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Festa della Repubblica, i messaggi istituzionali

Celebrare la Festa della Repubblica è un momento decisamente importante per la Patria e sempre emozionante per quanti lo vivono.

Nel 1946 i nostri connazionali, chiamati alle urne a scegliere tra Monarchia e Repubblica, optarono per la seconda.

Non solo. Il 2 e 3 giugno di quell’anno, proprio in occasione del voto sul referendum, per la prima nel nostro Paese, ci fu il suffragio universale, in forza del quale tutti i cittadini maggiorenni, uomini e donne, poterono esprimere democraticamente la propria preferenza. Una conquista fondamentale per le cittadine italiane che, finalmente, ebbero la possibilità di esercitare il diritto di voto.

Ciò che oggi appare ovvio è in realtà frutto di dure battaglie, sacrifici, rivendicazioni. Un lungo percorso iniziato con il Risorgimento, passato attraverso l’Irredentismo, conclusosi con la Resistenza.

Noi, istituzioni e cittadini, dobbiamo esserne fieri e orgogliosi, esprimere gratitudine nei confronti di chi ci ha permesso di vivere oggi in un’Italia repubblicana.

La Festa della Repubblica, quest’anno, segna anche la ripartenza del Paese dopo oltre un anno di restrizioni e difficoltà.

Prosegue intensamente la campagna vaccinale, il nostro Molise è finalmente in zona bianca grazie all’impegno dei molisani che hanno dimostrato diligenza, abnegazione, rispetto delle regole. Continuiamo così.

Donato Toma, Presidente della Regione Molise


Il 2 giugno, Festa della Repubblica, rappresenta una data simbolo della nostra storia repubblicana e democratica. Il 2 giugno 1946, col referendum istituzionale, infatti, gli italiani furono chiamati a scegliere tra la conferma della Monarchia o l’avvento della Repubblica.

Il popolo italiano, 75 anni fa, scelse la Repubblica, lasciandosi alle spalle la Monarchia, scrivendo il primo capitolo di una nuova storia, istituzionale e culturale, per il Belpaese.

Usciti dalla Seconda Guerra Mondiale, il 2 giugno rappresentò un segno di speranza per un futuro di pace, democrazia e libertà.

Il 2 giugno 1946 protagonisti, per la prima volta, dopo il ventennio fascista, furono i cittadini, chiamati, a suffragio universale, a una scelta così importante.

La scelta repubblicana ha contribuito a una maggiore coesione del territorio nazionale, grazie all’avvento anche delle forme di governo democratiche, fortemente volute da chi ha combattuto per regalare un futuro nel nome della libertà, della pace e della democrazia.

La nascita della Repubblica segnò un nuovo punto di partenza per tutti gli italiani.

L’Assemblea Costituente, composta dalle diverse forze politiche, rafforzò questo concetto nel 1° comma dell’articolo 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.

La condivisione tra persone che la pensavano diversamente fu la base per ripartire con una unità di intenti, restituendo agli italiani diritti e doveri, che erano venuti meno nei due decenni precedenti.

Noi, oggigiorno, rappresentanti delle istituzioni e della politica, siamo chiamati a rinforzare la fiducia dei cittadini nei confronti degli organi istituzionali e politici, ponendoci come mediatori tra i cittadini e gli organismi, a vari livelli, che rappresentiamo. Dobbiamo tornare a infondere quel clima di stima e cooperazione, col cittadino protagonista, conditio sine qua non per immaginare l’Italia del domani.

Francesco Roberti, Presidente della Provincia di Campobasso


Il 2 e il 3 giugno del 1946 la maggioranza degli italiani, in un libero referendum che per la prima volta vide partecipi uomini e donne di ogni censo, cultura, provenienza ed età, scelsero, dopo gli orrori e la distruzione della seconda guerra mondiale, di scrivere il futuro dell’Italia con la forma repubblicana, rappresentata sulla scheda elettorale dall’ “Italia Turrita”, consistente nella riproduzione del volto di una donna bella e fiera, l’Italia per l’appunto, con sui capelli una corona di torri, a ricordo delle diverse municipalità del paese.

Quella donna, bella e fiera, che è la Repubblica Italiana, oggi compie 75 anni, ma è proprio il caso di dire che non li dimostra. La sua vita è stata certo intensa, ha dovuto fronteggiare con i suoi arti, i Comuni, le Province, le Città metropolitane, le Regioni e lo Stato (art. 14 della Costituzione), eventi naturali –terremoti, alluvioni, incendi ecc.-, crisi di sistema, giudiziario e politico –gli anni di piombo, il terrorismo estremistico eversivo sia di destra che di sinistra, le minacce di colpo di stato, le stragi degli estremisti ecc.-, ma anche le insidie della criminalità organizzata –le infiltrazioni della mafia, della ndrangheta, della camorra, della sacra corona unita ecc.-, le crisi economiche nazionali e internazionali –le continue problematiche di bilancio pubblico, le criticità petrolifere degli anni ’70, le turbolenze e le cadute di borsa ecc.-, le problematiche sanitarie, non ultima l’emergenza pandemica da Covid 19. Questa ha creato un inedito miscuglio di problematiche condensate in un periodo definito e ridotto: crisi sanitaria, economica, sociale e in vari momenti anche politica.

