Reportage

Dove lo metto il camion? Il danno dell’asfalto disastrato e la beffa dei soldi pubblici buttati. Sos al Prefetto

Emergenza Guglionesi, che si ritrova con le strade ammalorate e a rischio isolamento. Al centro del problema la questione dei tir dirottati su altre strade dopo la chiusura del ponte dello sceriffo causa sisma. L'assessore Pino Arostile sollecita la regione a intervenire.

La premessa – Dopo il terremoto dell’agosto 2018 il cosiddetto Ponte dello Sceriffo, la bretella che collega la Bifernina con Larino da un lato e la cava di gesso dall’altro, è stato chiuso al traffico pesante. Divieto di transito ai mezzi superiori alle 7,5 tonnellate, tassativo.  “Cemento ammalorato, scarsa resistenza a carichi eccessivi”.

Ponte sceriffo controlli

La conseguenza – Tir dirottati sulla strada alternativa, la Provinciale 126, che collega Guglionesi al cosiddetto bivio di Cipolletti, sempre sulla Bifernina. Fino a un mese e mezzo fa i tir carichi di gesso diretto alla Gyproc,  azienda che si trova di fronte l’ex Zuccherificio del Molise e che realizza lastre e premiscelati in cartongesso, seguivano questo percorso. Poi è successo quello che anche il ponticello della Sp 126 è stato dichiarato “inagibile” per i carichi pesanti: “non può più sopportare pesi eccessivi”.

Bifernina bivio cipolletti Guglionesi Ss 647

La conclusione – La Provincia di Campobasso, non sapendo come accidenti fare a garantire il passaggio dei camion e dei tir (che da qualche parte devono pur passare) ha tolto il divieto di transito ai mezzi pesanti dalla Sp 87, chiamata comunemente la termolese, che dalla casa cantoniera di Guglionesi “taglia” per la zona industriale di Termoli. Risultato finale: col passaggio quotidiano dei tir anche la Sp 87 è un disastro, come si può vedere da queste immagini più eloquenti di tante parole.

Sp 87 termolese disastrata asfalto rotto buche

Insomma, sintetizzando il concetto la situazione è questa: la Sp 87 è messa male, talmente male che nel giro di poche settimane potrebbe diventare intransitabile pure ai trattori. La Sp 126, sulla quale nel frattempo sono stati “buttati” 170mila euro (non proprio due spicci) con i lavori del nuovo asfalto due anni fa, è un colabrodo. Via Bari, centro abitato di Guglionesi, è una strada da corsa a ostacoli.

Via Bari Guglionesi

E la Sp 168, la strada “principale” che collega Guglionesi a Termoli, dove ogni giorno passano giocoforza migliaia di autovetture, pullman (a Guglionesi c’è il liceo) e furgoni, rischia di collassare sotto il peso delle attuali condizioni, peggiorate drasticamente dal quotidiano passaggio di mezzi pesanti che, ribadiamo, da qualche parte devono pure passare, non avendo le ali.

La prima domanda, inevitabile: dove lo metto il camion, visto che in qualche modo il materiale dalla cava di gesso alla Gyproc di Termoli bisogna pur trasportarlo? E visto che i rifornimenti ai paesi in qualche modo bisogna pure garantirli?

Seconda domanda: come intervengo per risolvere le condizioni ormai devastate delle strade che portano a Guglionesi, comune che conta oltre 5 mila residenti? La Regione Molise, interpellata più volte dalla Provincia di Campobasso, che come è noto non dispone di fondi, sembra fare orecchie da mercante.  Finora infatti non è stato previsto un intervento in grado di pianificare una viabilità che possa soddisfare sia l’esigenza di trasporto per i mezzi pesanti sia l’esigenza per i cittadini di avere strade dove non sia indispensabile la jeep o il cingolato e dove la normale autovettura non rischi le sospensioni ogni chilometro.

“In sostanza – spiega l’assessore al ramo del comune di Guglionesi Pino Aristotile, che è anche consigliere di minoranza in provincia – abbiamo una situazione di asfalto sulle strade completamente martoriato. E siamo anche stanchi di buttare denaro pubblico visto che, come è ben chiaro a tutti, là dove un mezzo pesante affossa l’asfalto poi non è certo sufficiente fare una gettata di bitume per risolvere il problema”.

Morale della favola: tre strade pericolose di fatto, e nessun tipo di pianificazione o intervento. Solo crateri, avvallamenti, buche sempre più larghe ogni giorno che passa.  “Benissimo chiudere il ponte dello Sceriffo se i tecnici hanno accertato la gravità della situazione e dunque il pericolo – riflette ancora l’assessore Aristotile – ma una soluzione la Regione la vuole trovare o no? E’ così impensabile creare un’alternativa, fosse anche un ponte militare?” Almeno sei o sette le Pec che sono state mandate in Regione, senza risposta. Nel frattempo il Comune di Guglionesi ha anche deciso di interpellare direttamente il prefetto, con un Sos nel quale si chiede di intervenire a garanzia della pubblica incolumità, “perché rischiamo da un giorno all’altro di trovarci senza strade e perché non possiamo fare da spettatori inermi ai rattoppi che sono una gettata di maquillage sui danni strutturali delle nostre arterie”.

Da parte sua anche il titolare della ditta di trasporti chiede una soluzione e si domanda dove finiscano i soldi della tassa di usura, decisamente cospicua, che viene pagata come indennizzo preventivo per il consumo di asfalto. Per non parlare dello stabilimento ex Saint Gobain, la Gyproc, che negli ultimi 3 anni, a causa di questa situazione, ha sborsato 1 milione di euro in più di spese di trasporto per tragitti raddoppiati nei chilometri e nella difficoltà di percorrenza. In tutto questo il centro abitato di Guglionesi sta assumendo l’aspetto di una moderna Sarajevo. Col rischio che un’alluvione o, per non essere pessimisti, che la prossima bomba d’acqua di primavera faccia sprofondare le strade ancora più giù, isolando il paese. “E’ esattamente quello che stiamo rischiando” conclude Arostile, che parla a nome dell’amministrazione comunale e chiede una soluzione non tampone, ma reale. “Non un trucco, ma un intervento vero. E che si faccia presto”.

 

 

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