Medicina territoriale in affanno

Medici 118, l’emorragia è inarrestabile: ne servono 96, ce ne sono 56. E al bando hanno risposto solo 4

A rischio il servizio di emergenza, soprattutto con l’arrivo dell’estate che si annuncia affollata. Denunce da più parti, e intanto al bando Asrem per reperire 25 operatori sanitari di 118 hanno risposto solo 4.

Le fila dei medici del 118 sempre più sottili e fragili. Troppo pochi (così come quelli della guardia medica) e con l’aggravante che ora partono le turnazioni per le ferie e che molti passano a miglior impiego andando a occupare le caselle dei medici di base lasciate scoperte dai pensionamenti. Perché si tratta di un lavoro meno faticoso e molto meglio retribuito.

La domanda è inevitabile, vista anche la concomitanza con l’inizio di una stagione estiva che si annuncia quantomeno affollata: come sarà garantito il servizio di potenziamento delle ambulanze se anche il servizio 118 è compromesso? Un dato su tutti, che racconta meglio di pagine e pagine che livello di emergenza viva ha il Molise. I medici 118 da organico dovrebbero essere 96, ma nella realtà ne sono 56.

Mancano all’appello 40 camici bianchi, e al bando pubblicato tempo fa dalla Asrem per reperire 25 figure con i requisiti per lavorare nelle postazioni delle emergenze hanno risposto soltanto 4 interessati. Ancora una volta si dovrà fare i conti con i contratti a termine, prestazioni aggiuntive, con tutto quello che ne consegue. Ancora una volta la medicina territoriale costretta a fare i conti con ridimensionamenti impossibili.

La Uil, tramite il segretario Tecla Boccardo, ha già lanciato un allarme che si somma all’ennesimo appello del Forum molisano in difesa della sanità pubblica sulla grave carenza di personale.

Dopo i servizi di base, anche il 118 nella scure dei tagli

“Alcune tra le attuali postazioni 118, gli ultimi presidi rimasti sul territorio a garantire un tempestivo soccorso medico ai molisani – dice Tecla Boccardo – saranno privi della figura del medico perché non ce ne sono abbastanza. A vent’anni dall’avvio del servizio 118 in Molise nulla è cambiato, anzi si sta peggiorando. L’inerzia della politica è inaccettabile. È ormai noto a tutti che in Molise non solo non sono garantiti livelli minimi essenziali di assistenza, ma comincia a essere in affanno anche il servizio di emergenza territoriale, mentre la rete per l’emergenza delle patologie tempo dipendenti non è mai esistita”.

I medici non bastano, e alcune postazioni del 118 dovranno ripiegare sull’utilizzo esclusivo dell’infermiere e del soccorritore volontario. Questo comporterà però un prolungamento dei tempi di soccorso e una incognita sulle patologie tempo dipendenti. Se nella postazione 118 mobile manca il medico, infatti, e se il medico verrà chiamato da una postazione vicina solo in base alla gravità del caso, come si farà in presenza di ictus, ischemie, incidenti stradali (che peraltro si moltiplicano con frequenza preoccupante proprio durante l’estate)? Il tempo massimo di un soccorso di questo tipo è, secondo i riferimenti normativi, pari a 20 minuti. Se il tempo gioca un ruolo determinante ma il medico può arrivare solo in un secondo momento, chi garantirà che le vite umane saranno salvate?

Problema serio, serissimo. “È chiaro – aggiunge il patologo clinico Giancarlo Totaro – che il sistema dell’emergenza come quello attuale con questi ritmi non potrà reggere a lungo alla migrazione dei medici verso altri servizi”. Già, perché i medici titolari del 118 e della guardia medica continuano a lasciare il servizio per altre attività meglio retribuite e ritenute meno gravose, in modo particolare per assumere incarichi di medicina generale. Un fenomeno diffuso sull’intera regione che porta, anche per la mancanza di incentivi a un lavoro duro come quello del 118, i camici bianchi della rete di emergenza a lasciare appena possono questo ruolo per assumerne un altro, meglio pagato e meno stressante.

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