Giornata di disagi

I lavoratori del trasporto si fermano: sciopero per rinnovo del contratto nazionale degli autoferrotranvieri

Filt Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti, Ugl e Faisa Cisal spiegano: "Ai dipendenti va garantito riconoscimento economico dopo un anno di sacrifici e di emergenza provocata dal covid"

I lavoratori del trasporto pubblico molisano incrociano le braccia: martedì 1 giugno sarà una giornata di disagi per chi si metterà in viaggio alla luce dello sciopero indetto dai sindacati che chiedono il rinnovo  del contratto nazionale  degli autoferrotranvieri-internavigatori.

In una nota congiunta Filt Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti, Ugl e Faisa Cisal spiegano i motivi della protesta: “E’ un atto doveroso soprattutto nei confronti di chi, per i propri spostamenti, utilizza i mezzi pubblici anche in questo momento storico di estrema difficoltà per tutti”.

“Sin dai primi giorni dell’emergenza sanitaria – sottolineano le organizzazioni sindacali – le lavoratrici e i lavoratori del trasporto pubblico locale hanno dimostrato coraggio e alto senso di responsabilità, attraverso l’espletamento di un servizio che ha permesso alla cittadinanza di utilizzare il mezzo pubblico anche nei momenti più bui della pandemia.
Il diritto costituzionale alla mobilità, anche nei giorni di lockdown, è stato garantito a tutti i cittadini, nonostante il rischio di contagio fosse elevato malgrado i protocolli condivisi, finalizzati a contenere la diffusione del Covid sui mezzi pubblici; soprattutto nei primi giorni di emergenza, le lavoratrici e i lavoratori hanno spesso operato in condizioni di sicurezza precaria a causa della carenza di sufficienti dispositivi di protezione, mascherine, gel, disinfezione del posto di lavoro. Ma non si sono mai tirati indietro”.

Questi i motivi dello sciopero: “Malgrado gli sforzi, i sacrifici affrontati quest’anno dalle lavoratrici e dai lavoratori, e nonostante i diversi provvedimenti legislativi con i quali sono stati stanziati in favore delle aziende 2,8 miliardi di euro circa, le organizzazioni sindacali continuano a ricevere dalle rappresentanze datoriali proposte inaccettabili sul rinnovo del contratto.

Le aziende non possono continuare ad ignorare le esigenze dei loro dipendenti e preoccuparsi esclusivamente di incrementare gli utili dei loro bilanci, che forse nei prossimi mesi appariranno meno catastrofici di quanto ci si aspetti. Di contro, molte lavoratrici e lavoratori che, pur continuando a fornire il loro indispensabile contributo, sono stati sospesi dal lavoro e posti in cassa integrazione vedendo, come molti altri lavoratori nel Paese, drasticamente ridotto il proprio reddito. Una ragione in più, non la principale, perché si superi l’inaccettabile diktat delle aziende del settore, che vorrebbero azzerare le perdite salariali nel triennio 2018/2020 e negare gli aumenti contrattuali, perpetuando una perdita di potere di acquisito di stipendi quasi congelati dopo anni di stasi contrattuale”.

Ecco le richieste dei sindacati: “Legittimo diritto al riconoscimento economico relativo al triennio pregresso e al rinnovo del Contratto Nazionale, scaduto da oltre 3 anni”. Inoltre, le organizzazioni chiedono che “si proceda ad un reale ammodernamento delle norme contrattuali, atte a superare bassi salari e a garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, unitamente al miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche attraverso una profonda riforma del settore, che favorisca le aggregazioni delle oltre 900 aziende esistenti, per uno sviluppo del settore che elimini diseconomie, inefficienze, sprechi, aumentando la qualità del servizio e del lavoro”.

Il 1 giugno ci sarà un presidio a Roma, dalle ore 10 alle ore 12, sotto il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.

In Molise saranno garantiti i trasporti urbani della fascia 5.17- 8.17 e dalle 13 alle 16. Pullman extraurbani garantiti invece dalle 5 alle 8 e dalle 13 alle 15.30.

 

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