Il 75esimo anniversario

Consegnate due medaglie d’onore: “Mio nonno, ferito dalle atrocità naziste ma fiero di essere italiano”

Celebrato il 75esimo anniversario della Fondazione della Repubblica Italiana, il prefetto ha consegnato le onorificenze, concesse da Mattarella, alla memoria di Giuliano Isidoro nato a Sant'Elia a Pianisi, e Angelo Michele Camino nato a Petrella Tifernina

Sono trascorsi 75 anni dal giorno in cui un referendum sancì il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica ma le emozioni che si provano quando il due giugno si aizza il Tricolore al suono dell’inno di Mameli, quando il prefetto lascia la corona di alloro davanti al Monumento che racconta dei morti per pace, la libertà e la democrazia, beh quelle emozioni sono sempre le stesse. Una stretta al cuore e un incessante bisogno di saperne sempre di più. Per capire. Per non sbagliare ancora. Per rendere il giusto omaggio a quanti ancora vengono dimenticati.

Questa mattina quindi la cerimonia della Festa della Repubblica a Campobasso si è svolta come sempre davanti all’Obelisco. Nel rispetto delle attuali misure di contrasto alla pandemia, la celebrazione si è aperta con il momento solenne dell’alzabandiera al quale ha fatto seguito la deposizione da parte del Prefetto di una corona d’alloro al Monumento ai Caduti e la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica.

Poi la consegna di due medaglie d’onore – concesse dal presidente della Repubblica – ai famigliari di due molisani “cittadini italiani, militari e civili deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto e per l’economia di guerra”.  Quindi l’onorificenza alla memoria di Isidoro Giuliano. Per lui c’era il figlio, bersagliere che con orgoglio ha ritirato la medaglia in onore di suo padre. Ad accompagnarlo il sindaco di Sant’Elia a Pianisi dove la famiglia del signor Isidoro vive. “E’ un momento di grande orgoglio – ha detto il figlio dopo aver ricevuto la medaglia destinata a suo padre – Mio padre narrava di grandi sofferenze quando prigioniero dei tedeschi ma non raccontava altro. Non amava parlarne, tuttavia era proprio il suo silenzio che forse meglio di qualunque altra parola descriveva le atrocità della guerra e della tirannia”.

La seconda onorificenza è stata consegnata alla memoria di Angelo Michele Camino, di Petrella Tifernina. Per lui c’era la figlia Maria Antonietta accompagnata dal sindaco Alessandro Amoroso. “Mio nonno – ha detto commossa Maria Antonietta – spiegava con parole d’orgoglio e attaccamento alla bandiera la sua missione di soldato italiano senza mai trascurare la sofferenza e le atrocità cui però li avevano costretti i nazisti. Era inorridito da certe crudeltà ma fiero di essere italiano”.

 

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