Futuri calciatori

Riaprono le scuole calcio e i ragazzi tornano a sognare: “Vinciamo il campionato contro il Covid”

Via libera agli sport di squadra. Piccoli atleti crescono e tornano a divertirsi in campo dopo mesi di stop. Si ricomincia tra sorrisi e tanto sudore

Loro dicono: “Eccitazione a palla”. Noi, parafrasando il linguaggio dei nostri ragazzi, capiamo che la riapertura delle scuole calcio (e di tutti gli sport all’aperto) era quanto di più desiderato attendessero.

Ad agosto dello scorso anno erano tornati più o meno ad allenarsi e quindi a sognare sui campi in erbetta di tutta la provincia. Ad ottobre il nuovo stop che li ha disorientati e catapultati nuovamente nell’incubo che avevano già vissuto pochi mesi prima.

Adesso che sono tornati di nuovo a correre dietro a quel pallone, l’unico amico che hanno potuto tenere in casa per provando così a tenere vivi i loro sogni, non pensano al campionato né alla tecnica né agli obiettivi di stagione, pensano soltanto: “Speriamo che non chiudano mai più”. E’ questa la paura che li accomuna. Il timore di essere costretti nuovamente a restare dentro casa, davanti ad un pc, una play station o a lunghe videochiamate con i compagni perché diversamente sarebbe rischioso.

scuole calcio

“Sono stati mesi bruttissimi perché quando ad agosto siamo tornati a giocare pensavamo che finalmente avremmo potuto continuare a fare il nostro sport senza fermarci e invece poi in autunno ci hanno chiuso un’altra volta. Speriamo che non accada più” dice un calciatore in erba della scuola calcio Acli che da lunedì scorso ha richiamato a raccolta i suoi allievi al campo “Toti” di contrada Selvapiana.

Regole ferree per tutti. Si arriva già con la divisa e ovviamente la mascherina, gli spogliatoi sono chiusi e un addetto misura la temperatura prima dell’ingresso in campo, mentre i genitori firmano l’autocertificazione assicurando che i ragazzi non hanno sintomi riconducibili al covid né hanno mai avuto contatti con persone positive.

Ma i ragazzi fremono. Aiutano il mister a preparare il campo, cercano la rete con i palloni, collaborano all’organizzazione del percorso da seguire per l’allenamento e si raccontano. “Sono tanti mesi che non ci vediamo – racconta uno di loro – i miei compagni mi sono mancati. Stiamo insieme anche quattro volte a settimana compresa la partita della domenica e con loro, dopo i miei compagni di scuola, trascorro la maggior parte del mio tempo”.

In campo appaiono disorientati e alcuni ammettono al mister di essere “fuori allenamento perché a casa ho fatto poco”. Ma è lo stesso allenatore che li rassicura da bordo campo: “Tranquilli, piano piano riacquisteremo la forma che ci serve”.

E sempre lui, mister Peppe, ammette che sì “li ho trovati un po’ provati. Sono sette mesi che non corrono spensierati su questi campi. Sette mesi in cui hanno dovuto privarsi dello sport che loro amano e di quei momenti di socializzazione che il calcio regala”.

Ci lascia a stretto giro. Mister Peppe ha fretta di tornare in campo. Perché alla fine anche lui, come i suoi ragazzi, ha voglia di normalità. Corre verso la porta, impartisce direttive, chiama la squadra a raccolta. Per ognuno ha un consiglio e un suggerimento, i ragazzi ascoltano ma quando i palloni scivolano sul campo, l’occhio li segue, si distraggono e le gambe fremono: “Mister ci faccia giocare”. Ma sì, che si giochi: parte il tiro, è l’ora del gol, quello della rivincita contro il covid.

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