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La ‘vita nuova’: contagi in picchiata, virus in soli 32 comuni. L’inversione di rotta nei numeri dei vaccini

Negli ultimi 7 giorni sono stati 35 i nuovi positivi (vs 99 guariti) mentre al Cardarelli ci sono stati 1 ricovero, 7 dimissioni e - ahinoi - 3 decessi. Con questi numeri il Molise entra in zona bianca, forte altresì di percentuali molto alte di vaccinati nelle varie fasce d'età.

I numeri dell’epidemia in Molise si abbassano sempre più e d’altronde l’ingresso in zona bianca lo certifica. Oggi 31 maggio la regione torna a ‘respirare’ normalità: tutte le attività, con le dovute prescrizioni, riprendono il loro corso (comprese quelle al chiuso) e sparisce il coprifuoco. Molise, Sardegna e Friuli Venezia Giulia sono i primi tre territori italiani a fare il loro ingresso nella zona connotata da minori (anzi pressochè assenti se non per le norme generali di comportamento) restrizioni.

Oggi in Molise i contagi (è così da due settimane) sono circa 5 al giorno, meno di 40 a settimana. E i comuni – dei 136 totali – in cui resta traccia di persone infette da Sars-Cov-2 sono diventati 32, dunque meno di un quarto del totale. Ma di questi 32 sono uno sparuto numero quelli con numeri a due cifre. C’è Campobasso con 23, Isernia con 20, Termoli con 13 e Riccia con 11. Il virus ha abbandonato moltissime località, specie nel Basso Molise che – ricorderete – fu dichiarato zona rossa anche prima dell’intera regione. Emblematico il caso di Campomarino, che oggi può dirsi Covid-free ma che a fine gennaio iniziò a vivere il suo incubo e venne fatto, con ordinanza regionale, zona rossa da cui non si poteva né entrare né uscire.

mappa contagi 30 maggio

Nella settimana dal 24 al 30 maggio i contagi sono stati solo 35 (36 la settimana scorsa e 81 quella precedente) a fronte di poco meno di 2800 tamponi. Il tasso di positività medio anche in questa settimana, come in quella precedente, si è attestato sull’1.3%, una percentuale bassissima che è andata assottigliandosi settimana dopo settimana.

Quest’ultima settimana di maggio, che ha traghettato il Molise nella fuoriuscita dalle ‘odiate’ restrizioni, è stata segnata da un unico ricovero e da tre decessi per Covid-19. La settimana precedente, analogamente, c’era stato un solo ricovero però non c’era stato alcun decesso, raggiungendo un primato che non si vedeva da mesi e mesi. Negli ultimi 7 giorni invece 3 persone – due donne e un uomo rispettivamente di 67, 70 e 72 anni – hanno perso la vita dopo una lunga degenza nella Terapia Intensiva del Cardarelli.

L’ospedale di Campobasso ha quasi dimezzato le sue presenze di pazienti Covid nell’arco di una settimana: c’erano 15 pazienti in Malattie Infettive domenica scorsa mentre ora (dato di ieri 30 maggio) sono 9. In Rianimazione invece il dato è passato da 5 a 2. E hanno contribuito all’alleggerimento della pressione sull’ospedale anche le dimissioni di ben 7 pazienti, tutti dal reparto di Malattie Infettive. La settimana scorsa le dimissioni erano state invece 4.

A guarire dall’infezione sono state 99 persone. Quindi per ogni nuovo contagio ci sono stati quasi 3 guarigioni. Guarigioni che, dall’inizio dell’epidemia nel lontano febbraio 2020, sono state quasi 13mila (i contagi totali invece in Molise sono stati 13.600). 520 persone residenti in Molise sono morte, in regione o fuori, a causa della malattia. Rimangono 133 i soggetti ancora positivi (scesi a 123 coi dati di oggi lunedì), una settimana fa erano 200 e due settimane fa quasi 300.

L’impatto dell’epidemia, ormai, sembra inevitabilmente cambiato. Ma al di là delle mutate condizioni climatiche (importanti nel caso di un virus che risente della stagionalità e che colpisce le vie respiratorie) è la campagna di vaccinazione incipiente a fare la differenza. Ormai sono quasi 193mila le dosi di vaccino anti-Covid somministrate, ma è chiaro che c’è ancora tanta strada da fare che, nondimeno, difficilmente porterà all’immunità di gregge propriamente detta.

Resta però, quella dei vaccini, l’arma fondamentale per arginare malattia e morte legate a questo virus. Da rilevare intanto come la settimana appena trascorsa abbia fatto registrare meno di 16mila vaccinazioni (16mila erano la settimana scorsa mentre quella precedente si era raggiunta la cifra record di oltre 19mila). Il ritmo gusto è stato dunque perso nel corso degli ultimi 14 giorni, complice la minore fornitura di farmaci. Tutte le speranza ora sono affidate al mese di giugno, in cui circa 20 milioni di dosi dovrebbero arrivare in Italia per essere distribuite alle varie regioni.

A tal proposito, per dare la famosa ‘spallata’ al virus e ad anticiparne le contromosse (leggasi mutazioni del patogeno, ndr) fondamentale sarà anche intercettare non solo nuove fasce d’età (come sappiamo si stanno aprendo le possibilità di vaccinazione per i giovanissimi) ma anche gli ‘scettici’ del vaccino.

Nel frattempo noi abbiamo calcolato le percentuali di prime dosi fatte per ogni fascia d’età (quarantenni, cinquantenni, sessantenni, settantenni e over 80) sulla base degli ultimi dati Istat della popolazione molisana. Partiamo dai più anziani. Ebbene, gli ultraottantenni che hanno ricevuto la prima dose (e dunque a quelli che hanno avviato ma non completato il ciclo vaccinale) sono 23.840 circa, pari al 91% della popolazione molisana di quella fascia d’età. I settantenni vaccinati con una dose sono quasi l’88%, i sessantenni oltre l’81%. Meno del 70% invece la percentuale relativa ai cinquantenni e poco meno di un quarto (23.4%) coloro che appartengono alla fascia d’età 40-49 che hanno fatto la prima iniezione.

Sono percentuali generalmente più alte rispetto a quelle medie italiane. E allora forse si spiega bene perché il Molise ha invertito la rotta, per mai più prendere quella strada buia che ha portato a chiusure e lockdown durissimi.

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