Scintille in aula

Costi della casta, ‘bufera’ su Aida Romagnuolo. Il Consiglio vota per il ripristino del Centro fibrosi cistica

Clima 'bollente' oggi nell'Aula del Consiglio regionale che affronta argomenti scottanti come il caso dei 900 vaccini assegnati al gruppo Neuromed e utilizzati anche per vaccinare il personale amministrativo e i giornalisti della tv della famiglia Patriciello

“I consiglieri regionali che vogliono decurtarsi lo stipendio possono farlo, al di là di ordini del giorno e mozioni: è sempre in vigore la norma, prevista dall’Ufficio di Presidenza di questo Consiglio regionale, che lo consente”: così il capo di Palazzo D’Aimmo Salvatore Micone chiude la discussione in Aula sulla proposta di Aida Romagnuolo di tagliare i costi della politica. Proposta bocciata dalla maggioranza che definisce quello dello consigliera di Fratelli d’Italia “solo uno spot per ottenere qualche ‘like’ sui social”. La mozione di Aida Romagnuolo non trova sponda nemmeno nel Movimento 5 Stelle che volontariamente già rinunciano ad una parte dell’indennità erogata a favore dei consiglieri regionali e che attaccano duramente l’esponente del centrodestra.

L’assemblea, che osserva un minuto di silenzio per ricordare Natalino Paone (scomparso di recente) a 93 anni, approva invece la mozione presentata dal vice presidente del Consiglio Regionale, Gianluca Cefaratti, che impegna il Presidente della Giunta Donato Toma, ad attivarsi, nel più breve tempo possibile, per ripristinare la piena funzionalità degli spazi del Centro regionale di Fibrosi Cistica, a cui fanno riferimento circa mille pazienti. Persone che sono state costrette a recarsi fuori regione perchè per la realizzazione della cosiddetta “Torre Covid” all’ospedale Cardarelli di Campobasso “è stato disposto il trasferimento dell’endocrinologia pediatrica nel locale destinato in precedenza all’esecuzione del test del sudore, ed il trasferimento della fibrosi cistica in un locale prefabbricato adiacente”, spiega Cefaratti. Alcune attività quindi sono state sospese provocando ” estremo disagio a tutti i pazienti, costretti a rivolgersi ai Centri delle altre regioni con aggravio della spesa sanitaria molisana”.

Via libera poi alla mozione dei 5 Stelle sulla “Esenzione temporanea del pagamento ticket per le prestazioni ambulatoriali legate al Covid -19”.

Naufraga invece la mozione dei 5 Stelle per fare chiarezza sul caso dei circa 900 vaccini assegnati al gruppo Neuromed e somministrati anche al personale non sanitario, compresi i giornalisti e altri dipendenti della Tv della famiglia Patriciello (TeleVenafro International, conosciuta dai più come Tvi). Una storia di cui Primonumero, al di là della trasmissione di La7 ‘Piazza pulita’, si è occupato in maniera approfondita lo scorso marzo, nella prima fase della campagna di immunizzazione volta in quel momento a tutelare operatori sanitari e anziani.

Più di 800 dosi consegnate al gruppo Neuromed e usate anche per tecnici e cameraman. Chi doveva controllare?

I pentastellati, che hanno presentato un esposto in Procura, chiedono al governatore se “le procedure seguite fossero legittime”. “Tutto è stato validato dalla cabina di regia, a cui non partecipa il presidente della Regione Molise”: la risposta di Toma in Aula.

Approvata poi all’unanimità la proposta sempre dei 5 Stelle per trovare una soluzione per i circa 700 studenti beneficiari dei fondi erogati per il diritto allo studio. “Non riceveranno il denaro utile alla loro formazione per mancanza di fondi. Da colloqui informali, abbiamo appreso che i fondi per le borse di studio sono stati drasticamente ridotti proprio nei diciotto mesi di pandemia. Il motivo del taglio sta nel mancato versamento all’Esu di ben due annualità della tassa regionale”, spiegano dall’opposizione pentastellata.

L’intoppo sta anche nella lentezza della macchina amministrativa. I fondi per il diritto allo studio vengono incassati dall’Università, che li gira alla Regione, che deve poi girarli all’Esu. Un’incredibile perdita di tempo: la burocrazia farraginosa non può tenere sotto scacco i nostri studenti”.

Per verificare i motivi dei mancati trasferimenti, la Commissione consiliare competente dovrà avviare un’indagine conoscitiva per “accertare le responsabilità e trovare soluzioni definitive”.

In Aula viene depositato anche un ordine del giorno del capogruppo Pd Micaela Fanelli dopo che il Governo ha impugnato la Legge di stabilità 2021 e il Bilancio di previsione.

“L’unica strada, a mio avviso, è chiedere ed ottenere una deroga con una norma nazionale per distribuire i 21 milioni su più anni e non solo sul 2021. Pare ci siano precedenti illustri, come per la Sicilia”, sottolinea l’esponente dem. “Qui il rischio reale è la tenuta della Regione. Per questo non ho avanzato solo una forte critica, ovvia. Ma ho offerto alcune soluzioni. Quella politica romana, a mio avviso, è l’unica percorribile in questa fase.

Partiamo quindi con un negoziato, magari anche insieme con la Basilicata, che pure ha lo stesso problema e chiudiamo la partita a Roma”.

L’obiettivo dell’ordine del giorno è “avviare tali trattative per ottenere una deroga normativa, così come successo per altre regioni, al fine di poter ottenere la possibilità di spalmare il disavanzo per più annualità (magari anche molte più di due)”.

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