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Permessi elettronici: cosa sono, quando chiederli, come farlo

All’idea di viaggiare all’estero si potrebbe essere spaventati non tanto dalle ore e ore di viaggio o dalla necessità di fare scali e cambiare mezzi, quanto da alcune complicazioni burocratiche che ciò comporta soprattutto in fase di organizzazione della propria vacanza, come la necessità di chiedere un visto se si tratta di Paesi extra-UE per esempio. La buona notizia è che non sempre ciò è indispensabile e che sempre più spesso ormai si può approfittare, invece, di procedure semplificate pensate dagli uffici immigrazione proprio a uso e consumo di chi viaggia per piacere o per brevi periodi. Quello che faremo di seguito così è capire cosa sono i permessi elettronici, quando si possono chiedere e come farlo.

Tutto quello che c’è da sapere sui permessi elettronici in una guida per principianti

I più famosi sono sicuramente l’ESTA per gli Stati Uniti o l’ETA per il Canada, ma numerosi Paesi hanno ormai implementato un sistema di permessi elettronici tale da regolamentare l’ingresso o il transito al loro interno. Si tratta di autorizzazioni temporanee che permettono ai cittadini stranieri di trattenersi nel territorio nazionale per un periodo limitato di tempo (non più di novanta giorni nel caso degli USA, fino a un massimo di sei mesi in quello del Canada, eccetera) e che garantiscono che il richiedente non vi si rechi per motivi di studio, di lavoro o perché intenzionato a fissarvi la propria residenza o il proprio domicilio. Per quanto spesso vi ci si riferisca anche come visti elettronici, questo tipo di autorizzazioni hanno davvero poco a che vedere infatti con i classici visti concessi da consolati e ambasciate e, come diretta conseguenza, offrono a chi le riceve decisamente meno garanzie. Semplificando molto e fatte salve specifiche che variano di Paese in Paese, chi è in possesso di un’ESTA, di un’eTA o di qualsiasi altro documento simile può spostarsi per esempio liberamente all’interno del territorio nazionale e cercare alloggio e sistemazioni momentanee, ma non può cercare lavoro o stipulare contratti d’affitto di medio-lungo periodo.

Per tornare a quanto si diceva all’inizio, del resto, chiedere un permesso elettronico è possibile in davvero poche occasioni. La maggior parte dei Paesi accetta questo tipo di autorizzazioni digitali solo in caso di viaggi a scopo turistico e di piacere, per recarsi a fare visita a familiari o amici domiciliati o residenti all’interno del territorio nazionale o a fini di business. Ciò significa che nella maggior parte dei casi al momento della richiesta di un visto elettronico al viaggiatore è chiesto di indicare dettagliatamente il proprio itinerario di viaggio, di dimostrare di essere in possesso di un biglietto di ritorno o di dichiarare l’indirizzo preciso del proprio soggiorno.

Non sono i soli requisiti necessari da soddisfare per ottenere dei visti elettronici: ogni Paese può avere una lista più o meno lunga, più o meno rigorosa di fattori che incidono sull’esito positivo della richiesta di autorizzazione elettronica di viaggio. Gli Stati Uniti sono famosi, per esempio, per non concedere facilmente l’ESTA a chi sia stato da poco in una serie di Paesi mediorientali. Anche la nazionalità è un criterio cardine per la concessione dei permessi elettronici: prima di fare richiesta online, così, sarebbe meglio verificare che il proprio Paese di origine sia tra quelli che danno diritto a chiedere un visto elettronico per il Paese che si intende visitare. Un passaporto elettronico in corso di validità e dei documenti che ne attestino la genitorialità in caso in cui si viaggi con bambini a seguito sono gli altri documenti necessari per fare richiesta online di questo tipo di autorizzazioni: per il resto l’iter è semplice, poco costoso e quasi immediato (la risposta può arrivare anche già dopo 72 ore).

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