A tutela dei pescatori

Manifesto per sostenere la pesca a traino, appello di Federpesca

Nella giornata di ieri il direttore nazionale di Federpesca, Francesca Biondo, ha trasmesso al Medac (Consiglio consultivo regionale per il mediterraneo) un documento a tutela degli interessi ambientali ed imprenditoriali della pesca Italiana.

Nel documento sono illustrati le principali problematiche che attanagliano la pesca a traino in Italia.

Il coordinatore regionale per il Molise Basso Cannarsa condivide il documento per evidenziare lo stato di difficoltà del settore. Un manifesto che racconta – spiega “cosa rappresenta questo importante segmento di flotta che va a rafforzare la posizione già espressa dai nostri colleghi spagnoli nei confronti dell’attacco che sta subendo la pesca a strascico e del Commissario europeo alla pesca Virginijus Sinkevicius che ha definito la pesca a strascico come “la più dannosa di tutte perché distrugge l’ecosistema”.

“La pesca a traino sta subendo negli ultimi anni un accanimento costante senza precedenti, con:

– una costante riduzione delle giornate di pesca che quest’anno ha raggiunto l’inverosimile;

– una riduzione degli attrezzi in licenza con il continuo insorgere di imposizioni e divieti di pesca che limitano l’attività solo in alcune zone;

– la concorrenza sleale di altre flotte del Mediterraneo, come i Croati che pescano molto di più dei giorni di pesca consentiti ai colleghi italiani, anche di sabato e domenica;

– senza considerare la demolizione dei pescherecci che ha portato ad un dimezzamento ed invecchiamento dell’intera flotta italiana che sembra non essere considerato.

 

I pescatori sono i primi ad amare il mare ed averne cura e tutela perché di mare vivono e il loro interesse è quello di continuare a lavorare con la possibilità di riorganizzare e modernizzare le proprie imprese nel rispetto dei valori comunitari di sostenibilità ambientale trasformando detti valori in produttori di reddito per le imprese”.

L’appello che lancia Federpesca alle istituzioni di tutti i livelli, a partire da quello Europeo, è di concertare con i pescatori e con chi vive il mare le migliori azioni da intraprendere pensando non solo alla tutela del pesca ma anche a quella del pescatore, invertendo questa rotta intrapresa di perdita continua di competitività e vitalità del settore, destinato a scomparire se si continua cosi. Perché se si mira solo a distruggere il pescatore non ci sarà più nessuno a portare il pesce sulle tavole.

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