Capoluogo penalizzato

È ufficiale: il posto Polfer sarà smantellato. I sindacati: “Vergogna, nessun politico si è battuto”

La decisione del Ministero dell’Interno definitiva e non più negoziabile stabilisce che il 30 giugno 2021 il presidio di Polizia Ferroviaria di Campobasso sarà chiuso

È il momento del rammarico e dell’indignazione. La chiusura del posto di polizia ferroviaria a Campobasso, ormai ratificata, sta scatenando in queste ore molte reazioni. Prima di tutto quelle delle organizzazioni sindacali che tanto si erano  battute per tentare di salvarlo. Oggi interviene sull’argomento Roberto Persichilli, segretario generale provinciale del Silp Cgil che per lungo tempo come sindacato ha avanzato rimostranze al fine di mantenere il presidio presso la Stazione ferroviaria di Campobasso “ma evidentemente – dice oggi – non è bastato. La sicurezza è considerata un costo anche quando non lo è”.

Ma c’è un aspetto che Persichilli sottolinea e che andrebbe opportunamente considerato: l’assoluta assenza dei politici locali in questa battaglia. Al di là di Ortis che nei giorni scorsi ha preso nuovamente posizione rispetto alla pessima scelta effettuata dal governo, nessuno dei rappresentanti istituzionali del Molise ha speso una parola per salvare il posto di polizia ferroviaria del capoluogo.

“La scelta fatta – spiega Persichilli – ha origine nella riduzione del numero di appartenenti alla Polizia di Stato (rideterminato al 28 agosto 2015 in 106.242 unità, rispetto alla precedente dotazione di 117.291 operatori, per espressa disposizione della c.d. “Legge Madia”) che impatta negativamente sulla funzionalità della struttura organizzativa delle articolazioni centrali e periferiche dell’Amministrazione della pubblica sicurezza. Come già detto in altre occasioni, si è trattato di una scelta governativa miope, irragionevole che ho fermamente contestato e che ha comportato l’amara conseguenza, sul piano istituzionale, di privare i cittadini di circa 10.000 operatori a presidio della loro sicurezza”.

Per quanto riguarda il Posto di Polizia Ferroviaria di Campobasso “va detto – continua – senza infingimenti, che la sua soppressione potrebbe determinare gravi conseguenze all’attività di sicurezza delle reti ferroviarie della regione Molise sul percorso verso Napoli o verso Roma con ricadute nei servizi di Polizia Giudiziaria. Senza tralasciare l’aspetto, paradossale, di sguarnire la sede del capoluogo di regione dell’unico ufficio di Polizia Ferroviaria, con effetti negativi anche nei servizi di prevenzione, specie dopo la chiusura del Posto di Polizia Ferroviaria di Isernia”.

La notizia è ufficiale: la decisione del Ministero dell’Interno definitiva e non più negoziabile stabilisce che il 30 giugno 2021 il presidio di Polizia Ferroviaria di Campobasso sarà smantellato, privando la città di un servizio di fondamentale importanza. “Abbiamo perso chi vigila per noi – scrive la Silp Cgil –  durante il viaggio, all’interno della stazione, nei locali d’attesa, nel sottopassaggio ferroviario, nel confinante parcheggio, nonché nelle vicinanze del plesso. La chiusura non sortirà sicuramente effetti positivi sulla cittadinanza, anzi molto probabilmente potrebbe favorire l’incremento della microcriminalità con episodi di furto, asportazione di rame, delinquenza, spaccio, prostituzione, violenza, ecc…”.

Il Posto della Polizia Ferroviaria di Campobasso è composto da 9 unità che in questi anni hanno lavorato anche ad importanti operazioni contro il fenomeno dello spaccio e della microcriminalità in genere. Gli agenti ora saranno ricollocati in altri uffici di Polizia del capoluogo, senza considerare che si tratterebbe di spostare personale “qualificato ed altamente specializzato – dice Persichilli – abilitato ad attività di controllo preposte sia sui treni che sui binari. Sotto il profilo di un eventuale risparmio di spesa per lo Stato – semmai questa potesse essere una ragione – va detto che i locali dove usati per il Posto di Polizia Ferroviaria sono di proprietà di Trenitalia, ciò che ruota all’interno della struttura in uso alla Polizia è sempre proprietario lo stesso ente, quindi economicamente il taglio è uguale allo zero poiché ceduti a titolo gratuito.

Quindi, se escludiamo il motivo economico,  dobbiamo pensare all’ottimazione delle risorse in campo che quotidianamente effettuano la  prevenzione e la repressione dei reati, nonché la tutela dell’ordine e della sicurezza  pubblica in ambito ferroviario; appare ininfluente anche quest’ultima considerazione poiché l’attuale quadro in campo prevede personale del Posto di Polizia Ferroviaria attuare tutte le misure previste dalle vigenti normative nel raggio di competenza della Stazione Ferroviaria non considerata tale solo per la via ferrata ma anche per le varie attività annesse all’utilizzo della struttura (parcheggio, attività commerciale) ed altri luoghi pertinenti all’uso comune nonché tutte le stazioni limitrofe. Tale incombenza andrebbe notevolmente a gravare sui servizi di controllo già pianificati dalla locale Questura, aumentando il numero delle risorse previste per questo scopo vanificando quelle già acquisite dal personale della Polfer che ha effettuato corsi specifici.

È di tutta evidenza – conclude – che la chiusura del Posto di Polizia Ferroviaria di Campobasso sia un errore, che per un verso non determinerà alcun risparmio di spesa, per un altro verso – aspetto ancora più rilevante – si priveranno i cittadini di Campobasso e i viaggiatori di un funzionale dispositivo di sicurezza a garanzia dell’ordine e della sicurezza pubblica”.

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