Termoli

Mezzo militare in mare, prima di valutare il recupero l’indagine dei sub dovrà accertare l’assenza di esplosivo video

La Capitaneria di Porto di Termoli ha attivato tutte le procedure del caso allertando la Prefettura e delimitando l’area di mare che si trova nel raggio di 20 metri dal luogo del ritrovamento di quello che sembra un mezzo militare risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Non si tratta di un ordigno ma prima dell’eventuale recupero del relitto – rispetto al quale la Soprintendenza dei Beni Culturali sarà chiamata a effettuare una valutazione circa la valenza storica – andrà valutata la eventuale presenza di materiale esplosivo

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Dei sub professionisti si immergeranno per effettuare una prima valutazione del mezzo ritrovato (casualmente) sul fondale del mare di Termoli, per vagliare anche l’eventuale presenza di materiale esplosivo o munizioni inesplose. Non si conosce ancora l’esatta tempistica ma il Comandante della Capitaneria di Porto di Termoli, il Capitano di Fregata Amedeo Nacarlo, assicura che ciò avverrà in “tempi rapidi”.

Incredibile scoperta sul fondale di Termoli: jeep militare o mezzo anfibio della seconda guerra mondiale – ESCLUSIVO

Dopo lo straordinario ritrovamento, avvenuto a circa 300 metri dalla riva e a 5-6 metri di profondità nel tratto di mare antistante il lido balneare La Perla (costa Nord), di quello che sembra un anfibio – mezzo militare utilizzato dagli Alleati in occasione degli sbarchi alla fine della Seconda Guerra Mondiale e che dunque sarebbe affondato una settantina di anni fa -, la Guardia Costiera ha attivato tutte le procedure del caso. La prima, e più urgente, ha a che fare con la messa in sicurezza dell’area e la contestuale tutela dell’incolumità delle persone.

In prima battuta (prima del video subacqueo che ha cambiato le carte in tavola) si era pensato alla carcassa di un veicolo – non meglio precisato – e la Guardia Costiera, che si era recata sul posto a seguito della segnalazione del cittadino che aveva avvistato la ‘strana presenza’ sul fondale sabbioso, aveva consequenzialmente diramato un avviso ai naviganti che segnalava della presenza di un mezzo che poteva essere di ostacolo alla navigazione pregiudicando pertanto la sicurezza.

Poi, a seguito di un articolo redatto da Primonumero.it corredato dalla documentazione video esclusiva, lo scenario è radicalmente mutato. “Non ce lo aspettavamo in effetti”, così il Comandante che non esita a parlare di stupore per la insolita notizia.

I dubbi ormai sono pochi: il veicolo è con tutta probabilità un mezzo militare ed è per questo che non si può escludere la presenza di materiale esplosivo (proiettili o munizioni, verosimilmente). “Non si tratta di un ordigno e la tipologia del mezzo sembra rassicurante”, le parole del Comandante che però – trattandosi appunto di un mezzo militare – ribadisce come tutte le operazioni che verranno predisposte dovranno scongiurare prima eventuali pericoli legati ad esplosioni. Se ci fosse materiale esplodente prima dell’eventuale recupero del mezzo si dovrà procedere infatti a farlo brillare, con tutte le precauzioni che una simile operazione comporterebbe e che non potrebbe avvenire in mare, anche perché stiamo parlando di una zona marina non lontano dalla costa.

La incredibile scoperta porta in sé due profili, però: oltre a quello della sicurezza c’è quello legato all’interesse storico che un rinvenimento di questo tipo tira in ballo. Il mezzo adagiato sulla sabbia – e che a giudicare dal video girato con una Action cam subacquea sembra piuttosto integro – ha aperto uno squarcio sulla storia di Termoli e sulla sua battaglia nella liberazione dall’occupazione nazifascista. L’interesse storico del reperto sarà oggetto di valutazione – ci spiega sempre il Comandante Nacarlo – da parte della Soprintendenza dei Beni Culturali che stabilirà, altresì, quale sarà il modo migliore per la conservazione dello stesso. Non si può escludere insomma – come accaduto anche in casi simili in altre parti d’Italia – che sia proprio la permanenza in mare il modo per non ‘intaccare’ il veicolo.

Frattanto il mezzo, prima dell’immersione subacquea da parte di agenti della Marina Militare e della Guardia Costiera che daranno le prime informazioni a riguardo, resterà lì dov’è e la Capitaneria, che ieri ha emanato una apposita ordinanza, vigilerà affinché i divieti vengano rispettati. “Stiamo provvedendo a posizionare un gavitello di modo da rendere visibile il punto esatto”. In quell’area, nel raggio di 20 metri dal punto individuato dalle coordinate prese in corrispondenza del relitto, la balneazione è stata infatti vietata, così come precluse sono le immersioni subacquee, le attività di pesca e quelle di ancoraggio dei natanti.

C’è da dire che il mezzo è sul fondale in una zona già interdetta, per la vicinanza alla costa, alla navigazione dei mezzi a motore. Il signor Marinucci, autore del ritrovamento, poteva infatti raggiungere quella zona con la sua tavola proprio perché localizzata nelle acque dove la balneazione è consentita.

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Che scenari si aprono ora? La possibilità che il mezzo venga recuperato e tirato fuori dal mare, sebbene non scontata, è plausibile. Ma di tempi certi non ce ne sono e “non dipenderà da noi una decisione in tal senso”, le parole del numero uno della Guardia Costiera termolese. Nel caso ciò avvenisse, sarebbe interessata una ditta specializzata anche perché i mezzi adeguati allo scopo non sono in dotazione alla Guardia Costiera. “Servirà una piattaforma e una draga per riportare alla superficie il mezzo”. Un’operazione dai costi tutt’altro che trascurabili. Andrebbe nel caso anche individuato un posto idoneo per la conservazione (e magari l’esposizione) del residuato bellico. Il Comandante avverte però anche dei rischi che il recupero del mezzo potrebbe comportare. “Solitamente quando si va a sollevare un qualcosa incagliato nella sabbia, a causa del peso dell’acqua c’è la possibilità che tirandolo su questo si vada a spezzare”.

Gli interrogativi, insomma, rimangono ancora aperti così come i capitoli che si potranno scrivere su questa inusitata storia per la città.

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