L'altra versione dei fatti

Aggressione a Toma e Tiberio, parla il ragazzo: “Non ho picchiato nessuno ma le ho prese. Sono sconvolto”

A poche ore dal fattaccio di via De Attellis parla uno dei due giovani accusato della testata a Maurizio Tiberio:. Antonio Grosso racconta una versione diversa: "Maurizio Tiberio ci ha seguito, è stato il caos. Non mi sarei mai sognato di aggredirlo. Con il mio amico parlavamo di politica, ma io neanche ho espresso commenti fuori luogo"

Ha 22 anni, studia Statistica in inglese all’università La Sapienza di Roma, da due mesi e mezzo mancava dalla sua città, Campobasso, ed era tornato per un weekend in relax.

Lui si chiama Antonio Grosso, ed è il giovane accusato di aver dato una testata a Maurizio Tiberio dopo un commento poco felice da parte dell’amico nei confronti del governatore mentre questi era a pranzo al ristorante “Ventotto” con il suo consigliere personale e consulente economico Murizio Tiberio.

Antonio non ci sta. Non accetta il racconto dei fatti fornito finora. Al telefono è ancora agitato e palesemente scosso per quanto accaduto, ma ci tiene ad esporre la sua versione dei fatti perché “non posso passare per quello che non sono”.

Antonio nel primo pomeriggio di oggi stava passeggiando con una amico verso via Roma “dove avevamo lasciato la macchina” e in quel frangente “stavamo chiacchierando di politica”. Ma Antonio racconta che al fatto che il presidente fosse seduto al tavolo del ristorante non ci aveva fatto caso, mentre il suo amico “si è lasciato andare ad una critica probabilmente forte nei confronti della gestione politica della regione”. I due giovani hanno continuato a camminare verso via Roma, hanno girato l’angolo quando si sono sentiti chiamare alle spalle. Era Maurizio Tiberio. Che – stando al racconto di Antonio (ma anche di altri testimoni che hanno fornito la propria versione ai carabinieri) avrebbe quindi lasciato il tavolo per raggiungerli e chiedere chiarimenti in merito a quei commenti che aveva ascoltato poco prima.

E qui il caos. L’amico di Antonio scappa. Antonio, invece, resta immobile vicino alla macchina. Ignaro di quanto sarebbe accaduto da lì a breve. “Ho visto questo signore che si avvicinava a me, fra l’altro anche più alto e grosso di me, che provava ad intimidirmi cercando un contatto fisico. C‘è stato un testa a testa, ma io sono un rugbista, sono stato arbitro di calcio quindi ho utilizzato tutte le mie conoscenze per evitare o almeno attenuare il contatto. Ho preso un paio di calci alla schiena e, nel testa a testa, il signore che avevo di fronte si è fatto male da solo. Io non ho dato alcuna testata. Nè ho azzardato alcuna mossa che potesse fargli male, non me lo sarei mai sognato. Ho reagito con fermezza quando si è spinto nei miei confronti con fare minaccioso, ma non ho agito né reagito con violenza”.

Espone il suo racconto tutto d’un fiato e con ampie parentesi di amarezza e rammarico perché: “Conosco il presidente Toma, è un docente dell’Università, mai mi sognerei di agire come un imbecille qualunque nei suoi confronti nè nei confronti di altri. Sono uno studente, ho tanti sogni e traguardi da raggiungere ma sono anche un cittadino che liberamente può esprimere un’opinione anche sulla sua regione e le condizioni di sopravvivenza della stessa. In vita mia non ho mai fatto del male a nessuno. Ai carabinieri ho raccontato i fatti e quindi le cose faranno il loro percorso, ma io non denuncio nessuno“.

A supporto della versione di Antonio ci sarebbero almeno altre 4 testimonianze che confermerebbero il suo racconto. A lui, però, questo poco importa: “Non lo so se altri hanno testimoniato allo stesso modo. So soltanto che non ho motivo di mentire e che sono stato descritto per quello che non sono. Non ho commesso alcun atto di violenza né di odio, non mi appartiene per educazione, cultura e opinioni personali. Nello stesso tempo credo che ognuno, mentalmente autonomo, sia libero di esprimere una critica rispetto a qualcosa che non funziona. Probabilmente opinabile ma rispettabile. Si parla di odio, ma io non odio nessuno. Invece quello stesso odio l’ho visto oggi sulla mia pelle senza che avessi fatto alcunché. Anzi, le dirò di più, mi dispiace pensare che questa regione non ha alcun futuro per noi giovani perchè io vorrei poter immaginare un futuro qua, e sto combattendo per questo“.

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