Iniezioni ai maturandi

Il primo vax day degli studenti tra emozione e voglia di normalità: “Finalmente, è stato un anno difficile”

All'ospedale Cardarelli e al punto vaccinale della Cittadella dell'Economia di Campobasso da questa mattina - 2 giugno - sono iniziate le iniezioni di Pfizer per i ragazzi che devono affrontare l'esame di maturità. Anche tra i ragazzi c'è speranza nel farmaco anti-covid: "Finalmente possiamo andare a scuola e incontrare i nostri amici in sicurezza". La dottoressa Antonietta Licianci: "E' un giorno di festa anche per i più giovani".

“Siamo fiduciosi: ora possiamo andare a scuola e incontrare i nostri amici senza rischiare un contagio“. Lo dicono con un bel sorriso e un sospiro di sollievo i ragazzi che si fermano a parlare con noi davanti all’ospedale Cardarelli di Campobasso. Sono appena usciti dal centro vaccinale dove sono stati sottoposti all’iniezione di Pfizer, il farmaco anti-Covid finora somministrato ai più giovani. Nelle scorse ore in Molise ne sono arrivate oltre 16mila dosi.

E’ il giorno in cui i ragazzi tagliano un traguardo che sembrava quasi irraggiungibile dal momento che la campagna è stata programmata in base alle fasce d’età. Oggi e domani nel nosocomio del capoluogo e al centro vaccinale allestito nella Cittadella dell’Economia saranno immunizzati gli studenti di Campobasso e dei paesi vicini. Al Cardarelli il primo vaccino è stato somministrato alle 8.

Antonietta Licianci Vaccini studenti maturandi ospedale Cardarelli di Campobasso covid pfizer

Nei giorni scorsi la novità e la decisione delle autorità sanitarie di proteggere coloro che dovranno tornare in classe per sostenere gli esami di maturità del prossimo 16 giugno, uno dei momenti più importanti per la vita di uno studente. Un appuntamento che assume una rilevanza maggiore perchè i giovani che nelle prossime settimane dovranno sostenere la prova che completa il ciclo di studi superiori sono ‘reduci’ da un anno durissimo: tra lezioni in dad e un lockdown che ha impedito loro di incontrare gli amici, di potersi dedicare ad attività sportive o ad altri divertimenti come la serata al cinema o quella al pub con gli amici. In una sola parola, di poter vivere.

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“Eravamo abbastanza emozionate, questo vaccino è una speranza. L’anno è stato tosto, nel quale siamo state attente a rispettare tutte le misure di sicurezza. E’ stato un periodo complesso, nel quale è stato difficile vivere normalmente“, commenta Francesca, studentessa del liceo Galanti di Campobasso, assieme a Kauter che l’accompagna. Le due ragazze, provenienti da un paese vicino Campobasso, hanno appena ricevuto la loro dose. “Com’è stato andare a scuola? Abbastanza caotico. Ora ci sono gli esami, speriamo che vada tutto bene”.

Quando due giorni fa sono state aperte le adesioni, i ragazzi che hanno 18 e 19 anni non hanno esitato. “Ho prenotato subito, era il 31 maggio. Il giorno dopo mi hanno inviato l’sms con la convocazione all’ospedale Cardarelli per il vaccino”, racconta un’altra studentessa del liceo Galanti di Campobasso. “Non vedevo l’ora”, aggiunge sottolineando al tempo stesso la premura dei medici del nosocomio del capoluogo e l’organizzazione del punto vaccinale. “Sono stati puntualissimi. Dopo l’iniezione, mi hanno tenuta in osservazione per 15 minuti e poi mi hanno detto che potevo tornare a casa. Come mi sento? Bene”.

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Nei corridoi del centro vaccinale dell’ospedale per la prima volta si vedono volti così giovani, ragazzi in pantaloncino o con i capelli raccolti in un codino, le barbe appena accennate, ragazze con le magliette che lasciano intravedere l’ombelico e i pantaloni larghi. Ci sono studenti accompagnati dai genitori (la loro presenza era obbligatoria per i maturandi che non hanno raggiunto la maggiore età), alcune ragazze hanno portato con sè il fidanzato. Altri arrivano con una sorella o un fratello maggiore.

Si percepisce speranza e fiducia nel vaccino e nella scienza, una consapevolezza quasi inaspettata e che si scontra con altre scene (assembramenti nei luoghi di ritrovo anche delle città molisane o gruppi di giovani senza mascherina) viste sui mezzi di informazione o sui social. Immagini che hanno fatto discutere per i rischi legati ad un possibile contagio. E forse la massiccia adesione alla campagna vaccinale (almeno nella nostra regione) è una risposta a chi ha accusato di irresponsabilità i più giovani.

“Ora possiamo stare più tranquilli”, commenta una mamma che ha accompagnato la figlia. “I ragazzi escono di più degli anziani e spesso sono loro a contagiare i familiari, portano il virus in casa. Dovevano essere vaccinati prima”. Anche per le famiglie l’apertura della campagna di immunizzazione per i più giovani vuol dire meno pericoli di un contagio tra le mura domestiche.

A coordinare tutte le operazioni all’interno del centro vaccinale dell’ospedale la dottoressa Antonietta Licianci: “E’ un giorno di festa per il Paese, visto che è la festa della Repubblica, ma anche per i ragazzi che invece di andare a divertirsi oggi sono qui a vaccinarsi”.

La responsabile del centro vaccinale è arrivata alle 8 in punto in ospedale e, dice, “c’era già un ragazzo per la vaccinazione”. Oggi “è una giornata particolare, ancora più emozionante”.

 

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