L'intervista

Vaccini dai medici di base, “Se Asrem risponde sui locali comunali, tempo una settimana e si può partire”

Peppino Licursi, segretario provinciale Fimmg, fornisce le cifre: oltre 100 dottori, su 280, hanno dato la disponibilità per le immunizzazioni nei rispettivi ambulatori, mentre diversi sindaci hanno chiesto di poter usare spazi pubblici nei paesi come punti vaccinali. “Stiamo aspettando la pianificazione della Asrem, noi siamo pronti”.

Sono un centinaio, su 280 circa, i medici di famiglia che hanno accettato di fare i vaccini. Ma potrebbero essere molti di più, se solo l’Azienda Sanitaria Regionale del Molise accogliesse le richieste presentate dai sindaci per conto dei dottori, per mettere a disposizione locali di proprietà comunale in decine di paesi.

“Asrem non ha ancora risposto – spiega Peppino Licursi, segretario provinciale della Fimmg -. Il problema è rappresentato dal fatto che molti medici sono disponibili, ma non hanno ambulatori adeguati per le vaccinazioni anti covid”. Di conseguenza i sindaci stanno chiedendo l’autorizzazione a utilizzare spazi di proprietà dei Comuni, “ma non abbiamo ancora avuto una risposta”.

Eppure il protocollo tra Governo, Regioni e sindacati dei medici di medicina generale è stato siglato il 21 febbraio.

Ne avevamo parlato in questo articolo, sottolineando l’importanza delle vaccinazioni affidate direttamente ai medici di base per dare la spinta decisiva alla campagna sulla immunità dal covid-19. E’ passato oltre un mese e in Molise, sul punto, si naviga ancora a vista. “Speriamo che entro la settimana successiva alla Pasqua si arrivi a una soluzione per poter avviare i vaccini direttamente dal medico di base. Noi siamo pronti” aggiunge Licursi.

Vaccinarsi dal medico di famiglia, possibile ma come? “Manca accordo, noi disponibili. Toma la smetta di fare proclami”

Oggi scade il primo trimestre della campagna vaccinale. Erano previste 300mila iniezioni al giorno, siamo sotto le 250mila. Serve una impennata.

“Sicuramente serve una impennata e serve anche maggiore pianificazione. Asrem e Regione dovrebbero darsi una mossa anche in riferimento alla concessione di spazi alternativi, laddove ci sono i medici vaccinatori che hanno anche seguito il corso da remoto. Per esempio a Santa Croce di Magliano, dove c’è stata una vera mattanza, uno dei nostri iscritti ha chiesto di poter fare i vaccini come volontario utilizzando il poliambulatorio perché il suo studio non è idoneo. Gli è stato risposto che non si può. Ecco, secondo me queste cose non devono accadere perché rallentano il ritmo”.

Ci sono anche volontari, dunque, fra i medici di medicina generale disponibili a fare le vaccinazioni?

“In provincia di Campobasso ci sono 25 medici che farebbero i vaccini a titolo gratuito, senza percepire i 16 euro e 16 cent per ogni paziente vaccinato. Ma, ripeto, il problema è metterli in condizione di poterlo fare. Non si può cambiare idea dalla sera alla mattina”.

Quanto tempo si prevede per sbloccare la situazione?

“Mi auguro che servano pochi giorni e che il prima possibile si avvii la campagna dai medici di famiglia. Ripeto, noi siamo pronti. Se Asrem dà ok all’uso di locali comunali, come chiesto dai sindaci, tra una settimana si può partire”.

I medici potranno somministrare qualsiasi tipo di vaccino ai rispettivi pazienti?

“Sì, dal Pfizer all’AstraZeneca che è sicuramente più semplice da utilizzare perché può essere conservato in frigo per qualche giorno dopo l’apertura della fiala, a differenza dell’altro che, una volta aperta la fiala, ha un tempo di vita massimo di 6 ore. Si sta aspettando chiaramente lo scudo penale per i medici, che dovrebbe arrivare a ore con il decreto Draghi”.

Dopo il 15 aprile dovrebbe arrivare in Italia anche il Janssen, il vaccino prodotto dalla Johnson & Johnson. Che idea si è fatto?

“Una idea molto molto favorevole, è un vaccino più gestibile degli altri e tra l’altro ha bisogno di una unica somministrazione. E’ monodose, non ha bisogno del richiamo. Mi auguro, anche qui, che si faccia presto e che questo vaccino sia a breve disponibile negli ambulatori dei medici di base, che avrebbero molti meno problemi con le somministrazioni”.

Anche perché, mi corregga se sbaglio, una volta terminata la vaccinazione di massa probabilmente bisognerà ricominciare da capo perché i tempi di immunizzazione saranno scaduti. Quanto durano gli anticorpi al covid-19?

“Alcuni mesi, con un tempo di oscillazione variabile in base ai soggetti. Ecco perché occorre monitorare con attenzione l’andamento degli anticorpi tramite il loro dosaggio, cioè con il test sierologico che consente di vedere con precisione a distanza di 3 mesi prima e poi di 6 mesi come procede l’immunizzazione. Eppure questi test negli ospedali pubblici molisani non sono ancora possibili”.

Ora sembra che la situazione si sia sbloccata, almeno sulla carta, e che sarà possibile fare questi esami in ospedale.

“E speriamo, sono esami fondamentali per capire quando si dovrà ripetere la vaccinazione”.

Dottor Licursi, sembra dare per scontato che il virus non ci abbandonerà rapidamente.

“Ne sono certo, lo stiamo vedendo già. Il mio auspicio è che nei prossimi sei o sette mesi si appronti la possibilità di procedere a una unica vaccinazione antinfluenzale che abbia anche all’interno l’antidoto, diciamo così, per il covid-19. Una vaccinazione che dovrà riguardare annualmente la popolazione, non solo gli anziani e le persone fragili ma tutti”.

Possiamo pertanto scordarci di abbandonare mascherine e dispositivi di protezione a breve…

“Assolutamente, come dovremmo scordarci di pensare di poter riaprire tutto. Quando si fa l’esempio dell’Inghilterra si sottolinea la grande vaccinazione di massa fatta, che ha azzerato decessi, ma si dimentica di ricordare che in Gran Bretagna hanno fatto quasi due mesi di lockdown totale. Da noi invece sembra quasi che da domattina si possa riaprire tutto, ma questo sarebbe un errore imperdonabile”.

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