Il punto sulla campagna vaccinale

Vaccini, gli over 70 possono prenotare, ma è incognita sui tempi di avvio. Ritardi sulle domiciliari

Da stamattina chi ha tra i 70 e i 79 anni può prenotarsi sul sito dedicato della Regione Molise. Prima di iniziare a vaccinare queste persone però si tenterà di concludere le somministrazioni a ultra 80enni e soggetti 'fragili'. Poi il criterio sarà unicamente quello dell'età. Per i prof e il personale scolastico è quasi fatta, mentre si registrano molti ritardi sulle vaccinazioni a domicilio.

Oggi, 7 aprile, sono state aperte le prenotazioni per le persone tra i 70 e i 79 anni (qui il link). Quando partiranno effettivamente le vaccinazioni però non è dato saperlo. Il Governatore Toma ieri in Consiglio regionale aveva parlato della prossima settimana, ma sembra essere più un auspicio che una verità. Di sicuro si sa che quando le vaccinazioni in questione partiranno il criterio utilizzato sarà esclusivamente quello dell’età, e quindi toccherà – per intenderci – prima ai 79enni che ai 70enni. Il vaccino utilizzato sarà nella maggior parte dei casi il Pfizer, ma non esclusivamente. Come sempre la valutazione sarà fatta caso per caso.

prenotazione vaccini 70enni

A spiegarci come è lo stato dell’arte è il dottor Michele Colitti, responsabile del servizio regionale di prevenzione veterinaria dell’Asrem, nella Cabina di Regia molisana. “Difficile fare una previsione, intanto vediamo come vanno le adesioni. E poi vorremmo prima finire con le categorie degli over 80 e dei soggetti fragili”. Finora (i dati sono aggiornati alle 12 di oggi sul sito dedicato) per gli ultraottantenni le somministrazioni ammontano ad oltre 17.900 (il richiamo lo hanno già avuto circa 12.100 anziani).

Per quanto riguarda invece i soggetti estremamente vulnerabili si sta procedendo e al momento le prime dosi sono state circa 9.100 (710 le seconde) cui vanno aggiunti i circa 740 vaccini somministrati ai cosiddetti caregiver, ovvero coloro che si prendono cura di queste persone. Ma non è certo finita. “Stanno continuando ad arrivare adesioni (adesioni che, ricordiamo, si sono aperte il 6 marzo ma si può sempre procedere con la prenotazione, ndr). Di quelle finora pervenute siamo al 50% circa”.

Praticamente fatta invece per il personale scolastico molisano (tra l’altro oggi molti studenti e insegnanti sono tornati in classe in presenza). Circa 7.250 le prime inoculazioni, solo 40 le seconde ma va considerato che nella stragrande maggioranza dei casi il farmaco anti-Covid utilizzato è quello di AstraZeneca per cui intercorrono (rispetto a Pfizer e Moderna) molti giorni (quasi 3 mesi) tra la prima e la seconda dose. È sempre il dottor Colitti a dirci che, per quanto riguarda questa categoria le cui vaccinazioni sono iniziate l’8 marzo, manca uno sparuto numero di persone all’appello, quelle che, per motivi di salute, non hanno potuto fare l’AstraZeneca ma sono state ‘dirottate’ sul vaccino a mRNA prodotto da Pfizer-BionTech. Ed è in via di conclusione anche la vaccinazione del personale delle Forze dell’ordine e, prima ancora, con operatori sanitari ed Rsa.

Intanto tra ieri e oggi quasi 11mila dosi andranno ad aumentare la dotazione del Molise. “Altrimenti ci saremmo dovuti fermare”. E invece ieri – come annunciato dal Presidente Toma nella sua informativa in Consiglio regionale – sono arrivati al Cardarelli 4 vassoi di vaccini (equivalente circa 4500 dosi) mentre oggi ne arriveranno altri a Termoli ed Isernia per un totale di circa 6000 dosi. E poi il cronoprogramma delle prossime consegne è questo: il 12 aprile dovrebbero arrivare circa 8mila dosi, altrettante il 21 aprile e presumibilmente un’altra consegna avverrà a fine mese, il 28 aprile.

