L'Ospite

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Santi Martiri Larinesi, la storia e il programma delle festività

santi martiri larinesi

di Giuseppe Mammarella, Responsabile dell’Archivio Storico e della Biblioteca della diocesi di Termoli-Larino

A metà del mese di maggio (giorni 15 e 16) di ogni anno, Larino ricorda i suoi Martiri, Compatroni della città e della diocesi, che sacrificarono la propria vita nell’antico capoluogo frentano, mediante decapitazione, durante la persecuzione decretata da Diocleziano nel 303.

Anche questa volta, per le note vicende di ordine sanitario, le manifestazioni esterne, tra cui la caratteristica sfilata dei “Palii” (drappi di seta multicolori posti sulla sommità di aste di legno ad indicare il trionfo della fede) non si terranno. Si svolgeranno regolarmente, invece, le solenni cerimonie liturgiche presiedute dal Vescovo mons. Gianfranco de Luca.

Intorno alla metà del IX secolo i lesinesi ed i lucerini “presero di nascosto i due corpi dei Santi Primiano e Firmiano” da Larino, dove “riposavano, e li portarono a Lesina” (G. B. Pollidoro, “Vita et antiqua monimenta…”, Roma 1741, pp. 1-73), facendo rivivere l’atmosfera religiosa del tempo basata sui numerosi trafugamenti di reliquie, comuni durante tutto il Medioevo.

A tal proposito il Vescovo-Storico mons. G. A. Tria fa osservare che gli abitanti di Lesina, “de’ quali gran parte erano cittadini di Lucera”, da tempo erano a conoscenza dei “prodigi, e miracoli che si opravano in Larino per li meriti, e ad intercessione de’ Santi Martiri”. Lo stesso mons. Tria fa notare che i lesinesi “con gran pompa principiarono, e continuarono […] a celebrare la festa di S. Primiano, e S. Firmiano, come di loro Padroni li 15 Maggio”, innalzando in onore del primo un grande tempio (G. A. Tria, “Memorie…”, Roma 1744, pp. 625-626).

Nella seconda metà del XVI secolo, Lesina fu ridotta ad un mucchio di rovine a causa di una inondazione del mare. Nel 1597, il sacerdote napoletano don Aurelio Marra, fu incaricato di recarsi a Lesina dai Governatori della Santa Casa dell’Annunziata, dal 1411 feudataria del luogo, per curare i necessari restauri del semidistrutto sacro edificio in cui erano custoditi anche i resti mortali dei primi due Martiri Larinesi. Ritenuta impossibile l’impresa affidatagli, don Marra si limitò a recuperare le reliquie poste all’interno di casse di marmo. Le spoglie mortali dei Ss. Primiano e Firmiano tornarono alla luce il 2 marzo 1598 e tra il 28 ed il 30 di aprile successivi avvenne la loro traslazione a Napoli dove, dopo qualche anno, furono sistemati nella “Cappella del Tesoro” appositamente realizzata all’interno della basilica dell’Annunziata (Archivio Storico della ex Real Casa Santa dell’Annunziata di Napoli, fondo Culto, b. 2, f. 7. La documentazione è custodita, in copia, anche presso il mio archivio privato).

Le reliquie del terzo Martire Larinese San Casto, probabilmente rimaste sempre a Larino, per volere del Vescovo mons. Vincenzo Rocca, tra il 28 luglio ed il 5 agosto 1833, furono traslate dalla cattedrale alla novella chiesa della “Visitazione”, la vecchia parrocchiale delle Grazie di Piazza dei Frentani (cfr., tra gli altri, V. Rocca, “Officia Propria Sanctorum…”, Benevento 1834, p. 33).

La monumentale chiesa partenopea, che ancora oggi ospita i resti mortali dei primi due Martiri Larinesi, con l’intero annesso complesso della Santa Annunziata, nel 1411 ebbe in donazione da Margherita di Durazzo, madre di Re Ladislao, il grande feudo di Lesina che fu la più ampia investitura feudale resa all’importante istituzione napoletana. La “Cappella del Tesoro” fu edificata tra il 1597 ed il 1600 su disegno dell’Architetto, Ingegnere e Pittore romano Giovanni Battista Cavagna a cui si aggiunse subito anche l’opera dell’Architetto e Scultore Giovanni Antonio Dosio per la realizzazione di otto nicchie marmoree e l’elegante portale d’ingresso alla cappella, nata, come già detto, proprio per ospitare le sacre reliquie traslate da Lesina. La volta a botte e le pareti laterali, furono affrescate nel 1605 dal Pittore di origine greca Belisario Corenzio con l’aiuto dell’umbro Avanzino Nucci e del poco noto Vincenzo de Pino. I dipinti, quasi completamente cancellati dall’umidità nonostante i restauri eseguiti nel 1750 da Lorenzo de Caro (cfr., tra gli altri, I Maietta-A. Vanacore, “L’Annunziata…”, Castellammare di Stabia 1997, pp. 9-24, 62-66), presentano anche tre magnifiche scene strettamente legate ai Ss. Martiri Larinesi Primiano, Firmiano e Casto.

I sacri resti provenienti da Lesina furono posti entro busti di rame dorato e teste d’argento, opera di orafi napoletani, ma, sul finire del 1700, l’argento fu requisito dallo Stato, motivo per cui le teste vennero sostituite con quelle di legno dorato. I preziosi simulacri contenenti le reliquie furono sistemati nelle nicchie marmoree del Dosio e chiuse da sportelli lignei. Le spoglie mortali dei Ss. Primiano e Firmiano, insieme a quelle di altri sei Santi giunti da Lesina nel 1598, nel corso del XIX secolo, a causa dei frequenti spostamenti delle statue, furono definitivamente collocati all’interno dell’altare maggiore che sorge nella stessa cappella (“Ibibem”).

 

PROGRAMMA RELIGIOSO:

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Le iniziative sono partite il 3 maggio con l’accoglienza di San Primiano in Cattedrale e la santa messa. In serata santa messa alla quale sono stati invitati a partecipare tutti i bambini del Catechismo con le loro famiglie. Dal 6 al 14 maggio è in corso la novena dei Santi Martiri Larinesi: tutte le sere, alle 19 in Cattedrale: santa messa e novena. Mercoledì 12 maggio la santa messa e la novena sono state celebrate, alle 18, nel Santuario dei Santi Martiri Larinesi.
Il 15 maggio: Festa dei Santi Martiri Larinesi. Il programma precede, alle ore 10:30, la santa messa presso il Santuario dei Santi Martiri Larinesi. Alle 16:30 santa messa in Cattedrale presieduta da S.E. Mons. Gianfranco De Luca, Vescovo della nostra Diocesi, che amministrerà il sacramento della Cresima ad alcuni giovani della nostra Comunità. Alle 19 santa messa in Cattedrale. I Santi Martiri Larinesi custodiscano e accompagnino le nostre comunità nella gioia e nell’amore del Signore Gesù Cristo.

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