Cosa succede a chi dice no

La parola a chi rifiuta Astrazeneca. “Ho 56 anni e ho detto no. C’è troppa confusione su questo vaccino”

In Molise la percentuale che rifiuta di sottoporsi alle vaccinazioni con il farmaco di Oxford è minima. Ma qualche caso c'è, specialmente fra i più giovani. La testimonianza del 56enne avvocato Fabio Zoccolo che ha rifiutato il discusso vaccino sconsigliato agli under 60. "Mi hanno risposto che mi riconvocheranno, ma che sempre Astrazeneca mi verrà somministrato". L'annuncio del commissario Figliuolo di sbloccare il preparato anti Covid anglo-svedese anche per fasce di età inferiori ai 60 anni è già realtà nel centro di contrada Selvapiana a Campobasso, dove Astrazeneca viene fatto a tutti coerentemente con le indicazioni più recenti.

Aspettava da tempo, come tutti, di essere chiamato per il vaccino. Ma quando ha rifiutato la somministrazione di Astrazeneca (oggi Vaxzevria) si è sentito rispondere che sarebbe stato richiamato sì ma per ricevere, ancora una volta, lo stesso preparato di Oxford.

E’ un racconto singolare quello riferito dall’avvocato Fabio Zoccolo. Lui, campobassano di 56 anni, rientra in quella categoria anagrafica per la quale si sono aperte le prenotazioni il 10 maggio scorso (fascia 50-59). L’appuntamento al centro vaccinale di Selvapiana è arrivato dopo qualche giorno dall’adesione fatta sul portale regionale il 13 scorso: recarsi alla Cittadella dell’economia mercoledì 19 maggio alle ore 12 e 50.

avvocato Fabio Zoccolo

“Mi sono presentato con un po’ di anticipo per capire qualche vaccino mi avrebbero somministrato e quando ho saputo che c’era solamente disponibilità di Astrazeneca sarei voluto andare via subito”.

Purtroppo per lui non è andata così: in Italia anche per rifiutare un vaccino c’è di mezzo la burocrazia tanto che l’avvocato Zoccolo ha dovuto compilare un modulo in cui, tra le altre cose, esplicitava il rifiuto del trattamento da consegnare all’accettazione. E proprio qui è successo il “fattaccio”.

“Io ho spiegato che Astrazeneca non lo volevo perché, come ci hanno detto medici, esperti e persino il ministro Speranza, quel preparato andrebbe somministrato a chi ha almeno 60 anni e io di anni ne ho 56. E’ questione di equità e giustizia e poi è comprensibile che dopo il bombardamento mediatico e le tante versioni fornite, ci sia una certa diffidenza su questo particolare vaccino. Si è fatta una gran confusione, i timori sono giustificabili. Una volta esposti questi dubbi mi è stato chiesto se avevo qualche patologia, infine, al mio rifiuto, mi hanno detto che sarei stato riconvocato ‘ma le dico – questo il passaggio che ha fatto inalberare l’avvocato – sarà sicuramente Astrazeneca’. A mio avviso si tratta di una minaccia e non andrò a vaccinarmi coi 30enni perché ne avevo diritto ieri e non chissà quando. Ma poi che razza di risposta è mai questa, dire a una persona che rifiuta un trattamento che sempre quello gli faranno? E’ inaccettabile. Per di più dopo il mio battibecco con l’addetta all’accettazione in camice bianco le persone in coda sono state avvisate che quel giorno c’era solo disponibilità di Astrazeneca”.

Se la ragione sia stata il temuto rallentamento della campagna vaccinale scongiurato grazie proprio all’arrivo, sempre nella giornata di ieri, di qualche migliaio di dosi tra Vaxzevria e Pfizer non è dato saperlo.  

Anche perché, sulle somministrazioni di Astrazeneca dopo i 60 anni, a dare il via libera al preparato “per tutti” è stato proprio il generale e commissario per l’emergenza Figliuolo nella sua visita a Campobasso.

Per amore di cronaca va ricordato, infine, che Astrazeneca è stato già somministrato agli under 60 in Molise (agli insegnanti, per esempio, al personale parascolastico e anche alle donne). Ma sulla questione dei rifiuti e le sue conseguenze restano diversi interrogativi che sempre Speranza aveva cercato di dissipare a seguito della sospensione di Astrazeneca per gli accertamenti sui casi di trombosi riscontrati dopo il vaccino.

Tanto per cominciare va detto è una libera scelta quella di vaccinarsi o meno ma non è possibile scegliere il tipo di vaccino.  “Chi rifiuta – queste le parole di Speranza – va in coda e non ha una possibilità immediata di sostituirlo. L’invito che noi facciamo a tutti gli italiani è di vaccinarsi perché tutti i vaccini di cui disponiamo sono egualmente efficaci e sicuri”.

Ma siccome il timore per questo preparato nella popolazione è cresciuto sempre più il ministro ha ribadito che “l’evidenza scientifica ci ha portato a una raccomandazione di natura anagrafica. Quindi, in queste ore il vaccino AstraZeneca è utilizzato sopra i 60 anni e intendiamo continuare a utilizzarlo”.

Dichiarazione che risale a meno di un mese fa e che non ha fatto altro che confondere ancora di più le idee agli italiani. In verità un divieto vero e proprio non c’è mai stato. L’Ema non ha posto restrizioni per età, mentre Aifa ha detto che era preferibile somministrarlo agli over 6o. Il suggerimento, però, è stato interpretato come regola. Da qui il gran caos a cui ora il commissario Figliuolo sta cercando di riparare sbloccando Vaxzevria anche per gli under 60.

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