Quando i volontari dell’associazione Stop Animal Crimes Italia sono arrivati in contrada Cese, a Vinchiaturo, si sono trovati di fronte uno scenario raccapricciante: due cani chiusi in un recinto e lasciati sotto al sole cocente di questi giorni, senza la possibilità di trovare nemmeno un piccolo riparo all’ombra. Gli animali non potevano nemmeno bere nè rinfrescarsi: “Sono stati lasciati senza acqua fresca, con acqua stagnante e bollente”, racconta Giancarlo Calvanese. E per sfamarsi erano costretti a ingerire cibo mescolato agli escrementi e non conservato in una ciotola: “C’era della pasta gettata tra le reti e mischiata alle feci”.
Insomma, una scoperta atroce. Se i due cagnolini non sono morti di stenti, è quasi un miracolo.
Quando i Carabinieri Forestali e il veterinario dell’Asrem sono intervenuti sul posto, hanno accertato che gli animali per fortuna erano in buono stato di salute, anche se con forte disidratazione. Il proprietario è stato sanzionato perchè uno dei due cani non era provvisto di microchip: dovrà pagare una multa di 80 euro.
Una sanzione considerata irrisoria dai volontari di Stop Animal Crimes Italia: “Chi è pagato per difendere gli animali – osserva con amarezza Calvanese – talvolta si riduce a difendere gli aguzzini anche per via di norme che non danno molto spazio di manovra”. L’associazione degli animalisti non si è fermata qui: “Qui siamo al Medioevo. I veterinari dovrebbero seguire dei corsi sul benessere degli animali perchè non è possibile che quando intervengono, dopo la chiamata dei Forestali o delle associazioni animaliste, si limitano a controllare quant’è lunga la catena con cui è legato il cane o se ha l’acqua. Ci sono articoli del codice penale che tutelano il benessere degli animali e dovrebbero valere di più alla luce delle verifiche che si fanno”. (SP)
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