Ci risiamo

Problemi idrici non risolti: chiusure notturne e guasti “ma non sarà come un anno fa”. E il Molisano Centrale resta una grande incompiuta

Siamo soltanto a maggio ma si sono già verificate rotture e carenze idriche in Basso Molise. L’azienda Molise Acque assicura che “il potenziamento della centrale di sollevamento di Guglionesi è quasi ultimato ed eviterà la mancanza di flusso”. Ma i problemi delle condutture che perdono rimangono e l’acquedotto Molisano centrale resta incompleto

Chiusure notturne, un filo d’acqua dai rubinetti, disservizi e disagi a non finire. Se il picco dell’emergenza Covid sembra alle spalle, ecco che torna come a ogni estate un’emergenza diventata situazione cronica: la carenza idrica in Basso Molise. Le avvisaglie di questi ultimi giorni di maggio non fanno ben sperare.

Martedì scorso il disagio è stato avvertito a Termoli, per un guasto con conseguente chiusura dei rubinetti in alcuni quartieri della città. A Montenero di Bisaccia via Whatsapp ai cittadini sono già arrivati numerosi messaggi che annunciavano la necessità di chiudere le condotte di notte. Nelle campagne del paese è andata anche peggio, con guasti e coltivatori a secco per giorni. Ma chiusure parziali si sono verificate anche a Petacciato, Tavenna, Guglionesi.

Niente che finora faccia gridare allo scandalo, ma bisogna considerare che il vero caldo non si è ancora visto. Il timore di un’altra estate a secco è grande, specie dopo le proteste e le rassicurazioni avute dai sindaci a settembre.

“Non c’è stato nessun problema particolare – riferisce l’ingegner Carlo Tatti riferendosi al guasto che martedì scorso ha creato disagi a Termoli -. Abbiamo dovuto spurgare una condotta, il guasto è stato risolto già in serata”.

Molise Acque insiste nell’addossare le maggiori responsabilità delle carenze idriche alle tubature comuni fatiscenti di molti paesi. “Le reti comunali perdono e l’acqua si disperde”.

Problema comune a tante realtà, come Montenero, dove ci si è messa di mezzo la mancata attivazione del bypass idrico che avrebbe dovuto portare alle campagne al confine con l’Abruzzo l’acqua della diga di Chiauci per l’irrigazione. Nelle ultime settimane il disagio si è acuito e molti coltivatori potrebbero aver utilizzato acqua potabile per innaffiare i campi. Un sospetto avvalorato da un consumo abnorme di risorse idriche rilevato da Molise Acque. Certo è che ci sarebbe un forte bisogno di interventi di manutenzione straordinaria o addirittura un’opera ad hoc per modernizzare la rete delle tubature che provocano uno spreco d’acqua ancora più deprecabile considerando la crisi climatica in atto.

Campi coltivati

Appena attivato il bypass inoltre, le vecchie tubature hanno mostrato tutta la loro fragilità: tubi spaccati, bolle d’aria e altri guasti si sono verificati fin da subito, con conseguenti riparazioni e chiusure. Punto e a capo quindi.

“Noi abbiamo realizzato degli interventi per poter gestire meglio le risorse idriche quest’estate ed evitare altre crisi” continua Tatti. Il riferimento è in particolare alla centrale di sollevamento acqua che si trova a Guglionesi. Un impianto che ha il compito di inoltrare la preziosa risorsa idrica in arrivo dal Matese tramite l’acquedotto Molisano Centrale, ai paesi del Basso Molise. “Abbiamo sistemato un nuovo motore” spiega Tatti. Si tratta di una sorta di motore muletto, cioè di riserva, che entrerà in funzione qualora il primo motore vada in crisi. Inoltre migliorie sono in atto in tutto l’impianto, proprio per scongiurare rotture. “Contiamo di concludere entro metà-fine giugno”.

Va ricordato che in estate, quando il consumo è più elevato per il caldo e la presenza di turisti, il Basso Molise è rifornito in parte non solo dal Molisano Centrale, ma ancora dal potabilizzatore del Liscione. Anche quest’ultimo in inverno è stato interessato da lavori. “Ci sono stati interventi di manutenzione. Ci auguriamo che in estate non ci saranno problemi” dice l’ingegnere di Molise Acque. Decisiva sarà anche la tenuta dell’acquedotto Molisano Sinistro che l’anno scorso andò in forte crisi causando disagi soprattutto ai paesi più vicini all’area trignina, come Montecilfone, Tavenna e Palata.

L’Azienda speciale invece non si sta occupando dell’ultimazione della mega opera conosciuta come Acquedotto Molisano Centrale. Un impianto che rifornisce di acqua del Matese 11 paesi dalla diga di Guardialfiera fino a valle. Ma l’ultima porzione dei lavori, che riguarda essenzialmente Montenero, Petacciato, Guglionesi e San Giacomo, non è stata ancora ultimata e non si sa se e quando lo sarà. Va precisato che questi quattro paesi sono già riforniti di acqua matesina dall’autunno 2019 ma non completamente. Quando la richiesta aumenta, su quel tratto di Basso Molise il rifornimento è duplice: acqua del potabilizzatore e acqua del Matese. Un sistema pensato proprio per evitare altre crisi idriche.

Resta però la grande beffa di un’opera presentata come la panacea di tutti i mali idrici della costa molisana e dintorni e che invece si sta rivelando una grande incompiuta. Progettato quasi mezzo secolo fa, con un cantiere avviato da oltre un decennio e dal costo vicino ai 90 milioni di euro, ma soprattutto senza alcuna chiarezza sui tempi della conclusione dei lavori. Il famoso serbatoio di Petacciato, ad esempio, perché non è stato ultimato? Possibile che l’iter si sia impantanato fra un ente pubblico e l’altro e sia disperso con la scusa dell’emergenza Covid?

Sta di fatto che l’acquedotto è ancora incompleto e soprattutto incapace di risolvere i problemi. Anzi, in qualche caso anche concausa dei disagi a cui molti molisani sono purtroppo abituati.

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