Il potere dei soldi

Nasce la SuperLega, il futuro del calcio divide anche la nostra redazione. Voi cosa ne pensate?sondaggio

E' il tema del giorno, che sta dividendo l'opinione pubblica europea: sareste favorevoli o contrari a un mini-torneo tra i club più potenti?

Quanto è lontano quel ‘Tutto il calcio minuto per minuto’ che accompagnava le domeniche pomeriggio degli italiani. Radiocronache appassionate, spesso a mille all’ora, che ti facevano vivere il gol, l’azione pericolosa. Bisognava lavorare d’immaginazione, è vero, in attesa di ‘90° Minuto’ che avrebbe svelato tutto. Il calcio è cambiato profondamente, dalle fondamenta. E il tema caldo di queste ore, ovvero la Superlega, ne è la prova.

Di cosa parliamo? E’ una nuova competizione europea tra 20 top club formata da 15 fondatori e 5 che si qualificheranno ogni anno. Due gironi di 10 squadre, che giocheranno partite in casa e fuori all’interno del gruppo ogni anno. Una sorta di ‘parata di stelle’ che vedrà protagoniste le tre italiane Inter, Milan e Juventus oltre alle varie Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Tottenham, Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid.

Affascinante, ma magari noioso alla lunga. Nel senso che un conto è aspettare con ansia il compleanno per scartare i regali, un altro abituarsi a spegnere le candeline ogni settimana. La favola calcistica racconta della rincorsa a un pallone per buttarlo dentro a una rete. Poi è stata affinata la tecnica, la tattica ha preso il sopravvento e il pubblico ha seguito l’evoluzione della ‘specie’. Che ne sarà delle piccole che sognano di vincere al Santiago Bernabeu piuttosto che a San Siro oppure all’Anfield? I soldi fanno questo ed altro, la direzione è stata tracciata.

Intanto, questi sono i pareri dei redattori dei redattori sportivi di Primonumero.it Stefano Di Leonardo e Franco de Santis, che hanno opinioni diverse a conferma della dialettica che si è scatenata attorno alla nascente Superlega.

Superlega

STEFANO DI LEONARDO

Non sono contrario all’idea della SuperLega ma va regolamentata a dovere. A mio parere la priorità assoluta è preservare la salute dei giocatori e di conseguenza l’integrità del gioco perché solo questo porta a maggiore spettacolo e di conseguenza più introiti, cioè il motivo essenziale della creazione di un nuovo torneo. Continuare a giocare 60 partite l’anno e ogni tre giorni aumenta gli infortuni e diminuisce la qualità.

Quindi ritengo fondamentale regolamentare:

– Numero massimo di gare giocate all’anno da ogni calciatore

– Numero minimo di settimane di riposo per ogni calciatore

– Numero massimo di trasferimenti con lunghi viaggi

– Numero massimo di calciatori utilizzabili da ogni squadra

Questo comporta una revisione dei campionati nazionali, delle coppe nazionali e degli impegni delle Nazionali. In sostanza prima di varare la SuperLega va riformato il calendario complessivo del calcio mondiale. La mia filosofia è Less is More, nel senso giocare meno partite ma aumentarne la qualità. Per capirci: Juve-Crotone o Inter-Benevento sono gare dallo scarso interesse per il pubblico, al contrario i tifosi – di tutto il mondo – sarebbero eccitati dal vedere Juve-Liverpool o Real Madrid-Inter. Ma senza esagerare, perché il rischio è quello delle lasagne di tutti i giorni. Se mangio lasagne il lunedì, il martedì, il mercoledì, arrivo al giovedì che le lasagne saranno un piatto come un altro e non le voglio più. Idem con le grandi partite. Il modello americano è affascinante ma difficilmente replicabile. Nella cultura sportiva americana, ad esempio, non esistono il pareggio o la retrocessione. Quindi dobbiamo capire cosa poter copiare e cosa no. La sfida sta nel mettere insieme l’innovazione e la tradizione. Il calcio europeo non può rinunciare ai campionati nazionali perché perderebbe il legame con le proprie radici, ma al tempo stesso deve allargare gli orizzonti ed entrare in una nuova era. Anche in questo settore la pandemia sta agendo da acceleratore degli eventi.

 

FRANCO DE SANTIS

I club che hanno i soldi comandano, e questa è la scoperta dell’acqua calda. L’idea di riunire e far sfidare tra loro le 20 squadre più forti d’Europa è affascinante, una sorta di Nba trasferita nel calcio. All’inizio può attirare molti tifosi sulle tv a pagamento. Ma come tutte le cose belle, se ripetute e dunque non più novità, stufano il grande pubblico che invece ama appassionarsi anche alle storie impossibili, come per esempio l’Atalanta che vince a Liverpool. È in atto una diaspora con i vertici ufficiali del calcio (Fifa, Uefa) che potrebbe snaturare definitivamente lo spirito del calcio che sta vivendo un declino costante da una quindicina di anni a questa parte. I club ricchi se la canterebbero e suonerebbero tra loro in un circolo a numero chiuso. Quindi, sarò pure un romantico del pallone ma io mi schiero con la frangia che dice che “il calcio è di tutti”.

 

Sondaggio

12 club europei varano la SuperLega del calcio. Cosa ne pensi?

  • Sono contrario (69%, 354 Voti)
  • Sono favorevole (31%, 158 Voti)

Totale voti: 512

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