Missione - per ora - fallita

La Torre covid sparisce dai radar del Piano pandemico: non ne parla più nessuno, anche il Governo fa finta di niente

Che fine ha fatto il piano per aumentare i posti letto di terapia intensiva e sub intensiva all'ospedale Cardarelli di Campobasso finanziato con 6 milioni di euro? Nessuna parola è stata proferita dal generale Figliuolo ai giornalisti e sembra che l'argomento non sia stato affrontato nemmeno nel vertice operativo che si è svolto in Regione. Anche l'ex governatore Iorio stigmatizza il silenzio sul progetto, mentre il direttore generale Asrem Florenzano puntualizza: "Stiamo interloquendo con la struttura commissariale, spero che presto si sblocchino i lavori"

Non c’è dubbio: l’accelerata al piano vaccinale è una delle ‘missioni’ compiute nella strategia elaborata dal generale Francesco Paolo Figliuolo, il militare scelto dal premier Mario Draghi agli inizi di marzo, quando è stato deciso di defenestrare Domenico Arcuri dalla guida della struttura commissariale nazionale creata per l’emergenza covid. Certo, l’obiettivo delle 500mila dosi da somministrare quotidianamente non viene centrato proprio tutti i giorni, ma quasi. Insomma, la ‘quinta’ è stata ingranata.

Tuttavia c’è un fronte che continua a registrare un flop clamoroso: il piano per aumentare i posti letto di terapia intensiva e sub intensiva all’ospedale Cardarelli di Campobasso. Lo ricorderete probabilmente: il padiglione adiacente il nosocomio, la cosiddetta ‘Torre covid’. Sembra essere finito nel dimenticatoio nonostante i 6 milioni di euro stanziati dall’ex Governo Conte, l’elaborazione del progetto (da parte della Mastellone di Castelvetere Engineering) che dovrà essere realizzato dal Consorzio Stabile Built scarl dopo la verifica e la validazione da parte della EN3. Le imprese sono state tutte selezionate sulla base dei bandi nazionali di Domenico Arcuri.

Il centro Covid mai realizzato: il padiglione da 6 milioni ostaggio della guerra tra imprese. Ora chi paga?

 

Eppure 40 giorni fa la ditta esecutrice aveva dichiarato (era fine marzo, ndr) di essere pronta ad iniziare l’intervento di riconversione dell’immobile da adibire a padiglione covid alla luce del superamento delle criticità legate al progetto (costi e fattibilità dell’opera).

Cosa sta continuando a bloccare il potenziamento delle Terapie Intensive nell’hub covid del Molise? Chi si aspettava una risposta, un chiarimento da parte del nuovo commissario nazionale all’emergenza – il generale Figliuolo, appunto – è rimasto deluso. Nessuna parola è stata proferita in tal senso dal vertice militare nè ai giornalisti presenti alla Cittadella dell’Economia. Sembra che l’argomento non sia stato affrontato nella riunione operativa a Palazzo Vitale.

figliuolo gravina

Eppure il capo della struttura commissariale nazionale dovrebbe essere a conoscenza dello stop al padiglione covid dal momento che sarebbe stato interpellato più volte nei mesi scorsi dalla stessa Asrem proprio per intervenire.

“Stiamo interloquendo con la struttura commissariale, qualche giorno fa si è svolto un incontro tecnico con i validatori del progetto e la ditta ed è intervenuto anche un delegato del generale Figliuolo che giovedì 6 maggio è venuto in Molise solo per il piano vaccinale”, puntualizza il direttore generale dell’Asrem Oreste Florenzano. “Speriamo di riuscire a breve a sbloccare questa situazione. Se c’è l’interessamento della struttura commissariale nazionale, credo che riusciremo a sbloccare il progetto. Del resto io avevo mandato ben sei lettere alla precedente struttura commissariale (guidata da Arcuri, ndr)”.

Tutto fa pensare che insomma lo stallo non sia stato risolto. Anzi, che la realizzazione della Torre covid sia quasi sparita dai radar del Piano pandemico, anche se i posti letto in più destinati a curare i malati covid saranno fondamentali per fronteggiare una possibile nuova ondata e per evitare i decessi. Nessuno ha dimenticato l’impennata di lutti e morti che dallo scorso autunno ha colpito profondamente il Molise, costretto a chiedere aiuto alle altre regioni per far ricoverare i pazienti che dovevano essere intubati non avendo più letti in Rianimazione. C’è chi è stato costretto anche a pagare un’ambulanza per garantire una speranza di vita ad un familiare trasferito in un nosocomio extra regionale (forse ricorderete la drammatica vicenda del padre dell’attrice Chiara Cavalieri).

Non ci siamo accorti solo noi del silenzio calato sulla Torre covid. Anche l’ex governatore Michele Iorio, nel giorno successivo alla visita di Figliuolo, spara a zero contro quella che definisce “solo una passerella vip”. “La Torre covid non è stata posta neppure all’attenzione del nuovo commissario Figliuolo quasi a voler nascondere il fallimento della struttura regionale sull’organizzazione dell’emergenza Covid”, osserva l’ex presidente. “Un disastro che continua a pesare sulla salute dei molisani i quali rinunciano a curare le patologie ordinarie e ancora non hanno a disposizione un centro Covid dedicato“.

Michele Iorio

Anche se il virus ha rallentato la sua morsa letale e i ricoveri sono diminuiti sensibilmente, i problemi nell’ospedale di Campobasso non mancano: “Al Cardarelli – insiste Iorio – è ancora interdetto l’uso della rianimazione per pazienti non Covid, con tutte le conseguenze che si riflettono sulla cura delle emergenze”.

L’elenco delle criticità è lungo: “Sempre all’ospedale Cardarelli di Campobasso, centro misto Covid, non esiste una vera area grigia. Spesso il pronto soccorso è in tilt e la distribuzione dei pazienti è difficoltosa. Per non parlare dell’esecuzione dei tamponi che non sempre avviene nei tempi giusti per individuare un trattamento e un ricovero corretto per i pazienti”.

La Rianimazione mobile realizzata nel parcheggio delle ambulanze poi non può essere considerata la panacea di tutti i mali. Anzi, la struttura da poco inaugurata, a detta dell’ex governatore, “è diventato un ‘reparto per anziani fragili'” piuttosto che accogliere malati covid. “Una dizione abbastanza singolare che confesso, da medico, di non conoscere anche se per analogia potrei pensare si tratti del reparto di geriatria”.

In tutta questa perdita di tempo, il Molise continua ad essere l’unica regione d’Italia senza un centro covid e rischia di arrivare per l’ennesima volta impreparato in autunno, quando si potrebbe registrare una nuova recrudescenza del virus, soprattutto alla luce delle varianti che non si sa fino a che punto possano essere debellate dai vaccini. Infine, i 6 milioni di euro stanziati per la Torre covid rischiano di essere dirottati altrove se non dovessero essere spesi? 

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