Il fenomeno attivo dal 2017

Civitacampomarano spaccata dalla frana, cittadini chiedono certezze sul futuro. Ma tanti hanno già traslocato fuori paese

Il comitato civico ‘Dissesto fronte nord di Civitacampomarano’ ha incontrato il Prefetto di Campobasso per chiedere chiarezza sull'iter che dopo 4 anni di ritardi potrebbe vedere presto novità importanti

Che ne sarà di Civitacampomarano e della sua frana? Quali sono le ragioni scientifiche dello fenomeno che nel marzo 2017 spaccò in due il paese che fu di Vincenzo Cuoco e Gabriele Pepe? Domande a cui dovranno rispondere le indagini geognostiche e gli approfondimenti tecnici per i quali Invitalia ha messo a bando oltre 1,2 milioni di euro per un primo intervento propedeutico a quello complessivo da 8,1 milioni per rimettere in sesto il paese.

Domande che si pone oggi il Comitato civico ‘Dissesto fronte nord di Civitacampomarano’ che nella giornata di martedì 1 giugno ha fatto visita al neo Prefetto di Campobasso, Francesco Antonio Cappetta, per chiedergli di prendere a cuore una vicenda che ha accumulato anni di ritardi.

Dopo quasi quattro anni in cui poco o nulla si è mosso però, nell’aprile scorso è stato pubblicato il bando per la progettazione di fattibilità tecnico ed economica esecutiva, la redazione della relazione geologica, la direzione lavori, il coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, nonché rilievi, indagini geologiche-geotecniche e monitoraggio interferometrico.

Per farla breve, si tratta dei lavori fondamentali per capire di che fenomeno si tratta e di conseguenza decidere come agire per sistemare quell’area del paese così vicina al Castello Angioino e di fatto inagibile da più di quattro anni.

Fra le richieste avanzate dal comitato guidato dall’ingegner Raffaele Giannone c’è è anche quella di conoscere se i cittadini sgomberati saranno interessati dall’impegno finanziario dello Stato. In un ulteriore passaggio chiedono di sapere “il destino delle decine di abitazioni tuttora perimetrate nella cosiddetta ‘zona rossa’”.

In sostanza se dell’abbattimento o sistemazione delle case si occuperà lo Stato o meno, anche se va precisato che i 24 nuclei familiari sgomberati all’epoca hanno tutti usufruito di un indennizzo, stabilito per legge, per un totale di 2 milioni di euro. Tuttavia qualcuno, di sua spontanea volontà, ha rifiutato l’indennizzo della Protezione Civile relativo sia alle prime che alle seconde case, facendo scendere la somma a circa 1 milione e 900mila circa. In molti casi inoltre, i cittadini sgomberati hanno preferito acquistare una nuova abitazione fuori Civitacampomarano.

Da parte del Comitato anche la rivendicazione rispetto al fatto che “rimangono sottaciuti gli evidenti aspetti storico-culturali che il piccolo abitato di Civitacampomarano da sempre rappresenta per la storia non solo locale o molisana, ma persino per la storia nazionale, valga per tutti l’emblematico crollo della casa natale di Gabriele Pepe, nella cui piazza di Campobasso ha sede il palazzo di Governo e il pregevole monumento”. 

Risposte che si potranno avere quando Invitalia, tramite la struttura commissariale guidata dal presidente Donato Toma, aggiudicherà la gara, dato che il bando è scaduto lo scorso 18 maggio e l’iter dovrebbe concludersi nei mesi prossimi.

Il bando è di 1 milione e 203mila euro, mentre l’intervento complessivo per la sistemazione della frana di Civitacampomarano supera gli 8 milioni e 191mila euro.

“In passato non ho lesinato critiche per i ritardi accumulati – commenta il sindaco Paolo Manuele – ma adesso sappiamo che c’è questo stanziamento di fondi e attendiamo le risultanze del bando. Impossibile dire fin da ora che tipo di intervento sarà se prima non conosciamo le cause della frana”.

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