Ricordi e speranza

Salta per il secondo anno la sfilata dei Misteri: “Il 6 giugno strade vuote e silenziose”

Giovanni Teberino: “Come tradizione voleva, il sabato dopo Pasqua ci saremmo dovuti trovare con tutti gli amici dell'Associazione al Museo per l’organizzazione”. La pandemia ha fermato tutto da oltre un anno, comprese le attività economiche che ruotano intorno a manifestazioni del genere: la sofferenza di bar e ristoranti è evidente soprattutto in giorni come il Corpus Domini.

Sarebbero stati i primi giorni di adrenalina, quelli della preparazione, del conto alla rovescia che scattava in vista ormai del traguardo prossimo ma non ancora vicinissimo. Sarebbero. Sì, perché anche quest’anno l’immaginazione, i ricordi, i flashback, proveranno a colmare un vuoto immenso. Niente da fare, i Misteri non sfileranno per le vie di Campobasso per il secondo anno consecutivo. Potrebbe bastare così, ci sarebbe poco da aggiungere. Ma come ci insegna la famiglia Teberino, anima della manifestazione del capoluogo, la speranza deve vincere sulla rassegnazione e “quando Corpus Domini tornerà Corpus Domini” sarà splendido, come viverlo la prima volta.

“Come tradizione voleva, il sabato dopo Pasqua ci saremmo dovuti trovare con tutti gli amici dell’Associazione al Museo dei Misteri. Purtroppo anche quest’anno è tutto fermo e silenzioso” dice Giovanni Teberino. Parole colme di malinconia ma anche di orgoglio: “L’appuntamento era sempre alle 15.00, tutti emozionati e pronti nella preparazione della prossima Processione. Mia sorella Antonietta e mia mamma Libera iniziavano con l’allestimento della sartoria, i lavaggi dei camici e dei costumi, poi c’era lo spostamento dei Misteri per poter effettuare le dovute revisioni. Si vedeva negli occhi di tutti gli amici della “Grande Famiglia dei Misteri” l’orgoglio e l’amore per la propria tradizione, si respirava già aria di Corpus Domini”.

Giovanni Teberino

Quella che nel 2021, come nel 2020, non si respirerà purtroppo. “I ‘ferri’ degli Ingegni, freddi e silenziosi sembrano osservarmi, aspettano che qualcuno li tocchi, li sposti o li sistemi come nel 2019, aspettano i bambini festanti e gioiosi di salirci sopra, aspettano il fabbro, il falegname, la sistemazione dei cuscini, delle cinte, delle bretelle, aspettano la festa”.

Nessuno si era illuso, per carità, la pandemia non lo permette. Non permette illusioni, sogni, speranza in una vita normale. Bisogna aspettare ancora. E quindi, “il 6 giugno, giorno del Corpus Domini, le nostre strade saranno vuote e silenziose senza i nostri Misteri. Anche il 2021 passerà nudo, mancherà il colore dell’abito più bello, il profumo del giorno di festa, il palloncino che volerà solitario nel cielo”.

Museo dei Misteri Campobasso

Proprio così, mancheranno le emozioni che solo quel giorno può regalare, gli incontri con i parenti che non vedi da tempo, i baci e gli abbracci con l’amico che non tornava a Campobasso da mesi, gli occhi lucidi al passaggio del ‘Mistero’ preferito. E anche la bibita fresca dopo tutto il sole preso in attesa della sfilata, l’aperitivo che si protrae all’aperto fino e oltre l’ora di pranzo, il tutto esaurito nei ristoranti presi d’assalto da decine di migliaia di campobassani, di visitatori.

Ecco, un altro aspetto che va considerato e messo in rilievo. A Campobasso diverse attività, in tempi normali, aspettano che arrivino il Corpus Domini, la processione del Venerdì Santo, il Natale, per incassare quanto di solito si incassa in settimane di lavoro. Manca e tanto anche tutto questo, per un settore che sta soffrendo e continuerà a soffrire.

Il fotoracconto dei Misteri

Ma la speranza, di cui si parlava in precedenza, riaffiora nel pensiero di Teberino: “Quando tutto tornerà sarà una giornata bellissima, speciale, unica e indimenticabile per tutti i campobassani e per la nostra città, tra gli applausi della gente, i sorrisi e la gioia dei bambini sui Misteri, tra la forza e il sudore dei portatori, al grido forte di “Scannétt Allért”.

Da un balcone semi-aperto, nei pressi di via Trento, sembra risuonare l’inconfondibile, l’allegra – ma oggi nostalgica – melodia di quel Mosè di Rossini che i campobassani hanno ribattezzato “la musica dei Misteri”. Un auspicio? Un presagio? O magari la voglia da parte di qualcuno di rinverdire tempi che davamo per scontato e che ora ci ritroviamo a rimpiangere?

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