Montenero di bisaccia

South Beach, dall’Abruzzo al Molise fronte contro il progetto: “Peggiore assalto alla costa adriatica degli ultimi 50 anni”

Il coordinamento per la Tutela delle Vie Verdi d'Abruzzo, il Prc e la Rete della Sinistra termolese si scagliano contro il maxi investimento da oltre 3 miliardi e accusano la Regione Molise di essere favorevole ma l’iter è appena agli inizi

Se l’opinione pubblica appare spaccata fra favorevoli e contrari al progetto denominato South Beach, è evidente da subito che il fronte del No è quello che si sta facendo sentire con maggiore vigore. Da subito con l’intervento del comitato Costa Verde Mare Nostrum di Montenero di Bisaccia, e ancor di più adesso con il sostegno che arriva dall’Abruzzo, tramite il coordinamento per la Tutela delle Vie Verdi d’Abruzzo, che riunisce oltre 70 realtà abruzzesi tra associazioni, comitati, operatori economici del turismo assieme a singoli cittadini.

Un intervento cui fa eco, nelle ultime ore, la presa di posizione della Rete della Sinistra – Termoli Bene Comune, apertamente all’opposizione dell’idea di cui si sta discutendo particolarmente negli ultimi giorni, al pari del Prc molisano.

“Sarebbe una colata di cemento epocale, per giunta in un Sito di Interesse Comunitario per flora e fauna. Ben 5 milioni di metri cubi di cemento andrebbero a coprire un’area vergine e bellissima di ben 160 ettari lungo la costa molisana nel comune di Montenero di Bisaccia. La delibera della regione Molise che esprime plauso all’iniziativa è un atto allucinante, parlando addirittura di sostenibilità per grattacieli alti 25 piani alla foce del fiume Trigno che segna il confine con l’Abruzzo. Ovviamente il progetto deve essere rigettato in toto e immediatamente” è il duro commento del coordinamento per la Tutela delle Vie Verdi d’Abruzzo che promette battaglia.

“Si tratta del peggiore assalto alla costa Adriatica degli ultimi 50 anni, alla faccia delle continue chiacchiere sul consumo di suolo zero. Una follia consumare decine di ettari di patrimonio ambientale con effetti gravissimi per il paesaggio per decine di chilometri. Dal belvedere di Palazzo d’Avalos di Vasto la vista si aprirebbe su enormi cubi di cemento visibili da tutta la costa. È desolante che gli enti non abbiano rispedito immediatamente al mittente una proposta irricevibile, che incide appunto su un sito protetto a livello internazionale che questi enti sono chiamati a tutelare per tutti i cittadini europei, certo non a distruggerlo”.

“Non ci interessa se i presunti finanziatori siano cinesi, arabi o marziani: come Rete della Sinistra vogliamo condividere con tutti i molisani che amano la loro terra la nostra profonda tristezza nel constatare ancora una volta che l’unica idea di crescita e sviluppo che i nostri amministratori riescono a concepire è quella del diluvio di cemento e del consumo dissennato di suolo. Idea tragicamente vecchia, che ha sempre portato solo dissesto, frane e bruttura; che nel resto d’Italia si prova a superare, sulla quale almeno si discute, e che in alcune fortunate parti d’Europa è da tempo dimenticata” rimarca Termoli Bene Comune.

Il coordinamento sottolinea dalla propria prospettiva abruzzese come stia nascendo una coscienza civica più vicina ai valori ambientalisti. “Ormai sono diversi i comuni che rivendicano apertamente di dire no a nuovo cemento sulla costa; si pensi a San Vito Chietino dove l’amministrazione sta facendo di tutto per cancellare il resort previsto in una zona di assoluto pregio paesaggistico”.

montenero marina foce trigno area south beach

Ma c’è dell’altro, perché il progetto South Beach, che nascerebbe praticamente al confine fra Abruzzo e Molise, andrebbe a ledere anche progetti in corso come quello della pista ciclabile capace di unire le due regioni con un percorso immerso fra natura e spiaggia.

“Lì dovrebbe passare la pista ciclabile Adriatica – ricorda il coordinamento Tu.Vi.Va. -, elemento di sviluppo durevole connesso a un turismo realmente rispettoso dei valori naturali”.

Secondo la Rete della Sinistra “l’assalto sciagurato al litorale di Montenero, incontaminato e fragile, non può essere consentito; denota un tale analfabetismo ambientale e politico che è dovere di ogni cittadino molisano mobilitarsi per fermarlo. In nome del bene comune territorio che non può essere lasciato alle decisioni di pochi, quando sono in gioco la distruzione totale di un’area così vasta e l’alterazione irreversibile delle bellezze paesaggistiche che sono patrimonio di tutti noi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il Partito comunista molisano che però erroneamente ritiene che Regione e Comune abbiano dato via libera. “Il Piano territoriale paesistico-ambientale regionale – sottolinea il Prc – prescrive per quest’area interventi di ricostruzione e potenziamento della vegetazione tipica dunale ed endemica, nonché rimboschimento con specie autoctone ma evidentemente per Comune e Regione a tutto si può derogare.

