L'attacco

Roberti premiato per gestione pandemia, circolo Pd Termoli: “Numeri dicono una cosa diversa”

Il circolo Pd di Termoli critica la scelta della Regione Molise di premiare il sindaco di Termoli per la gestione della pandemia.

La pagina Facebook del Comune di Termoli riporta la notizia del riconoscimento tributato a Francesco Roberti, nell’ambito dell’iniziativa voluta dalla Regione “Ambasciatori del Molise nel Mondo” “per l’impegno e la dedizione mostrati nel contrasto alla pandemia che ha interessato il territorio negli ultimi mesi”. Abbiamo scelto di riportare le testuali parole per poter meglio fare delle riflessioni e un’analisi approfondita e imparziale della notizia La Regione, con governo di centro destra, promuove l’iniziativa “Ambasciatori del Molise nel Mondo” e premia il Sindaco di Termoli e Presidente della Provincia appartenente allo stesso schieramento di centro destra. Verrebbe da dire in poche e spicce parole: “loro se la cantano e loro se la suonano”.

Non è il premio in sé per sé ad indignarci, ma l’assoluta mancanza di riguardo che si mostra con questo atto verso i termolesi. Parliamo di impegno, di dedizione e di eroi! Il riconoscimento va ai nostri medici e a tutto il personale sanitario che hanno combattuto in una trincea ospedaliera che contava più decessi che vite salvate. Dottori ed infermieri senza attrezzature adeguate di cura, esposti al contagio giorno e notte, con turni massacranti e un enorme peso psicologico da sostenere. Altri eroi? Tutte quelle persone che hanno perso il loro cari, che hanno “subito” quell’ultima telefonata prima della terapia intensiva, che hanno vissuto nell’angoscia di un’altra, più tragica telefonata.

Quelle donne e quegli uomini che hanno denunciato un sistema sanitario inadeguato, che si sono posti la domanda: “i nostri cari sono morti per Covid o perché non c’era la possibilità di cure migliori”? Non dimentichiamo gli impianti dell’ossigeno non funzionanti e il trasporto dei malati Covid in diversi presidi ospedalieri non attrezzati… Altri eroi ancora? Chi ha perso il lavoro, chi ha chiuso le attività, le famiglie senza più uno stipendio. Analizziamo le statistiche e ricordiamo tutti i numeri dell’indice Rt riportato dalle testate locali nei mesi in cui eravamo nello stretto lockdown imposto dai vari DPCM: i contagi e i decessi riportati si contavano sulla punta delle dita, perché vigeva la legge nazionale. Andiamo ora a settembre 2020, e soffermandoci sui mesi successivi.

Da dicembre i contagi in Molise hanno subito un incremento considerevole e soprattutto a Termoli sono schizzati. Cosa è cambiato? Che fino a quando la gestione della pandemia è stata dettata dal protocollo nazionale, le cose sono andata abbastanza bene. Quando però il controllo dei contagi, degli assembramenti della movida o gli screening di massa, i tamponi, e molte delle azioni di prevenzione sono state affidate alla gestione locale, il risultato è stato che abbiamo vissuto mesi di vero terrore e tanti termolesi si sono ammalati e, purtroppo, sono morti!

Questa non è una polemica sterile o un atteggiamento “psicotico”, come spesso è stato detto di noi dall’”eroe dei due mondi”. I numeri contano chiaramente e ciò che parla di più sono i decessi in una realtà come Termoli, dove ci si conosce tutti, dove in tanti abbiamo condiviso la perdita di persone care. Se ad oggi la situazione rimane sotto controllo di certo non è merito di una corretta gestione da parte dell’amministrazione termolese e questo va gridato, per amor di verità.

Quest’ultimo anno ha visto ulteriormente deteriorarsi la qualità delle prestazioni sanitarie dell’Ospedale San Timoteo. Non sono servite allo scopo le tende installate fuori dall’ospedale, un allestimento costosissimo e mai adoperato per i malati Covid. E nulla ha fatto per la sua città il nostro eroe, che non si è speso politicamente per difendere il suo ospedale. Se guardiamo alla progressiva e inesorabile decadenza del nosocomio cittadino, è evidente che ha voltato la testa dall’altra parte. E forse il “premio” tributato è il corrispettivo del suo connivente silenzio. Si tratterà di una coincidenza, ma le dimissioni del dottor Serafini, lui sì, un vero eroe, sono l’ennesima dimostrazione che c’è in atto il progetto di distruggere l’ospedale di Termoli e che chi si oppone a questo progetto viene messo nell’angolo”.

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