La nota

Riforma trasporto pubblico, tutto fermo. Sindacati a Calenda: “Come mai ha cambiato opinione?”

I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Autoferro attaccano nuovamente la Regione Molise sulla gestione della riforma del trasporto pubblico locale e in particolare pungolano l’assessora Calenda.

“Se il nuovo Assessore al lavoro Filomena Calenda ci avesse chiaramente svelato che alla base della propria posizione intransigente rispetto al bando di gara del trasporto pubblico locale e a quel doppio lotto verso cui, nel dicembre del 2019, si scagliò unitamente all’opposizione in Consiglio Regionale, si celava in realtà il desiderio legittimo e l’ambizione di assumere un ruolo e un incarico nella Giunta regionale, avremmo evitato di fare inutili proclami e comunicati, spiegando le nostre ragioni rispetto ad una riforma del trasporto locale quanto mai necessaria in Molise, basata sul superamento del regime concessorio a 29 aziende locali e all’individuazione di una nuova impresa che da sola sarebbe in grado di assicurare un servizio pubblico ai 300mila abitanti di questa regione ovvero a quella parte di essi che vorrebbe fruire di un dignitoso servizio di trasporto pubblico.

Invece a distanza di un anno e mezzo dal quel consiglio regionale che bocciò il doppio lotto di gara a favore del lotto unico (auspicando peraltro che in esso potessero confluire anche i servizi di trasporto urbano di Campobasso, Isernia, Termoli e Larino), si è tornati al punto di partenza e non sapremo mai (aldilà del posto in Giunta) quali siano le ragioni che abbiano indotto l’Assessore Calenda, primo firmatario dell’allora emendamento a favore del lotto unico, a cambiare radicalmente opinione.

Cercare di fare il punto sullo stato dell’arte del trasporto pubblico molisano diventa ogni giorno più difficile, il caos e l’inconcludenza sono le caratteristiche di questo settore che meriterebbe tutt’altra sorte. Come organizzazioni sindacali del comparto abbiamo sempre cercato di portare la questione al centro del dibattito pubblico, con il fine di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori addetti al settore e la qualità del servizio offerto all’utenza. Purtroppo constatiamo che il nostro parere non interessa a nessuno. Chi governa il settore è poco competente, non comprende la gravità della situazione e preferisce dedicare il suo prezioso tempo alle alchimie della politica e all’incoerenza dei partiti. Chi amministra il settore è attratto più dalle sirene delle ditte affidatarie che dalle lagnanze dei lavoratori e di chi li rappresenta. L’utenza, dopo la pandemia è divenuta ancora più “gassosa”.

Ogni novità che sopraggiunge contribuisce a rendere più ingarbugliata la situazione. Ad intervalli regolari parliamo di bando di gara, di salari non corrisposti, di disservizi, di parco mezzi vetusto, di vendita dei biglietti a bordo o a terra, di debiti pregressi e risorse insufficienti, di fermate non a norma, di elettrificazione della linea ferroviaria, di stazioni (a norma!) di una metropolitana che non esiste, di un piano dei trasporti ignoto e misterioso per pendolari e lavoratori dei trasporti.

È una giostra triste ripetitiva ed anacronistica. L’inconcludenza è la vera cifra di questo settore. Quindi in ossequio ed in continuità a questa nostra misera tradizione di alzare polveroni affinché si parli tanto ma si cambi poco, questa settimana dibattiamo sul bando di gara a lotto unico o a doppio lotto. Cose già viste che appassionano solo i consiglieri regionali, i padroni delle autolinee e qualche giornalista che ritiene finanche opportuno rimarcare ed evidenziare il silenzio dei sindacati sulle scelte del consiglio regionale. Invece noi rispondiamo che i sindacati tacciono per decenza e rivendichiamo un reale coinvolgimento ai tavoli dove si prendono decisioni riguardanti il trasporto. Oggi la nostra azione si limita a rimettere insieme i cocci prodotti dal dilettantismo e la malafede di politici, funzionari regionali e padroni. Non siamo contenti di essere i notai di questo fallimento e siamo convinti che le nostre competenze sull’argomento superano di gran lunga quelle dei politici, dei funzionari dell’assessorato ai trasporti.

Purtroppo la preziosa ed irrinunciabile “consulenza/collaborazione” di lavoratori e pendolari presenta un solo grosso problema, ed è quello che è gratuita! Il gioco dell’oca prosegue e al solito in Molise si torna al nastro di partenza con il rischio che la riforma del trasporto pubblico per vedere la luce, dovrà attendere ancora una volta le nuove elezioni”.

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