L'arresto della polizia

Spacciava perché disoccupato: il Pm chiede sette anni di carcere, il giudice lo condanna a tre

La Polizia lo aveva arrestato in contrada Mascione (dove abita)  il 10 settembre scorso mentre tornava dalla Puglia e doveva aveva acquistato 31 grammi di cocaina. La perquisizione a carico del 52enne (di Campobasso), incensurato, aveva fatto scoprire anche altro materiale usato per lo spaccio e quindi scattò la misura cautelare su richiesta del sostituto procuratore Francesco Santosuosso.

Difeso dall’avvocato Roberta Potente, il 52enne questa mattina è comparso davanti al giudice con la formula del rito abbreviato ed è stato condannato a tre anni di reclusione. Il procuratore aveva chiesto sette anni di carcere ma la strategia difensiva condotta dell’avvocato Potente è valsa al riconoscimento del quinto comma che cita un’ipotesi attenuata del reato di spaccio. C’è anche da dire che a carico dell’uomo pesavano ben tre capi d’imputazione. Soddisfatta quindi dell’esito della sentenza, l’avvocato Potente ha però annunciato che fra trenta giorni –  quando saranno rese le motivazioni del verdetto – farà ricorso alla Corte d’Appello. Invece al momento ha già inoltrato istanza di attenuazione della misura cautelare in corso (ottenendo anche il parere favorevole della pubblica accusa) rispetto alla quale il giudice si è riservato di decidere.

Evade i domiciliari per fare la spesa, il giudice lo condanna a 8 mesi e sospende la pena

 Fermato dagli agenti a bordo della propria autovettura, di ritorno da Foggia, l’uomo fu trovato in possesso di circa 31 grammi di cocaina, oltre che di altro materiale per la pesatura, il taglio e il confezionamento in dosi destinate allo spaccio, di un coltello a serramanico della lunghezza complessiva di 25 centimetri illegalmente detenuto nonché di una somma di circa mille euro in contanti, probabile provento dell’attività illecita.  Nel corso della perquisizione domiciliare nell’abitazione di contrada Mascione, gli agenti trovarono la contabilità relativa all’attività di spaccio, con l’indicazione di vari nominativi di acquirenti. Dai successivi accertamenti l’uomo lasciò intendere di aver “intrapreso una strada sbagliata perché disoccupato”.

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