Termoli

Cup impazzito e disagi infiniti, paziente disabile del capoluogo mandata a Termoli per esami del sangue

Storie di ordinaria drammaticità dal Cup di Termoli. Gli utenti, costretti a recarsi innumerevoli volte in ospedale per timbrare delle ricette e pagare delle prestazioni, sono infuriati: “Dobbiamo lavorare, non possiamo passare qui interi giorni”. Come Renata, che da ieri ad oggi è stata già 6 volte al San Timoteo per suo fratello, in sedia a rotelle. E chi non può fare affidamento su nessuno come fa?

File interminabili che costringono i cittadini a recarsi più e più volte al Cup per farsi timbrare una impegnativa medica. E poi i paradossi di un sistema informatico che ‘spedisce’ una persona con una disabilità fisica importante da Campobasso a Termoli per fare un semplice esame del sangue. Diventa sempre più insostenibile la situazione relativa ai Centri di Prenotazione Unica degli ospedali molisani e monta sempre più la rabbia dei cittadini che, sulla strada di un sacrosanto diritto, incontrano ostacoli difficili da accettare.

19 maggio: cronaca di ordinaria drammaticità. “Ieri sono stata al Cup di Termoli quattro volte, la prima alle 8 e l’ultima alle 16. Oggi dovrò tornarci ma non con tutte quelle persone in fila sarò costretta ad andare via a ‘mani vuote’ anche stavolta”. A parlare è Renata, titolare di un salone di bellezza a Termoli, che sta facendo da ieri – ma la stessa cosa le era già successa altre volte – la spola tra il negozio e l’ospedale perché deve necessariamente ottenere il ‘via libera’ dall’ospedale per procurarsi un ausilio per suo fratello, disabile. Ieri mattina davanti a lei in fila c’erano 72 persone. Funzionante un unico sportello con un’unica impiegata. Impossibile per lei attendere tutto quel tempo, sottraendolo al lavoro. Dunque è tornata una prima, poi una seconda e poi una terza volta, ma il risultato è stato sempre lo stesso. “In realtà è da lunedì che ci provo, ma all’inizio della settimana la situazione è anche peggiore”.

Ieri pomeriggio ci sono stati anche momenti di tensione – con reciproche minacce di chiamare i Carabinieri – tra l’impiegata e un cittadino, proveniente dal Veneto, comprensibilmente adirato per un’attesa estenuante.

Oggi, giovedì, Renata è già al secondo tentativo. La fila era leggermente più contenuta, “solo 42 persone stamattina”, ma comunque intollerabile. Dopo aver terminato il turno di lavoro, Renata si è ripresentata prima delle 12 al San Timoteo. “Il Cup chiude alle 12.30, alle 11.45 quando sono arrivata era già impossibile prendere il numero”. Nulla di fatto, ancora una volta.

Una situazione che definire intollerabile è eufemistico. “O paghiamo delle persone che facciano la fila al posto nostro, o non andiamo a lavorare. Non si può buttare il tempo così, io ci passo le settimane lì dentro”. Renata da giorni va al Cup per suo fratello, disabile in carrozzina da un paio d’anni. Necessita di una sorta di ‘pass’ per ottenere una sedia a rotelle, una attrezzatura che gli spetta. “Se fosse per delle semplici analisi sarei andata da un privato ma stavolta non è possibile”.

Ma si può rinunciare – questo quello che molti cittadini, forse i più consapevoli, si stanno chiedendo – a dei diritti, che hanno a che fare peraltro con la salute, per inefficienze simili?

Questa è solo una micro storia del panorama vasto di situazioni di disagio che il malfunzionamento del Centro Unico di Prenotazioni dell’Asrem ormai da mesi arreca alle persone, alla loro quotidianità.

È notizia di oggi un’altra paradossale storia di disguidi provocati da un Cup che sembra impazzito. A darcene conto sono i medici del Laboratorio Analisi del San Timoteo. “Alle ore 8.00 perviene in laboratorio una paziente in sedia a rotelle proveniente da Campobasso, dove risiede, per fare un prelievo di sangue. La signora deve fare solo un esame che si analizza esclusivamente presso il laboratorio analisi di Campobasso.

Quindi una signora inabile per fare un esame che si fa a Campobasso è stata mandata dal Cup di Campobasso all’ospedale di Termoli solo per fare il prelievo del sangue. Ora, il Laboratorio di Termoli per tramite della direzione sanitaria ha provveduto a mandare con urgenza il sangue prelevato a Campobasso con un autista Asrem in quanto il sangue deve essere analizzato immediatamente e non può essere conservato. Un episodio che lascia senza parole e rende inutile ogni commento” così il dottor Totaro, patologo clinico.

E ancora: “La cosa non finisce qui perchè la signora di regola dovrebbe tornare a Termoli da Campobasso per ritirare l’esito degli esami, facendo quindi altri 150 chilometri. La signora ha fatto già quindi 150 chilometri per fare un prelievo a causa di un sistema informatico CUP del tutto inadeguato”.

I dirigenti medici del Laboratorio analisi del Laboratorio di Termoli chiosano porgendo, “non senza imbarazzo”, le più sentite scuse alla signora per l’accaduto. Non è di scuse però, non solo almeno, di cui hanno bisogno i cittadini molisani, bensì di un sistema che funzioni.  (RM)

 

leggi anche
Cup ospedale Cardarelli Campobasso
Appalti & sanità
Cup unico per la sanità, ritardi nei servizi affidati in sub appalto. E l’incubo per i cittadini va avanti
commenta