Il tema lavoro

Joy, Maurizio, i lavoratori e il Reddito di cittadinanza. Se essere poveri è una colpa

L’associazione ‘La Città Invisibile’ di Termoli entra nel dibattito sul Reddito di cittadinanza e la mancanza di manodopera in molti locali della costa. “La crociata contro il sussidio svela cosa siamo diventati”

Quello sul Reddito di cittadinanza e sulla mancanza di manodopera in molti locali della ristorazione sulla costa molisana che sicuramente uno dei temi più dibattuti in queste ultime settimane. Secondo molti titolari di attività come bar, alberghi e ristoranti infatti, è sempre più difficile trovare lavoratori, specie giovani, che accettino di fare un lavoro stagionale. Questo perché in molti casi queste persone usufruiscono del sussidio istituito dal Governo Conte I e non vogliono perderlo, chiedendo al massimo di lavorare in nero.

Tuttavia sono in molti a rimarcare che il vero problema sono le paghe molto basse e le scarse garanzie a livello contrattuale che tanti imprenditori offrono. In questo dibattito entra oggi l’associazione ‘La Città Invisibile di Termoli’ che da anni è impegnata a dare sostegno e aiuto ai più deboli, che siano italiani o immigrati, senza alcuna distinzione. Un intervento che indica numeri ed esempi concreti di persone che percepiscono il Reddito di cittadinanza e non possono essere additati come fannulloni. Pubblichiamo il loro punto di vista integralmente, convinti che esprimere opinioni nel rispetto delle posizioni altrui sia sempre una ricchezza.

 

“È potente e inarrestabile la nuova crociata nazionale contro i poveri: il bersaglio principale, in questo momento, il Reddito di Cittadinanza. La crociata ha avuto i suoi risvolti anche nel dibattito locale. Sarebbe colpa dei percettori di Reddito se, a Termoli, le attività del posto, che a quanto pare si preparano ad un’altra estate di insoliti incassi, non riescono ad ingranare con la marcia giusta: mancano i lavoratori, tutti sul divano di casa a fumare sigarette e bere birra, beandosi del proprio ricco portafoglio e ghignando contro i padroni che vorrebbero farli lavorare. Tempo fa un simile trattamento toccava ai migranti nei centri di accoglienza

La cultura dominante, liberista e antisociale, anche se distorta, è così pervasiva che ognuno di noi è portato a provare un senso di rancore e di sospetto verso l’altro. Ad esempio verso chi beneficia del Reddito. Costui, nella vulgata dominante, è divenuto come una sorta di parassita della società, un peso che grava sulle spalle di altri cittadini laboriosi e onesti. Procura lo stesso fastidio che si prova nei confronti del disoccupato, dei giovani che non cercano neppure più un lavoro; dei senza dimora che, a ben vedere, se lo scelgono di vivere così. Se sei povero è perché non ti sei dato abbastanza da fare … Basta con la dittatura del politicamente corretto: se non sai sfruttare le possibilità, la colpa è tua! Quindi se non trovo un lavoratore disposto a farsi sottopagare, è colpa del Reddito; se il lavoro non lo trovi, invece, e hai smesso di cercarlo, dovevi studiare di più o dovevi accontentarti senza fare storie; se vivi in mezzo alla strada o rischi di perdere la casa, è perché hai fatto troppi errori nella vita. L’attacco scatenato contro il Reddito di Cittadinanza svela cosa è diventata la società contemporanea: una giungla pericolosa e violenta, in cui il peso delle disuguaglianze sistemiche viene scaricato sulle spalle degli ultimi.

In Molise, ad aprile 2021, sono 6319 i nuclei familiari percettori di Reddito, per un totale di 13.530 persone: di queste, 9.910 vivono in provincia di Campobasso e in media beneficiano di 557,20 euro mensili. Il Reddito di Cittadinanza è un sostegno destinato a nuclei con ISEE sotto ai 9.360 euro. La misura andrebbe ampliata e potenziata, perché esclude una fascia di potenziali aventi diritto (ad esempio molti stranieri che vivono in Italia da meno di 10 anni). Il Reddito è di aiuto ad alcune persone estremamente povere, ma oggi molta gente che lavora si rivolge comunque agli sportelli sociali perché non ce la fa ad arrivare a fine mese. Per l’ideologia dominante, va da sé, queste persone sono colpevoli di cattiva gestione dei loro soldi, mica ne hanno pochi o sono malpagati sul lavoro.

La platea dei colpevoli è ampia e variegata: tra questi Joy, che l’altro giorno si è tagliata nella cucina del ristorante in cui lavora: ha un contratto di 3 ore al giorno, anche se ne lavora 8, a volte 9; le hanno consigliato di metterci una patata, sul taglio, che sarebbe passato subito, poteva continuare a lavorare. Qualche giorno dopo aveva ancora dei bei segni sul braccio … Tra i percettori di Reddito invece c’è Maurizio, che vive in strada e sta disperatamente da mesi cercando una casa, non ce la fa più a dormire su quella panchina … Maurizio ha deciso di vivere a Termoli, potrebbe pagare l’affitto anche grazie al Reddito, ma ha bisogno di un contratto registrato: ma chi mai registra un contratto tutto l’anno, ad un “barbone” per giunta, quando può affittare la propria casa ai turisti a prezzi esorbitanti in estate?

Chi lo spiega a Joy, a Maurizio, e alle altre migliaia di persone che sono a rischio di esclusione in Bassomolise, che l’operatore turistico non può mica mettere tutti in regola? Che in quella fabbrica funziona così e non bisogna lamentarsi? Chi glielo spiega che devono vedersela da soli, badare a sé e alla propria famiglia, rimboccarsi le maniche senza troppe storie? Chi glielo spiega che va bene tutto ma tu non puoi pesare sulle spalle degli altri? Che c’è stato il Covid, che le imprese sono in difficoltà, che non possiamo andare tanto per sottile, che con tutto il cuore ma il contratto non te lo posso fare?

Chi glielo spiega che nell’Italia di oggi, finalmente (quasi) libera del Covid, nell’Italia che deve ripartire, loro sono umanità di scarto? Che essere poveri è diventata una colpa?

leggi anche
Cameriere
Termoli e dintorni
La rivolta di camerieri e lavapiatti: “Noi sfruttati, pagati in nero e senza disoccupazione. Il reddito di cittadinanza non c’entra”
via ruffini pizzerie termoli tavolini
Sos dalla costa
Ristorazione in crisi, camerieri e lavapiatti sono introvabili: “Non vogliono perdere il reddito di cittadinanza”
cameriera tavoli ristorante aperto
L'analisi
Il lavoro c’è ma i lavoratori no. “Reddito di cittadinanza crea futuri disoccupati. Paghe basse? Sanzionare chi sfrutta”
Cameriere
Termoli
Reddito di cittadinanza, Rete della Sinistra prepara questionario anonimo per lavoratori
commenta