Il museo di termoli

Il Macte si fa anche Digital: con il progetto Moira 4 appuntamenti

moira macte digital

Moira / Mɔjra / Mɔɪ.rə dell’artista Caterina Silva (Roma, 1983), con la curatela di Marta Federici (Roma, 1988), è il primo progetto d’artista che inaugura il MACTE Digital, un nuovissimo canale per la programmazione concepita e realizzata appositamente per questo spazio digitale su www.fondazionemacte.com

Il progetto si articola in quattro tappe consecutive che si paleseranno su MACTE Digital allineandosi al calendario lunare.

Si comincia con l’11 maggio, a cui si aggiungerà la seconda il 14 maggio mentre il 19 Moira farà il suo ingresso su MACTE Digital. Il 26 maggio, a conclusione di questo cammino, verrà trasmessa live, tramite Twitch, una performance corale in streaming dalle ore 19,30 alle 21. Al termine del progetto sarà reso disponibile un glossario che raccoglierà le parole di Moira e che sarà scaricabile dal portale MACTE Digital, mentre si continuerà ad avere la possibilità di poter riattraversare le tappe del progetto.

Come racconta Marta Federici: Il nome scelto dall’artista per questo personaggio contiene una stratificazione di significati e riferimenti a contesti culturali variegati: dalle Moire della tradizione greca, le tre figlie della Notte che tessono il filo del fato degli esseri umani; alle mouras encantadas del folklore portoghese, le antiche costruttrici di Dolmen che si dice vivessero sotto un incantesimo imposto loro da padri o fratelli. Nella tradizione cristiana, il nome Moira non trova invece corrispondenza in nessuna delle sante ricordate nel calendario liturgico ed è identificato come nome adespota, ovvero, letteralmente, “senza padrone”. Queste suggestioni lontane sono state delicatamente reimpastate dall’artista sino a comporre un terreno fertile, dove poter piantare i semi di una narrazione inedita. Il racconto costruito da Silva ha il sapore di una mitologia contemporanea, che germoglia tra le maglie del web 2.0 e si colora delle sfumature di un’estetica da videogame.

Moira / Mɔjra / Mɔɪ.rə si articola come un’indagine sul linguaggio, in particolare, nella possibilità di restituire alle parole la capacità di trasformare la realtà senza innescare relazioni di potere con l’oggetto nominato. Moira cambia continuamente forma e formato: da testo si fa screensaver, per poi mostrarsi, muoversi e parlare in una stanza d’animazione virtuale. La performance live ci porta in un luogo fisico e ai movimenti nello spazio e dal vivo dei corpi performanti, mentre chi si collegherà in digitale potrà seguire e commentare questo evento.

Il progetto si apre a dialoghi tra passato e futuro, in termini di strumenti come di contenuti, e si relaziona inoltre ad un’opera scelta tra quelle in collezione del Premio Termoli, la tela di Anselmo Anselmi Interspazio 10 (1973) che rappresenta delle finestre che si aprono su uno sfondo scuro, prestandosi a una trasposizione digitale di finestre di accesso ad altri schermi, mondi e consapevolezze.

Il MACTE inaugura con Moira la committenza di nuove opere che abbracciano nuove ambizioni, sperimentazioni e materiali, e si apre ai linguaggi del contemporaneo e alle sue continue trasformazioni.

 

commenta