A legittimare questa follia c’è come al solito il miraggio di 6.000 posti di lavoro. Emerge la miseria di una classe dirigente che non è capace di immaginare e pianificare una valorizzazione delle potenzialità del territorio che parta da quelle che sono le caratteristiche naturalistiche, storiche e enogastronomiche peculiari che possono attrarre un turismo di qualità anche dall’estero. Dovrebbero invocare per quel tratto di costa incontaminato la realizzazione di un Parco Nazionale e invece in testa hanno solo il cemento. Ricordiamo che bisognerebbe pensare a un futuro per quelle aree che sia connesso con la ciclovia adriatica in via di realizzazione. Abbiamo difeso la vicina Costa dei Trabocchi dalla petrolizzazione bloccando il progetto di Ombrina 2, ora è necessario con associazioni fermare gli energumeni del cemento”.

Le contestazioni di Termoli Bene Comune analizzano il progetto denominato South Beach in alcuni punti sostanziali. “Cosa può avere indotto l’Amministrazione di Montenero e quella regionale anche solo a pensare di discutere un progetto che rovescerebbe colate di cemento su una delle poche aree intatte della nostra piccola costa, soggetta tra l’altro a erosione e forti rischi idrogeologici e vincolata da aree protette?

Come si fa a prendere sul serio progetti che addirittura prevedono lo spostamento della statale Termoli-Vasto, per far posto alle torri e ai palazzi?

Come si può pensare, in tempi di pandemia, a prevedere la concentrazione di 50.000 persone in grattacieli e torri, quando l’unica forma attualmente possibile di turismo, come già visto l’estate scorsa, è quella dei luoghi piccoli, isolati, dove non correre rischi di affollamento? Come si può essere così ottusi da non aver preso atto che il forte richiamo esercitato nel 2020 dal Molise è dovuto proprio al suo essere fuori dalle rotte del turismo di massa e al fatto di poter offrire piccoli borghi e spiagge tranquille?”.

South Beach: 4 alberghi, 200 ristoranti, 18 lidi e grattacieli da 25 piani. L’investimento cinese da 3 miliardi divide

C’è infatti la considerazione, comune a molti, del fatto che il mega investimento dell’imprenditore canadese George Cohen con investitori cinesi capace di realizzare 11mila alloggi, 4 alberghi, 18 lidi balneari e 200 ristoranti, andrebbe nella direzione contraria rispetto a quella del turismo lento che il Molise sta mettendo in pratica, pur con gli evidenti limiti che questo approccio sta palesando.

“Un intervento, South Beach, che va contro le attuali domande turistiche che privilegia piccole strutture ricettive locali (piccoli alberghi, b&b, agriturismi, case vacanze) e diffuse nei territori senza consumo di suolo e con riscontri economici diffusi e non solo per pochi” scrivono dall’Abruzzo.

Il Tu.Vi.Va si dice già pronto a lottare per evitare che il progetto divenga realtà. “Se l’iter dovesse proseguire daremo battaglia in tutte le sedi assieme alle associazioni molisane. Non si provi, poi, a puntare a ottenere 1-2 milioni di mc partendo da 5 milioni. Lì l’unica alternativa è zero cemento e proteggere la natura. Tra l’altro è un’area costiera a fortissimo rischio erosione anche a causa dell’innalzamento del mare causato dai cambiamenti climatici. In realtà sarebbe uno scandalo nazionale e internazionale che interesserebbe le autorità europee” conclude il coordinamento.

Al loro fianco si schiera già la Sinistra termolese. “Saremo al fianco dei comitati locali, con i quali siamo già in contatto, e delle associazioni che stanno già muovendosi anche fuori dal Molise e rivendicano giustamente il diritto di difendere l’Adriatico intero da questo scempio così devastante da alterarne tutto l’aspetto complessivo; chiamiamo già da ora i cittadini molisani a mobilitarsi, preparandosi a resistere fino alle corti di giustizia europee. Ma soprattutto li chiamiamo a delegittimare i rappresentanti politici attualmente in carica, che ritengono evidentemente di avere il diritto di trattare il territorio come proprietà esclusiva e fonte di profitto. È necessario togliere loro la possibilità di farlo, mandandoli finalmente a casa; come ha ben dimostrato la pandemia, del resto, non sono né capaci né degni di rappresentarci”.

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