Consorzio industriale campobasso-bojano

L’Anticorruzione annulla la nomina di Nico Romagnuolo: Consorzio industriale rischia paralisi, aziende ed enti un danno erariale

Con una delibera del 27 maggio l'Anac ha dichiarato decaduto l'esponente di Forza Italia designato dalla Giunta Toma che sarà sanzionata. "Quella nomina era illegittima, dovevano passare almeno due anni dall'uscita di Romagnuolo dal Consiglio regionale", denunciano dal Movimento 5 Stelle. Le conseguenze sul Consorzio che aveva accumulato 3,5 milioni di debiti e riunisce una ventina di imprese ed enti potrebbero avere ripercussioni sulla ripresa economica dell'area matesina: "Ci rivolgeremo alle Procure", insistono i pentastellati. Il governo regionale potrebbe fare ricorso al Tar Lazio.

Era l’ottobre del 2020 quando l’ex consigliere regionale di Forza Italia Nico Romagnuolo è stato designato dal presidente Donato Toma alla guida del Consorzio per lo sviluppo industriale di Campobasso-Bojano. Incarico poi prorogato con una delibera di Giunta il 31 marzo 2021 per altri sei mesi.

Quella nomina era illegittima: è stata l’Anac, Autorità Anticorruzione, a pronunciarsi all’esito della procedura lo scorso 27 maggio dopo la segnalazione del Movimento 5 Stelle e stabilendo che “non possono essere conferiti incarichi di amministratore di ente pubblico a livello regionale a coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della Giunta o del Consiglio della Regione che conferisce l’incarico”.

Nel 2018 il politico originario di Casacalenda era entrato nella massima assise regionale come consigliere surrogato, cioè come ‘supplente’ in qualità di primo dei non eletti dell’assessore regionale Nicola Cavaliere. Dalla stessa Aula era stato estromesso un paio di anni dopo: nell’aprile del 2020 il Consiglio regionale aveva approvato la cancellazione di questo meccanismo, la surroga appunto.

Passano cinque mesi e il governatore Toma decide di assegnare a Romagnuolo, fra l’altro l’unico che a differenza dei suoi colleghi consiglieri surrogati non aveva presentato ricorso per rientrare a Palazzo D’Aimmo, l’incarico di commissario del Consorzio industriale che racchiude una ventina di aziende in cui lavorano centinaia di personealcune amministrazioni ed enti privati. Ne faceva parte anche il Comune di Campobasso, ad esempio, fino a quando l’ex sindaco Battista decise che era il momento di uscirne. Il Consorzio è stato commissariato nel 2016 dall’ex presidente Paolo di Laura Frattura proprio alla luce dei debiti maturati: 3,5 milioni di euro.

Paralizzato dai debiti, arriva l’ennesimo commissario al Consorzio: 15mila euro a Nico Romagnuolo per fare recupero crediti

L’ultima tegola sul Consorzio industriale è il pronunciamento dell’Anticorruzione che “ha sbugiardato Donato Toma perchè non poteva fare quella nomina”. A dirlo sono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle che questa mattina (9 giugno) hanno convocato i giornalisti per annunciare la decisione dell’Anac. “Noi abbiamo provato ad avvertire il presidente Toma in tutti i modi: dovevano trascorrere almeno due anni prima di poter nominare Nico Romagnuolo“.

Ora dunque, insiste il capogruppo pentastellato Andrea Greco, “l’Anticorruzione ha lanciato poi una vera e propria bomba all’interno della Giunta regionale: Toma non può più fare nomine per tre mesi. Inoltre, il responsabile della corruzione e della trasparenza in Regione (il dirigente del Terzo Dipartimento Claudio Iocca, ndr) deve constatare la nullità degli atti di nomina: attualmente il dirigente Iocca, che è in una situazione di potenziale conflitto di interessi (e anche questo lo segnaleremo agli organi preposti), dovrà inoltre comminare la sanzione di nullità a Nico Romagnuolo e sanzionare la Giunta per aver prodotto un atto illegittimo”.

M5S consiglio regionale De Chirico Primiani Greco Nola

“Anac ha dichiarato nulli anche gli atti prodotti dal commissario” e “verificheremo se sono stati adottati altri atti illegittimi”, sottolinea Angelo Primiani. La battaglia dei 5 Stelle in Consiglio regionale non finisce qui: “Segnaleremo alle Procure il fatto che, per esempio, all’atto di nomina si chiede al commissario di produrre un’autocertificazione che dimostri l’assenza di motivi di incompatibilità”, aggiunge Greco. Mentre De Chirico sottolinea che la delibera di nomina di Romagnuolo “non è stata pubblicata nell’albo delle deliberazioni del Consiglio”, come riportato anche dalla stessa Anac.

Oltre alle conseguenze politiche, si rischiano altri effetti importanti dopo la pronuncia dell’Anticorruzione. “La Giunta è esposta ad un eventuale danno erariale”, rimarca Primiani. “Si rischia di bloccare una parte dell’attività amministrativa della Regione Molise e di altri enti. Oggi si crea un precedente”.

Infine, ma non meno importanti, gli effetti economici per le aziende che fanno parte del Consorzio, la cui ripresa potrebbe essere a rischio. A ricordare che sta per prendere corpo a livello territoriale il Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza varato dal Governo Draghi per fronteggiare la crisi post-covid, ndr) è il consigliere Vittorio Nola: “Rischiamo di perdere le potenzialità che il Governo ci mette a disposizione. Mettiamo a rischio il futuro di tanti lavoratori, il Molise rischia di spopolarsi ancora di più perchè le aziende non trovano lavoro”.

“Purtroppo i Consorzi ormai vengono considerati non degli enti di sviluppo ma degli oneri che le aziende devono pagare per mantenere chi li gestisce, ossia i nominati della politica”, la riflessione di Greco. “Tra gli effetti della delibera Anac ci sarà poi la nullità dei contratti”.

La Giunta Toma potrebbe far ricorso al Tar Lazio contro il pronunciamento dell’Anticorruzione.

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