La cura della salute del suolo, rispettandone gli equilibri naturali, è una perfetta metafora di vita e un insegnamento per tutti noi. Lo è stato sicuramente per i ragazzi dell’Istituto Agrario ed Alberghiero di Termoli (Ipseoa) che hanno preso parte al progetto denominato “L’agri-cultura che insegna: l’orto sinergico, metafora di vita sociale”.
Una proposta innovativa di rigenerazione degli ambienti scolastici, in questo caso del terreno (circa 500 metri quadrati) di pertinenza dell’Istituto di via Foce dell’Angelo, che ha coinvolto una ventina di ragazzi diversamente abili (dalle prime alle quinte classi), accompagnati in questo percorso (che insegna la nascita e la rinascita, ndr) dai docenti di inclusione e dagli assistenti alla comunicazione.
A presentare oggi il progetto, che fa della sostenibilità ambientale e zdell’inclusione (in senso ampio, olistico) la sua quintessenza, la dirigente scolastica Maricetta Chimisso, la consigliera regionale del M5s Patrizia Manzo (il progetto è stato finanziato dal Movimento nell’ambito di una iniziativa nazionale) e l’esperta di agricoltura sinergica, la dottoressa Stefania Gentile, che ha curato la parte tecnica del percorso.
Un orto dei sogni che hanno progettato i ragazzi e che già ora mostra la sua bellezza. La paglia delinea la forma dell’orto che sarà – che in parte già è -, che riproduce il logo simbolo dell’Alberghiero: la forchetta. Sotto la paglia i semi coltivati che daranno vita a fiori e frutti che la scuola utilizzerà, anche, in cucina. Chilometro zero, rappresenta anche questo l’orto che darà legumi, piante aromatiche, fiori commestibili, peperoncini, melanzane, pomodori e tanto altro.
Una proposta innovativa, che la preside definisce “inedita e anche io ne ignoravo l’esistenza”, che segna un nuovo paradigma nel modo di concepire l’attività agricola. L’agricoltura sinergica, di ispirazione giapponese, si contrappone infatti a quella tradizionale intanto perché si basa sull’autofertilizzazione del terreno. La terra non viene lavorata (ad esempio non si deve arare) tantomeno vi si aggiungono fertilizzanti o antiparassitari. Le siepi, che si ergeranno sopra la paglia perché è lì sotto che sono stati piantate i semi, creeranno un ambiente (e un microclima) che permetterà a tutte le piante di vivere in armonia. “Con poco, con una irrigazione a goccia e dunque un uso sostenibile della risorsa idrica, si ottiene il massimo della resa”, ha spiegato la professoressa Chimisso.
Un’agricoltura ‘non interventista’, dove la mano dell’uomo – in questo caso dei ragazzi – è docile e non compromette l’equilibrio che si auto-crea. “I ragazzi impareranno ad osservare, a rispettare il terreno”, è forse questo l’insegnamento più grande che questo progetto lascia loro.
Il progetto finanziato dal Movimento 5 Stelle con i fondi restituiti dai parlamentari. La consigliera Manzo ha ricordato come prima di questa esperienza – che si chiama ‘Facciamo EcoScuola’ – fu la volta di ‘Facciamo scuola’. Da quel primo progetto, cui parteciparono tanti istituti in Italia e in Molise (anche l’Ipseoa stesso) a questo l’entusiasmo nel mondo scolastico e la partecipazione (oltre 1000 i progetti pervenuti) oltremodo cresciuti. “Voglio sottolineare la capacità progettuale di questo istituto”, così la Manzo che ha reso noto come siano tre i progetti finanziati in Molise: oltre a questo termolese hanno ottenuto il finanziamento scuole di Bojano e Venafro.
L’orto – una sorta di spazio giardino di cui ora si prenderanno cura gli studenti della scuola superiore che oggi hanno ricevuto i loro ‘diplomi’ per l’impegno e la cura, appunto, dimostrati – contribuirà dunque a soddisfare il bisogno di materie prime per le cucine ed il ristorante didattico dell’Istituto, ma non solo. Diventerà anche un luogo per iniziative culturali e sociali, aperte alla comunità. Una comunità che si apre, anche all’ambiente, e che da oggi è forse un po’ più attenta all’ecosistema. Ora più che mai c’è bisogno proprio di questo.
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