Eppure questa arzilla signora Italia, facendo perno sulle sue torri, le realtà locali, è riuscita ad andare avanti, a tenere sempre il capo e la fronte alta davanti alla storia. Ha pianto in questi 75 anni tante volte i suoi figli periti in vari eventi negativi, ma ha anche accompagnato tanti altri suoi discendenti a conquistare uno sviluppo culturale, sociale ed economico straordinario. Oggi tutti insieme festeggiamo dunque la Repubblica italiana, orgogliosi di essere suoi figli, ed impegnati, sul suo esempio di fierezza e tenacia, ad affrontare con coraggio e determinazione le problematiche singole e collettive della società. Viva l’Italia e viva gli italiani.

Salvatore Micone, Presidente del Consiglio Regionale del Molise


Nella drammatica sequenza di eventi che ha segnato il mondo intero nel corso di oltre un anno di pandemia, la forza e la solidità del nostro impianto costituzionale e della struttura della nostra Repubblica ha permesso all’Italia, nonostante tutto, di continuare a garantire una vita democratica ai suoi cittadini.

La prova estrema alla quale la pandemia ha sottoposto gli stati e i popoli, ha reso evidente come l’Italia abbia avuto la capacità di affrontare i differenti momenti e le molteplici problematiche che ne sono scaturite, senza perdere la rotta, ponendo la doverosa cura nei confronti di tutte le fasce della sua popolazione e non smarrendo mai il senso della partecipazione democratica.

Pur tra innegabili difficoltà, la nostra Repubblica, anche in questo caso, si è fatta carico di ognuno di noi. Lo fa, oramai, da settantacinque anni e in questo percorso di crescita, anche nei momenti più duri, la ragione democratica non è mai arretrata di un passo, anzi.

È la Repubblica che ha tenuto insieme il nostro paese, oggi come ieri, che lo ha allevato, e che si aspetta da ognuno di noi, adesso, la stessa cura nei confronti del nostro prossimo, nel segno di un’unità sociale che risulta fondamentale per la ripresa di ogni attività.

Festeggiare la Repubblica significa festeggiare ogni singolo italiano. Agli italiani, alla loro forza e alla loro capacità indomita di resistere, va, quest’anno più che mai, dedicata la giornata del 2 giugno.

Roberto Gravina, Sindaco di Campobasso


Due giugno 1946, oltre dodici milioni di donne sono chiamate a esprimere il loro voto.

L’Italia diventa una Repubblica.

Il 2 Giugno si festeggiano due conquiste: la Repubblica e il diritto di voto alle donne.

Donne come Tina Anselmi e la Mozzoni iniziano a scrivere una nuova pagina politica per la nostra Italia.

Anno 2020, noi donne lottiamo ancora per la parità, il che vuol dire che ne siamo ancora molto lontani.

Combattiamo contro discriminazioni, commenti sessisti e stereotipati sulle donne, sia da parte degli uomini sia da parte delle donne stesse.

E’ ancora in salita la strada da percorrere per diminuire la forbice della disuguaglianza: sono ancora poche le donne in politica, poche in molti ambiti lavorativi e tecnico scientifici.

Oggi 2 Giugno 2021 nel 75° anniversario della Repubblica italiana vogliamo dare particolare rilevanza alle donne del nostro paese e al loro valore.

L’Università di Bari, che propone la diminuzione delle tasse alle studentesse per incentivare la presenza femminile nelle facoltà più tecniche così da ridurre il gender gap ci lascia smarrite, ma al contempo la notizia di Samantha Cristoforetti prima donna europea comandante della Stazione Spaziale Internazionale, ci fa pensare che non bisogna mollare e smentisce le dichiarazioni di Pillon che  “La donna è più portata all’accudimento”.

Alle ragazze diciamo di non mollare ma di continuare a combattere a non indossare un vestito stretto che la società ci vuole a tutti costi far indossare.

Gli uomini  e le  donne che cercano di costruire la propria  identità e il loro futuro devono essere liberi di scegliere quale facoltà universitaria, quale sogno lavorativo e quale vocazione professionale inseguire.

Non esistono professioni maschili e professioni femminili, esistono le passioni, i talenti  e bisogna avere il coraggio di inseguirli.

Non scegliete il vostro futuro in base al sesso di appartenenza, creando stereotipi inutili.

Alle Università italiane, ricordiamo che il diritto allo studio dovrebbe essere esteso a tutti, ad oggi “andare all’università” sta diventando un lusso.

Abbiamo bisogno di giovani: avviate programmi di inserimento e opportunità lavorativa post universitari e attuate una riduzione delle tasse premiando tutti quei giovani coraggiosi che decidono di inseguire i loro sogni.

Come conferenza delle Donne Democratiche del Molise ciò che ci rende orgogliose  della nostra realtà locale seppur piccola rispetto ad altre regioni è  osservare che di donne coraggiose che svolgono professioni come le definisce Pillon “maschili” ce ne sono tante!

Conferenza donne dem Molise 

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