La 'torre' che non c'è

Covid hospital, tempi infiniti e costi incerti: il progetto “va cambiato” 8 mesi dopo il bando del Governo

E' la novità emersa nella riunione fiume svolta ieri - 16 giugno - alla presenza del tenente colonnello Arturo De Santis, il referente del commissario nazionale per l'emergenza covid Francesco Paolo Figliuolo, a Campobasso per il confronto con le due imprese coinvolte e il direttore generale Asrem Oreste Florenzano. Il progetto redatto dalla ditta napoletana Mastellone di Castelvetere Engineering deve essere cambiato alla luce del parere negativo dei vigili del fuoco.

“Realizzare un Covid hospital in ogni territorio è uno dei pezzi della strategia sanitaria che stiamo mettendo in campo”. Parole pronunciate nella primissima fase della pandemia dal ministro della Salute Roberto Speranza. Era il 24 aprile 2020. E proprio rispetto a tali dichiarazioni è facile fare due conti sul ‘mostruoso’ ritardo accumulato in Molise, una delle poche regioni d’Italia prive di una struttura dedicata ai malati covid.

Nella nostra regione è inesistente il cuore nevralgico del ‘Piano di rafforzamento della rete ospedaliera per l’emergenza Covid-19’ che doveva essere attuato nell’ex hospice dell’ospedale Cardarelli di Campobasso. La ‘Torre covid’ insomma, come preferisce definirla qualcuno.

Definizioni a parte, la sostanza è che la struttura continua ad essere smembrata, svuotata nonostante un finanziamento da 6 milioni di euro concessi dal Governo per realizzare altri posti letto di Terapia Intensiva (14) e sub-intensiva (21) con annesso pronto soccorso. La procedura nazionale con cui sono state individuate le ditte per realizzare l padiglione covid si è conclusa lo scorso 28 ottobre. 

Solo ieri – 16 giugno – il referente scelto dal commissario nazionale per l’emergenza covid Francesco Paolo Figliuolo, il tenente colonnello Arturo De Santis, è arrivato a Campobasso per un confronto faccia a faccia con i rappresentanti della ditta che ha progettato l’opera (la RTP Mastellone di Castelvetere Engineering) e dell’impresa esecutrice dei lavori (il Consorzio Stabile Built scarl), oltre che del soggetto attuatore, il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano.

La riunione fiume, conclusasi poco prima delle 15, non ha prodotto l’esito sperato: in parole povere, non c’è una data certa sull’inizio dei lavori.

L’unica certezza – ed ecco perchè non è il caso di buttare via il bambino con l’acqua sporca – però è che la Torre covid si farà. “E’ uno degli obiettivi della struttura commissariale nazionale”, avrebbe detto il tenente colonnello De Santis ai suoi interlocutori nell’ufficio dell’Asrem che ha ospitato l’incontro. Difficilmente a Roma sarà consentito un tale spreco di denaro pubblico per un’opera considerata fondamentale nonostante i dati sull’andamento dell’epidemia siano confortanti: sarebbe una nota stonata rispetto alla macchina militare, puntuale e rigorosa, messa in piedi ad esempio per organizzare la campagna vaccinale.

E poi sarebbe come lasciare sguarnito un fronte delicato: quello della tutela della salute del cittadino. Sia che si tratti di un malato covid (perchè il virus è sempre in agguato, come le varianti purtroppo ci stanno insegnando), sia se si tratta di persone che soffrono di altre patologie. Allo stesso modo non possono permettersi l’interruzione dell’assistenza sanitaria che, nei periodi dell’emergenza sanitaria, si è concentrata sui pazienti covid.

Dunque, la Torre covid si farà dal momento che l’iter è stato avviato dopo la concessione da parte del Governo di 6 milioni. Con quali tempistiche però non lo sa nessuno. 

Lavori fermi al padiglione covid del Cardarelli

La novità emersa nelle ultime ore infatti riguarda il progetto redatto dallo studio di ingegneri di Napoli, la RTP Mastellone di Castelvetere Engineering: va modificato perchè deve essere adeguato alle leggi vigenti in materia. A dirlo, sono stati i vigili del fuoco che hanno espresso un parere negativo sullo stesso progetto. Parere inviato fra l’altro anche al Comune di Campobasso (dal momento che l’ospedale Cardarelli ricade nel territorio di sua competenza).

Tutto ciò ha sballato il cronoprogramma per l’ennesima volta, favorendo altre incertezze sui tempi di realizzazione e soprattutto sui costi del covid hospice: un aumento delle spese è facilmente prevedibile. Come già avvenuto nella prima fase dell’iter, quando dai 4,5 milioni inizialmente previsti si è arrivati ai 6 attuali. 

Ne è convinto Michele Iorio, ex governatore e attuale consigliere del centrodestra dissidente: “Ai tempi lunghissimi si aggiunge anche l’aumento dei costi. La notizia rappresenta una vera e propria angheria nei confronti dei molisani da parte del governo nazionale con la complicità del presidente della Giunta regionale. Il tutto condito da una confusione gestionale che vedrà coinvolto ancora il Cardarelli di Campobasso che non solo non avrà più disponibili i locali adibiti ad ambulatori, ma l’ospedale unico centro Hub e DEA di I Livello regionale dovrà condividere con la Torre Covid anche i servizi e i percorsi”.

Quindi, è intuibile l’ulteriore ritardo che si accumulerà sulla tabella di marcia di un progetto che ha risentito a lungo anche della ‘guerra’ tra le ditte coinvolte.

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Fra l’altro il progetto del padiglione covid era stato cambiato subito dopo la sua redazione: il responsabile del procedimento e dal Servizio Tecnico Manutentivo dell’Asrem aveva chiesto di apportare alcune modifiche.

Pensate un po’: la consegna dei lavori era prevista il 24 febbraio. Poi la Torre covid doveva essere pronta entro 90 giorni, in sostanza a maggio. Oggi è 17 giugno. E di quest’opera salva-vita nemmeno l’ombra. 

In questo clima di grande confusione il Molise resta – e non si sa fino a quando – senza un ospedale covid dedicato, con l’imbarazzo di tutte le parti in causa. Tutti stranamente in silenzio. Non è un caso se anche uno dei partecipanti al summit, il titolare della CoBuilt Angelo Contessa, ha preferito non rilasciare dichiarazioni a Primonumero e di non entrare nel merito della vicenda pur chiarendo che la Torre covid si farà. Il costruttore aveva del resto il volto disteso alla fine della riunione fiume. E non è certo un caso che il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano, che ricopre un ruolo nevralgico nella costruzione del padiglione covid (Asrem è soggetto attuatore dell’opera su decisione dello stesso Governo, ndr), contattato telefonicamente ci liquida con poche parole: “Non rilascio dichiarazioni ufficiali, a breve farò un comunicato stampa per ufficializzare la posizione dell’Azienda sanitaria regionale”.

Speriamo che l’operazione verità avvenga presto. E che, soprattutto, vengano avviati i lavori per potenziare le Terapie Intensive nel padiglione dell’ospedale Cardarelli. I ritardi nella realizzazione della Torre covid, del resto, sono anche un pezzo delle indagini della Procura che sta accertando le responsabilità sui decessi.

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