Il caso a campobasso

Rubano libri donati alla città per venderli in un negozio dell’usato. L’assessore: “Ho segnalato alle forze dell’ordine”

L'assessore comunale Paola Felice ha denunciato l'episodio agli investigatori. I volumi ritrovati in un'attività di compravendita cittadina portavano il timbro dell'iniziativa Libriamoci e anche della Bibliomediateca comunale che ha donato molti testi rimpinguando le cassette in legno dislocate in parchi e ville di Campobasso.

Libri di seconda, terza e quarta mano messi in vendita per pochi euro in un negozio di compravendita di oggetti usati a Campobasso. Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che quegli stessi volumi non appartenevano a un privato che voleva disfarsene bensì erano frutto di donazioni alla città.

Libri, dunque, nati per essere presi in prestito dai lettori del capoluogo, un po’ come avviene in una biblioteca, portati via da ignoti per lucrarci sopra. 

“Ho segnalato l’episodio alle forze dell’ordine dopo che, alcuni giorni fa, all’interno di un negozio di oggetti usati, abbiamo trovato in bella vista numerosi libri recanti il timbro dell’iniziativa Libriamoci realizzata dagli Scout Agesci Campobasso 1 in collaborazione con uno Sprar e con l’Amministrazione comunale”.

Queste le parole di Paola Felice, assessore alla Cultura in Municipio e convinta sostenitrice dell’iniziativa partita a fine febbraio dell’anno scorso quando sono spuntate le prime quattro cassette dei libri in luoghi strategici della città come parco San Giovanni, villa Musenga, piazza Cuoco e parco della Memoria.

Le cassette, più volte vandalizzate, sono state rimpinguate da una vera e propria rete di appassionati di lettura che rinuncia a un volume affinché altri possano leggerlo. Di questo circolo virtuoso fa parte anche la Bibliomediateca comunale di via Roma.

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“Durante il lockdown – riferisce a Primonumero l’assessore Felice – la struttura era chiusa e quindi ci hanno donato molte scatole di libri-doppione per riempire le cassette e non privare i lettori del servizio pubblico. Notavamo, infatti, che in quel periodo c’era più richiesta”.

Purtroppo anche quei testi sono finiti nel negozio dell’usato dove su diversi volumi c’era addirittura un doppio timbro: Libriamoci e Bibliomediateca.

“Capirei se chi ha messo in vendita o chi ha acquistato il libro sottratto dalla cassetta non conoscesse il titolo dell’iniziativa, ma penso che un timbro della biblioteca sia riconoscibile e qualche dubbio dovrebbe pur instillarlo”.

Ora, se ci sono gli estremi per un reato, lo stabiliranno gli investigatori ai quali l’assessore alla Cultura ha segnalato l’accaduto. Anche stavolta le telecamere di videosorveglianza potrebbero aiutarli a risalire ai responsabili. Inoltre, chi ha un minimo di dimestichezza coi i mercatini dell’usato, sa bene che quando si lascia qualche oggetto in conto-vendita (come possiamo presumere sia accaduto anche stavolta) c’è una registrazione del proprietario che sarà ricontattato dall’attività per restituirgli quanto pattuito una volta che l’oggetto viene venduto.

“Sono dispiaciuta e incredula – ha ribadito Felice – nell’aver accertato che per pochi spiccioli, recuperati con questa triste modalità, si possa vanificare l’impegno e il lavoro meritorio di tante persone che si sono private del loro tempo e dei propri amati libri per un gesto di condivisione nei confronti di tutta la comunità. Voglio rivolgermi proprio a tutti loro, invece che allo sprovveduto che non ha compreso il valore e l’importanza dell’iniziativa, – ha dichiarato in conclusione l’assessore – mostrando tutta la mia solidarietà e il mio affetto insieme al mio più caloroso incoraggiamento: abbiamo tanta strada da fare, non ci arrendiamo e facciamola insieme!”

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