focolai di varianti del virus Sars-CoV-2, in particolare della variante Delta, che presentano una maggiore trasmissibilità e/o la potenzialità di eludere parzialmente la risposta immunitaria. La circolazione di queste varianti ha portato ad un inatteso aumento dei casi in altri Paesi europei con alta copertura vaccinale, pertanto è opportuno realizzare un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi. Il raggiungimento di una elevata copertura vaccinale ed il completamento dei cicli di vaccinazione rappresenta uno strumento indispensabile ai fini della prevenzione di ulteriori recrudescenze di episodi pandemici”.

 

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