Da argomento principale a dimenticato

Che fine ha fatto il Tunnel di Termoli? Parla De Francesco: “L’opera si farà anche se dovrò aspettare 10 anni”

L’imprenditore abruzzese ricorda che “siamo aggiudicatari definitivi dell’appalto. Aspettiamo la sentenza del Consiglio di Stato ma se c’è un problema lo devono risolvere Comune e Regione”. I tempi però si allungano e non c’è ancora una data fissata in Tribunale. “Risarcimento? Per noi sarebbe un ripiego”

Con la pandemia che occupa pensieri e preoccupazioni di tutti da quasi un anno e mezzo, la questione più dibattuta dello scorso decennio a Termoli è sparita dall’agenda politica. Che fine ha fatto l’opera conosciuta come Tunnel di Termoli? Un progetto da quasi 20 milioni di euro tramite un project financing che prevedeva la realizzazione di una galleria sotto via Roma, davanti al Castello Svevo, oltre a un parcheggio interrato da quasi 600 posti e un teatro vista mare su piazza Sant’Antonio.

Un progetto fortemente voluto dall’Amministrazione Sbrocca e aspramente contestato sia da gruppi politici (specie M5S e Sinistra) che da comitati civici. Al momento però la parola fine non c’è. Il Tar ha accolto il ricorso proposto proprio dai comitati, sentenziando che l’opera manca di Via e Vas (Valutazione di impatto ambientale e Valutazione ambientale strategica). Si attende quindi il ricorso, ma per il Comune, che nel frattempo è passato alla guida del sindaco Roberti, la riqualificazione presentata ormai sette anni fa è da cestinare.

franco de francesco tunnel

Ingegner De Francesco, non ne parla più nessuno ma il progetto del Tunnel non è sparito.

“Devo dire che questo ritardo è stato più un beneficio. Se avessimo aperto il cantiere e poi fosse arrivato il Covid sarebbe stato peggio, anche per via della crisi di molte aziende. Meglio iniziare quando l’economia e le aziende riprenderanno coraggio”.

La De Francesco Costruzioni ha risentito degli effetti della pandemia?

“Se non avessimo diversificato gli investimenti sì. Per il parcheggio sotterraneo di Vasto, ad esempio, registriamo un calo delle entrate del 30%. È normale, se la gente non può muoversi non andrà certo a parcheggiare lì”.

E negli altri settori?

“Abbiamo interessi nel campo dei cimiteri e in particolare abbiamo costruito e gestiamo il cimitero di Francavilla e quello di Fossacesia. Lì registriamo un incremento del 40%. Nel settore delle costruzioni molti appalti pubblici hanno avuto un blocco in Italia, ma anche altrove. Ad esempio abbiamo un lavoro in sospeso a Parigi da due anni. Fuori dall’Europa abbiamo appalti in Marocco dove si sta lavorando molto. Abbiamo anche un ristorante ad Atessa e abbiamo dovuto chiuderlo. Speriamo di poterlo riaprire presto”.

Anche la questione Tunnel è ferma. Quando si discuterà il ricorso al Consiglio di Stato?

“Non si sa ancora. Con lo smart working i tribunali hanno rinviato molti casi. Credo se ne parlerà tra fine 2021 e inizio 2022. A meno che non arrivi una riforma di Draghi sulla giustizia. Non è possibile che un contenzioso duri due anni”.

Cosa vi aspettate dai giudici di Palazzo Spada?

“Non sono un avvocato, ma il discorso è questo: noi siamo aggiudicatari definitivi dell’appalto. Se c’è un problema questo è fra Regione e Comune. Se occorre sistemare Vas e Via andrà fatto. Ma toglietevi dalla testa che l’opera non si fa. Aspetterò anche 10 anni per realizzarla, dovesse farla mio figlio”.

Quando sente o legge che il Tunnel è stato definitivamente bloccato per effetto dell’azione dei comitati No Tunnel cosa pensa?

“Sicuramente hanno rallentato l’iter ma bisognerà vedere se chi ha presentato ricorso era legalmente legittimato a farlo. Saranno i giudici a stabilire se c’è stato un eventuale danno e chi dovrà pagarlo”.

Con l’Amministrazione Roberti come sono i rapporti? Siete in contatto?

“I rapporti sono sempre buoni, credo abbiano avuto altre priorità in questi mesi. Quando sarà il momento ci sentiremo per capire cosa vogliono fare”.

L’opera intanto è stata esclusa dal Piano triennale delle opere pubbliche e il Comune ha rinunciato al ricorso.

“Credo che il Comune attenda l’esito degli eventi. Da quanto ne so l’attuale Amministrazione non è d’accordo con il progetto. Si potrebbe pensare a una rivalutazione, a delle modifiche, ma l’opera si dovrà fare. Sicuramente si potrà rivedere nel suo insieme, considerando che si sono pareri ambientali e della Soprintendenza di cui tenere conto”.

Teme che possa sfumare il finanziamento pubblico da 5 milioni di euro?

“In quel caso ritengo che andranno accertate le responsabilità. Credo che la Corte dei Conti chiederebbe il perché e di chi è la colpa”.

Se invece la sentenza le fosse favorevole ma il Comune decidesse di non procedere, si andrebbe incontro a un risarcimento economico a favore della sua ditta. È una prospettiva reale?

“Se si va al risarcimento, per un’impresa è come accontentarsi. Per noi sarebbe un ripiego. Un investimento di questo tipo lo fai per far crescere il territorio. L’imprenditore deve essere lungimirante, noi ci mettiamo impegno e vediamo cose che non vedono gli altri. È una questione di lungimiranza”.

Facendo un passo indietro, ritiene che sbagliò Sbrocca a non indire un referendum sull’opera?

“Quelle sono scelte politiche. Io penso che chi governa non può fare un referendum su ogni cosa. Va bene ascoltare, ma poi occorre decidere e prendersi le proprie responsabilità. Questo vale anche a livello nazionale. Ma qui chiunque si alza e dice No. Basta vedere quello che succede a Vasto”.

A cosa si riferisce?

“A Vasto se chiudessi il parcheggio multipiano mi farebbero causa. Se n’è parlato per 40 anni, ci sono voluti 8 anni per fare l’appalto e oggi non si potrebbe stare senza. Purtroppo sia in Molise che in Abruzzo siamo arretrati, sia come abitanti che come politici e per questo gli investitori esteri non vengono. Ho proposto di realizzare un forno crematorio per le due regioni e ho trovato solo opposizioni. Intanto chi decide di farsi cremare deve rivolgersi in Puglia o in Campania”.

Oggi però il Tunnel rischia di essere visto come qualcosa che appartiene al passato.

“Vorrei far capire che quell’opera avrebbe una grande ricaduta occupazionale per Termoli. Oggi un turista che viene a Termoli non sa dove andare. Questa è un’opera che resta a Termoli anche per il futuro e dopo la fine della nostra gestione il Comune la può riappaltare e avere un guadagno”.

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