E le vaccinazioni a domicilio, quelle previste per i soggetti non autosufficienti? “Effettivamente da quel punto di vista si sta andando un po’ a rilento, da noi come in altre parti d’Italia d’altronde”. Il dato fornitoci è questo, aggiornato a ieri: sono oltre 900 le inoculazioni fatte direttamente a casa dell’utente. Sono circa 5mila le richieste fatte in tal senso ma Colitti spiega, non senza un po’ di amarezza, che molte di queste si sono rivelate improprie. Come dire, alcuni hanno richiesto il vaccino a domicilio più per comodità che per reale necessità. “Questo chiaramente va a scapito di chi, allettato e veramente impossibilitato a muoversi, ne ha davvero bisogno”. Sappiamo che nella zona della provincia di Isernia sono all’opera i vaccinatori ‘speciali’ dell’Esercito, mandati appositamente dal Commissario, il Generale Figliuolo. “Stanno partendo le nostre squadre anche nella zona di Termoli e del Basso Molise così come a Campobasso”, ci rassicura il dottore dell’Asrem, che allo stesso tempo ribadisce che sono operazioni che richiedono più tempo (già solo per gli spostamenti) e quindi se ne fanno poche nell’arco della giornata.

Intanto si continua a pensare a come implementare con maggior efficienza la campagna vaccinale. Presto sarà la volta dei medici di famiglia e degli odontoiatri, così come dei farmacisti. Colitti non vuole sbilanciarsi ed appare anche un po’ scettico: “Se non ci sono abbastanza vaccini – che sono già pochi rispetto ai nostri 20 punti vaccinali – che senso ha?”. E sull’aumento dei punti vaccinali, molti dei quali sono pronti ma non utilizzati (vedi Palairino a Termoli, Vinchiaturo e Baranello, tanto per fare degli esempi), la risposta è altrettanto ferma. “Non basta allestire un punto per la somministrazione, serve il personale oltre che, naturalmente, la materia prima del vaccino”. E ancora: “Se parliamo di categorie fragili e anziani, la somministrazione è delicata ed è necessaria in ogni caso una squadra composita. Insomma, non è uno scherzo come qualcuno pensa”. Altro aspetto sottolineato: “I vaccinatori tutti devono fare una formazione, che si fa con un corso Fad messo a disposizione dall’Istituto superiore di Sanità. Non tutti lo hanno già fatto”.

Sulla questione delle dosi avanzate a fine giornata e somministrate ‘a chi si trova’, il veterinario (prestato alle vaccinazioni) spiega che è successo e può succedere, ma si parla di casi residuali. Ad esempio con AstraZeneca è capitato più spesso, ma visto che le fiale vengono aperte man mano e non già tutte dalla mattina (anche perché una volta inserito l’ago per la prima dose il resto del flacone andrebbe consumato entro poche ore) capita al massimo che avanzino 2, 3 o tuttalpiù 4 dosi. “In quel caso certo che non vanno sprecate, e vanno somministrate a chiunque si trovi”. Discorso diverso per il Pfizer, perché quello è un vaccino che va somministrato a talune categorie e quindi andrebbe trovato un soggetto idoneo.

Consapevole che qualche errore è stato commesso, il dottor Colitti ci tiene a dire però che “il Molise ha fatto un piccolo miracolo”. Le vaccinazioni, al netto dei limiti oggettivi, stanno procedendo a un buon ritmo. “Abbiamo visto come è andata in altri territori. Qui invece devo dire che c’è stata una bella presa di coscienza e ci si è messi alacremente al lavoro”. Anche perché è una sfida inedita: “Una vaccinazione di massa non si faceva da 50 anni, ci ha colti di sorpresa ma ci stiamo facendo una grande esperienza”.

Al momento in cui si scrive, le somministrazioni hanno superato le 73.100 unità, che rappresentano quasi l’88% delle 83.425 dosi consegnate.

È in arrivo (forse non oggi ma a breve) il neo Commissario alla Sanità, la dottoressa Flori Degrassi, che probabilmente diverrà anche il punto di riferimento per la campagna vaccinale. Il commento è schietto: “Da questo punto di vista si troverà un lavoro ben avviato e ben fatto”.

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