Un po' di storia e di chiarezza

L’errore del concorso Nutella: il trabucco che rappresenta il Molise non è “di Bricche” ma di Celestino

Del trabucco di Bricche, sorto ad iniziativa di Alfonso Manzi nel 1921, sono ormai poco più di venti anni di cui non c’è più traccia, poiché prima insabbiato dal dissennato allungamento dei moli che s’è portato via per sempre il più bel pezzo della costa cittadina, ricca di scogliere e calette meravigliose.

Trabucco bricche celestino  Nutella

Un clamoroso errore quello in cui è incorsa, per quanto riguarda il Molise e Termoli in particolare, la famosa multinazionale italiana Ferrero nel lanciare il concorso dell’immagine dei luoghi più significativi dal punto di vista paesaggistico di ciascuna regione italiana da applicare sui vasetti della Nutella.

Il trabucco chiamato a rappresentare il Molise e la nostra città non è, purtroppo, quello detto “di Bricche”, ma quello di Celestino.

Due luoghi diversi della costa cittadina in cui erano impiantati: il primo a sud-est, nella cosiddetta zona del “Bagno delle Femmine”, mentre quello che si vede nell’immagine sul vasetto della Nutella si trova a ovest.

Non solo. Del trabucco di Bricche, sorto ad iniziativa di Alfonso Manzi nel 1921, sono ormai poco più di venti anni di cui non c’è più traccia, poiché prima insabbiato dal dissennato allungamento dei moli che s’è portato via per sempre il più bel pezzo della costa cittadina, ricca di scogliere e calette meravigliose.

trabucco mare termoli

Il trabucco di Celestino, dopo la disastrosa mareggiata del novembre del 2015 che ha cancellato il trabucco di Nicola Fedele e Pardo Desiderio sorto nel 2003 e quello ancora in costruzione dei Larivera, è l’unico, insieme a quello di Mario Marinucci alla banchinella, a rappresentare una tradizione che affonda le radici sin dalla fine degli anni Settanta dell’Ottocento e che da allora ha visto l’installazione sul tratto costiero cittadino di ben 10 trabucchi, più altri tre più: uno nei pressi del Sinarca, entro l’ansa del Biferno, e l’ultimo già citato in costruzione al momento della devastante mareggiata del 2015.

“Bricche”, da bricco, soprannome appioppato a Nicola Mascilongo per avere fatto da militare l’attendente a D’Annunzio, ha acquistato nel 1957 il trabucco da Nicola Manzi, figlio di Alfonso, gestendolo fino alla sua morte insieme al figlio Rocco.

Celestino Esposito, di professione fornaio, invece l’aveva acquistato nel 1984 da Antonio Mastrangelo, un noto ed estroso fabbroferraio cittadino, il quale ne aveva fatto regalo al figlio Pasqualino al momento della laurea. Artefice però della sua eroica resistenza alle avversità del tempo, resiste ancora, privo purtroppo delle antenne, come si vede anche nella foto della Nutella, grazie all’impegno e ai sacrifici del nipote dello stesso Celestino, Antonio Iasenza.

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