Piano nazionale di ripresa e resilienza

Infrastrutture, Molise rischia di essere penalizzato dal Governo nel nuovo riparto dei fondi

Micaela Fanelli, capogruppo Pd in Consiglio regionale, lancia l'allarme sul dl Semplificazioni e i nuovi criteri di divisione dei fondi approvati dal Governo: mozione per impegnare il presidente Toma e appello ai parlamentari molisani

Il Molise rischia di essere penalizzato del nuovo riparto dei finanziamenti alle infrastrutture previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nel testo del Decreto Semplificazioni approvato dal Consiglio dei Ministri sono scomparsi alcuni criteri che potrebbero danneggiare la nostra regione. Di questa operazione se n’è accorta Micaela Fanelli, capogruppo Pd in Consiglio regionale che chiede al presidente Toma di far luce su tale questione interpellando gli esponenti del Governo Draghi.

Al Molise servono infrastrutture. E questa non è solo una certezza, ma anche un’emergenza a cui fare fronte. La “quattro corsie” e tutte le altre opere di cui la nostra terra ha un’urgente necessità”, la premessa di Fanelli. “Il presidente Toma ha sempre detto che avrebbe prestato la massima attenzione al tema della perequazione infrastrutturale, fondamentale per la nostra regione e per tutti i territori del Sud Italia e delle aree interne. Ora però sta succedendo qualcosa che richiede un impegno politico forte e unitario, per dimostrarlo. Un impegno suo e di tutti. Nessuno escluso”.

Micaela Fanelli Pd Consiglio regionale

La consigliera regionale scende poi nel dettaglio e ricostruisce quanto accaduto venerdì scorso, quando è stato approvato il decreto Semplificazioni relativo alla governance del Piano nazionale di ripresa e resistenza.

Il provvedimento prevede una “ricognizione degli interventi infrastrutturali necessari per andare a ridurre i divari, così come sancito dall’articolo 119 della Costituzione. Ma la ricognizione non porta come necessaria la scelta di destinare gli interventi laddove c’è un deficit di infrastrutture, ma entrano in gioco una serie di criteri. Si legge infatti che per “i criteri di priorità e le azioni da perseguire per il recupero del divario risultante dalla ricognizione” si fa specifico riferimento, oltre che alla carenza della dotazione infrastrutturale, “all’estensione delle superfici territoriali e alla specificità insulare, alla densità della popolazione e delle unità produttive”.

Spariscono dalla definizione dell’articolato gli altri criteri previsti nell’articoli 22, ovverosia “la valutazione della rete viaria con particolare riferimento a quella del Mezzogiorno”, il deficit infrastrutturale e quello di sviluppo, i particolari requisiti delle zone di montagna criteri che, come di tutta evidenza, avrebbero avvantaggiato regioni come la nostra”.

Gli effetti per il Molise? “Si classificherebbe in ultima posizione in base ai criteri per la dotazione. Minore estensione, scarsa densità, poche imprese e sicuro non un’isola, la nostra regione pur avendo scarsissime infrastrutture continuerebbe ad averne sempre meno rispetto agli altri territori”, argomenta Fanelli.

Che insiste: “Ci chiediamo a cosa serva questa ricognizione, se poi la ripartizione applicherà altri principi e non quello del deficit infrastrutturale? Servirà forse per dire in Molise non ci sono infrastrutture, ma i criteri dicono che non ce ne potranno essere? Che per il Molise ci saranno risorse così esigue che il gap infrastrutturale – compreso quello delle infrastrutture sanitarie, assistenziali e scolastiche oltre che di quelle stradali, autostradali, portuali, aeroportuali e ferroviarie – non sarà mai colmato?”.

Dubbi che bisogna chiarire con il Governo e in particolare con i ministri Carfagna (Sud), Giovannini (Infrastrutture) e Gelmini (Affari regionali).

Per Micaela Fanelli, un’altra richiesta da portare sul tavolo nazionale riguarda l’aumento del fondo che “resta insufficiente per l’intero Paese. Parliamo, infatti, di 4.600 milioni di euro per gli anni dal 2022 al 2033. Circa 400 milioni l’anno per tutta l’Italia per questa finalità di riequilibrio sono assolutamente irrisori”.

Per spingere Toma a muoversi in questa direzione il capogruppo del Pd presenterà un’apposita mozione (“per impegnare il Governatore a operare in tale direzione”) e al tempo stesso chiede alla delegazione parlamentare di adoperarsi per chiarire se il cambio dei criteri nel riparto dei fondi per le infrastrutture penalizzerà il Molise.

“Questo articolo va cambiato, perché altrimenti la forbice delle disuguaglianze territoriali sarà destinata inesorabilmente ad allargarsi. E questo non può accadere. Non possiamo permetterlo. Si tratta di un’impostazione che può e deve essere modificata in fase di conversione del Decreto legge. Aspetti tecnici e strutturali su cui andare a intervenire per mettere al riparo territori come il nostro”.

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