Arrestato a Londra Gianluigi Torzi, il broker molisano indagato dalla magistratura vaticana nell’inchiesta sul palazzo di Sloane Avenue a Londra. Il 12 aprile scorso era scattata nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla procura di Roma per emissione e annotazione di fatture per operazioni inesistenti e per autoriciclaggio.
Mandato d’arresto per il broker molisano Torzi: è accusato di false fatture e autoriciclaggio
Secondo quanto riferito da Adnkronos Torzi è comparso davanti a un giudice inglese già ieri. Confermata la misura e fissata per la prossima settimana, il 18 maggio, una nuova udienza per valutare la richiesta di scarcerazione su cauzione presentata dalla difesa. “E’ iniziato il procedimento di estradizione al quale la difesa Torzi si è opposta chiedendo la libertà su cauzione. Il giudice inglese allo stato ha rifiutato questa istanza e ha fissato una nuova udienza per dare la possibilità ai difensori di dimostrare che non c’è pericolo di fuga” ha detto l’avvocato Marco Franco difensore, insieme all’avvocato Ambra Giovene, del broker, coinvolto nella vicenda della compravendita dell’immobile di Sloane Avenue a Londra per la quale è sotto inchiesta da parte dell’Autorità Giudiziaria Vaticana che gli ha contestato un illecito profitto pari a 15 milioni di euro.
Oltre all’arresto, il gip aveva disposto la misura interdittiva del divieto di esercitare la professione di commercialista per Giacomo Capizzi, Alfredo Camalò e Matteo Del Sette, tutti accusati dalla procura di emissioni di fatture false. Nei giorni scorsi il tribunale del Riesame aveva confermato la misura cautelare a carico di Gianluigi Torzi, in seguito a una istanza avanzata dai difensori con cui si chiedeva l’annullamento dell’ordinanza cautelare emessa dal Gip.
Il Tribunale del Riesame conferma le accuse per il broker molisano Torzi
Le indagini dei finanzieri del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Roma, scaturite dalla richiesta del Promotore di Giustizia del Vaticano, hanno ricostruito che una parte dei 15 milioni di euro bonificati a due società inglesi di Torzi erano stati utilizzati per acquistare azioni di società quotate in Borsa per un importo di oltre 4,5 milioni, e che avrebbero consentito di guadagnare oltre 750.000 euro usati anche per ripianare debiti di società legate all’uomo all’affari. Gli investigatori hanno poi ricostruito un giro di fatture false, non collegato all’operazione di Londra, realizzato da Torzi e Capizzi (accusato anche di autoriciclaggio) con i commercialisti di riferimento del gruppo Camalò e Del Sette per frodare il fisco.
“Se alla nuova udienza la richiesta verrà accolta – ha aggiunto la difesa – il processo di estradizione si svolgerà con Torzi in libertà, in caso contrario si procederà con un ricorso all’Alta Corte. Siamo convinti che verrà riconosciuta l’insussistenza del pericolo di fuga e il nostro assistito potrà affrontare il procedimento da uomo libero”.
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